Matteo Renzi e la battuta infelice sui contestatori abruzzesi

[highlight]Un’altra renzinata del nostro Presidente del Consiglio, in visita a L’Aquila.[/highlight]

Il nostro Premier Matteo Renzi, che non ama le critiche e pensieri diversi dai suoi, quando riceve delle contestazioni, anche sonore, reagisce in malo modo. In occasione della sua visita nella città abruzzese, ancora segnata dai danni del terremoto, alcuni manifestanti lo hanno contestato e lui, come l’ultimo dei cabarettisti, se ne è uscito con una sua battuta fuori luogo e di dubbio gusto; infatti, ha affermato, forse con l’intenzione di sminuirne gli effetti,  bollando la contestazione, che quelli che contestavano erano tifosi del Teramo calcio, che è in serie D.

Ora è difficile far capire ad una persona tronfia di sé, come è Renzi, che è buona norma capire il disagio delle persone e rispettarlo. Che non sempre si può pensare che fare il piacione possa andare sempre bene e, soprattutto, che si dà il meglio di sé facendo una battuta per sdrammatizzare o, addirittura, ridere. È chi fa il comico di professione, chi fa cabaret, che deve immaginare che il pubblico stia ad ascoltare per ridere e divertirsi. O sia andato a vederlo, impegnato in uno spettacolo, proprio con lo scopo di passare del tempo divertendosi.

Il Paese è stremato, i cittadini sono oberati di impegni e preoccupazioni ed è già tanto che contestino civilmente.

Avere rispetto dei cittadini è e deve essere il primo dovere di un politico, anche di professione come lo è Renzi. Soprattutto i cittadini meritano il rispetto del capo di governo, tra l’altro nominato senza avere chiesto ed ottenuto un mandato dai cittadini.  Immaginare che tutto possa essere accantonato e non affrontato seriamente, al di là delle dichiarazioni di rito, è un grossolano errore che una persona intelligente non deve commettere.

Il Paese ha bisogno di risposte serie ed articolate rispetto alle vere emergenze della comunità, non può essere preso in giro da un leader che, qualche volta, si diverte a fare il guitto d’avanspettacolo. Non è questo che si aspettava e si merita.

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