Le conseguenze delle parole di Juncker sul Governo Renzi

[highlight]Il monito di Juncker non preoccupa Renzi ma mette in scadenza la credibilità del Governo sulla crescita economica.[/highlight]

Jean Claude Juncker, Presidente della Commissione Europea, nel corso di un’intervista alla Frankfurter Allgemeinen Zeitung ha lanciato un forte monito a Francia e Italia per il rischio di inasprimento della procedura per disavanzi eccessivi se non verranno attuate le misure annunciate sulla riduzione del disavanzo.

[quote]Senza le misure annunciate ci sarà un aggravamento della procedura per i disavanzi eccessivi e non sarà piacevole se alle parole non seguiranno i fatti. Dovremmo dare fiducia agli italiani e ai francesi e poi vedremo, proprio a marzo, come sarà andata. I governi ci hanno garantito che faranno quanto annunciato. [/quote]

Italia e Francia conti in rosso

La “minaccia” di Juncker arriva dopo le critiche mosse da Angela Merkel alle misure messe in atto dal governo italiano  giudicate insufficienti dalla cancelliera tedesca. Le critiche sono poi rientrate dopo un confronto della cancelliera con Renzi e dopo le parole di apprezzamento del ministro del lavoro tedesco Wolfgang Schaeuble sulla riforma del lavoro approvata dall’Italia. Se la posizione francese appare più deficitaria quella italiana non lo è da meno. Infatti, il comunicato dei ministri delle finanze dell’Eurogruppo mette  in guardia il Governo:

[quote] Notiamo che secondo la più recente analisi della Commissione, lo sforzo strutturale italiano nel 2015 è pari allo 0,1% del prodotto interno lordo, rispetto allo 0,5% previsto dal Patto di Stabilità. Su questa base, misure efficaci potrebbero essere necessarie per migliorare lo sforzo strutturale.[/quote]

Il prossimo esame per Italia e Francia è  quindi rimandato a marzo, quando la Commissione sul bilancio potrebbe formalmente chiedere una ulteriore manovra correttiva.
A preoccupare l’Eurogruppo nei riguardi dell’Italia  è l’alto debito che il nostro Paese non è riuscito a ridurre entro quanto stabilito anche a causa delle circostanze economiche sfavorevoli e del tasso molto basso dell’inflazione.

Anche il presidente dell’eurogruppo, Jeroen Dijsselbloem, lo ha detto chiaramente:

[quote]L’Italia ha tempo fino a marzo 2015, non di più. Dopodiché servono misure nuove. Non è una questione di decimali, ma una questione di credibilità: abbiamo detto che a marzo servono misure nuove, speriamo che le discussioni siano costruttive, che le misure siano prese e le regole rispettate. La Commissione farà di tutto per rispettare il Patto di Stabilità. [/quote]

Padoan: Nessuna manovra correttiva richiesta

Il ministro Padoan è comunque intervenuto per rassicurare sull’efficacia delle misure già intraprese dal Governo come la legge di stabilità e il Jobs Act che daranno impulso all’economia italiana evitando così il rischio di manovre aggiuntive come affermato anche dallo stesso portavoce Roberto Basso.

[quote]Non  emerge alcuna richiesta di manovra aggiuntiva e sull’attuazione delle riforme il governo procederà speditamente e con grande determinazione come ha sempre dichiarato. Lo stesso Eurogruppo oggi ha riconosciuto  l’importanza dello sforzo italiano sulle riforme. [/quote]

Il ministro stesso ha confermato le rassicurazioni su Twitter.

[quote]Nessuna richiesta di misure aggiuntive: legge di stabilità 2015 attuata in modo efficace rilancerà economia italiana.[/quote]

Se le misure annunciate dal governo permettono di guadagnare tempo fino a marzo bisognerà poi verificare se agli annunci seguiranno i fatti.

La via per la crescita annunciata da Padoan non sarà quella di sfondare il tetto del deficit del 3%, infatti:

[quote]La via d’uscita dal debito è la crescita, che non si ottiene con la bacchetta magica ma con una combinazione di riforme strutturali che aggrediscono gli ostacoli, stimolo a investimenti privati e continuando a consolidare il bilancio in modo amico della crescita. [/quote]

Le riforme del Governo

Tra i primi compiti da completare per il Governo  c’è quello dell’approvazione definitiva a dicembre della legge di stabilità con gli oltre 3.800 emendamenti  presentati in commissione Bilancio al Senato. Inoltre, è necessario dare continuità all’approvazione del jobs act con la presentazione dei primi decreti attuativi della riforma che darà concretezza a quell’insieme di principi che sta alla base della delega sul lavoro al Governo Renzi.

Per Renzi in questa trattativa tra Italia, Francia e Europa non ci sono in gioco solo numeri ma il senso vero dell’Unione Europea.

Come ha affermato alla convention dei giovani democratici:

[quote]L’Europa non può essere solo un insieme di vincoli e di spread. Deve essere una comunità o non avrà futuro. Quella che il governo sta conducendo non è una battaglia sullo “zero virgola”, ma è un’impostazione ideologica e filosofica. Rispettiamo gli accordi, ma l’Europa prima di essere contratto è una comunità. [/quote]

Nella battaglia ideologica che sta conducendo però dovranno esserci anche risultati  che diano valore sia crescita di un Paese in forte crisi debitoria (di recente il declassamento del debito italiano a BBB- da parte di Standard and Poors).

Come sostenuto dal Presidente dell’Eurogruppo Dijsselbloem è necessario che le riforme non vengano soltanto annunciate ma anche messe in pratica.

Ad allarmare l’Europa oltre che la situazione economica di Francia, Italia e Belgio è anche l’instabilità politica della Grecia che ha annunciato le elezioni anticipate con la forte prospettiva della vittoria delle forze di sinistra di Syriza. Non ci sono solo numeri in gioco ma i principi che stanno alla base della politica economica e che in questi anni di crisi non hanno fatto altro che acuire le differenze all’interno dell’Unione.

In questa corsa, l’Europa da un lato e il Governo italiano con Renzi dall’altro si giocheranno gran parte della loro credibilità politica.

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