Medici Senza Frontiere: troppe le crisi dimenticate nel 2012

[highlight]Medici senza frontiere lancia l’allarme sulla progressiva scomparsa delle crisi umanitarie nei tg italiani[/highlight]


[quote]‘Secondo me non siamo diventati ciechi, secondo me lo siamo, Ciechi che vedono, Ciechi che pur vedendo, non vedono’[/quote]

Con le parole di Josè Saramago termina il ‘9° rapporto di Medici Senza Frontiere – le crisi dimenticate dai media nel 2012′, che descrive, con dei dati sconfortanti, come il livello di attenzione sulle crisi umanitarie dei media italiani, ma in generale dei media occidentali, sia sempre più esiguo. Dall’indagine, realizzata con il supporto dell’Osservatorio di Pavia, si prende in esame la copertura delle crisi umanitarie nei principali notiziari della televisione generalista italiana confrontandola con quella delle principali emittenti europee. Da questa analisi emerge un quadro allarmante.

Il primo dato è il calo della visibilità nell’informazione italiana di prima serata degli eventi/situazioni di crisi umanitarie internazionali, ad essi infatti i principali notiziari hanno dedicato nel 2012 soltanto il 4% dei servizi, il dato più basso dal 2006 ad oggi, da quando Medici Senza Frontiere ha iniziato a monitorare i telegiornali. Di contro lo scenario dei servizi dei TG nostrani si focalizza soprattutto sulle problematiche economiche e sulla polemica politica, mentre le notizie di “curiosità e costume”, seppure in ribasso, mantengono una quota del 6% dell’agenda. Le notizie di criminalità si attestano invece sull’8% dei temi trattati. In termini di network, la Rai dedica in media il 5,1% alle crisi mentre Mediaset il 2,9%. Dal confronto con i notiziari di Francia, Germania, Gran Bretagna e Spagna emerge la maggiore attenzione dei notiziari europei alle crisi umanitarie internazionali, rispetto a quelli italiani e a quelli spagnoli.

Quando si parla di crisi, in quasi due terzi dei casi ci si riferisce a scenari di guerra e di conflitto come per la Siria (26%), l’Afghanistan (15%), Nigeria (12%) e il Medioriente (8%). L’HIV è completamente scomparsa con solo 7 servizi in un intero anno, mentre si rileva: la visibilità continua di alcune crisi umanitarie internazionali in ragione della gravità e della eccezionalità come per esempio in Mali che è poi progressivamente scomparso dall’agenda; la visibilità “ciclica” di crisi umanitarie che alternano momenti di notorietà (per esempio il Sudan) a lunghi silenzi; l’invisibilità cronica di alcune crisi umanitarie che non hanno ricevuto, nel corso del 2012, alcuna copertura mediatica (per esempio la Repubblica Centrafricana). Anche le malattie tropicali neglette e la tubercolosi sono state, nel corso del 2012, sostanzialmente ignorate.Quando le crisi umanitarie nel mondo non sono vicine, lo diventano perché il paese è teatro di vicende che coinvolgono nostri connazionali, o, si decontestualizzano per eventi che ci toccano da vicino.

Il rapporto termina con un auspicio, che tutti i media italiani sostengano gli sforzi per portare le crisi dimenticate all’attenzione dell’opinione pubblica. Dai sondaggi si evince che il pubblico ha sempre più voglia di informazioni sulle emergenze umanitarie, ma i media vanno controcorrente. E’ possibile sperare un’inversione di rotta in un paese fermo alla cinquantasettesima posizione nella classifica mondiale della libertà di stampa?


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