Contratto di locazione ad uso transitorio: tutto quello che c’è da sapere

Dato che un numero crescente di italiani si trasferisce per motivi di studio o di lavoro, aumenta come immediata conseguenza la richiesta di alloggi temporanei.

Questo porta spesso le persone a cercare appartamenti in affitto, con la formula del contratto transitorio.

Noi oggi scopriremo insieme proprio questo contratto, analizzandone ogni sfaccettatura.

Cos’è un contratto transitorio?

Chi va in affitto e ha bisogno di una casa per un periodo breve, generalmente preferisce il contratto di tipo transitorio.

Come spiega il termine stesso, questo contratto prevede un periodo massimo piuttosto breve per la locazione, corrispondente a 18 mesi. Non a caso, viene spesso sottoscritto dagli studenti universitari fuori sede, i quali nell’ultimo periodo possono anche richiedere il bonus affitto giovani.

Per saperne di più è possibile chiedere ad un esperto o informarsi personalmente in rete, cercando come riferimento la legge n.431 del 1998. 

In base a quanto prevede la legge per la locazione transitoria, il locatore ha l’obbligo di comunicare all’agenzia delle entrate qual è la motivazione che spinge verso l’adozione di questa tipologia di contratto.

Fra queste ovviamente si trovano il lavoro e lo studio, ma viene ad esempio esclusa la finalità turistica, che non prevede la possibilità di sfruttare il contratto di locazione ad uso transitorio. 

Un altro fattore importante da analizzare riguarda la differenza tra contratto transitorio con utenze e contratto senza utenze. Il primo caso prevede la presenza delle utenze intestate al proprietario della casa, mentre nel secondo caso si dovrà effettuare una voltura, così da assegnare l’intestazione delle utenze al locatario. 

In questa situazione è consigliabile valutare tutte le opzioni a propria disposizione, non solo in termini di fornitura di energia.

Anche la possibilità di navigare sul web è fondamentale, ed è meglio affidarsi a servizi che propongono soluzioni solo internet per casa, più pratiche e semplici in casi come questi.

Inoltre, un’altra responsabilità è la manutenzione, ordinaria e straordinaria, di impianti ed elettrodomestici.

Rinnovo del contratto transitorio: è possibile?

Il contratto di locazione ad uso transitorio, in questa forma, può essere rinnovato per una sola volta. Quando si supera questa soglia, il contratto viene automaticamente convertito nel classico canone libero 4-4.

Naturalmente, per prendere maggiore confidenza con questo argomento, conviene sempre chiedere informazioni ad uno specialista. Il contratto transitorio, infatti, richiede uno studio attento, per via dei tanti argomenti che lo riguardano. 

Si fa ad esempio riferimento alle necessarie comunicazioni nei confronti dell’agenzia delle entrate, anche quando lo si rinnova, e alla durata massima, come detto pari a 18 mesi.

Se invece si parla della durata minima, non ci sono limitazioni: si parte infatti da un minimo di 1 mese.

Chiaro poi che ci sono altri elementi che vanno verificati, come nel caso del pagamento della tassa sui rifiuti e gli oneri accessori, le operazioni di manutenzione in casa, la caparra e molto altro ancora.

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