Coppa del Re, trionfo del Real: Barca battuto 2a1

[highlight]Decide un gran gol di Bale all’85’. Per le merengues è il 19° trofeo. L’era Barça ora è davvero finita[/highlight]

Il Real Madrid si aggiudica la sua 19a Coppa del Re, battendo in finale un Barcellona sempre più in crisi.

Al Mestalla di Valencia, gremito in ogni ordine di posto, decide uno straordinario gol di Gareth Bale. Dopo il vantaggio iniziale di Di Maria e il pareggio momentaneo di Bartra, il gallese si scatena in una delle sue irresistibili discese sulla fascia sinistra lasciando dietro proprio il giovane difensore blaugrana e andando a trafiggere l’insicuro Pinto. Per Carlo Ancelotti è il primo trionfo sulla panchina del Real nonché la nona finale vinta su dodici disputate da allenatore.

Dopo le due sconfitte in campionato (2-1 al Camp Nou e 3-4 al Bernabeu), ecco la prima vittoria nel clasico per il tecnico di Reggiolo. Il Real gioca  una partita impeccabile, sbandando solo in occasione del pareggio blaugrana e poco dopo il colpo subito. Per il resto, nonostante l’assenza di Cristiano Ronaldo, i galacticos dimostrano di meritare il trofeo. Da Casillas, sempre più portiere di coppe, a Benzema ognuno ha fatto la sua parte. Oltre agli autori dei gol, i migliori in campo nella serata di Valencia sono stati i tre del centrocampo ancelottiano: Xabi Alonso, Modric e Isco hanno costruito un’elegante cerniera davanti a Ramos e Pepe, scoraggiando gli attacchi avversari e generando le pericolose ripartenze madridiste. Il periodo buio del Barça e la classe del tridente del Real hanno pensato al resto.

Dall’altra parte, invece, “Tata” Martino teme l’esonero. In una sola settimana sembra essere svanito un progetto costruito nell’arco di un decennio. L’eliminazione dalla Champions per mano dell’Atletico, la sconfitta in finale contro il Real e il ritardo in Liga sempre nei confronti delle due squadre di Madrid. Peggio di così non potrebbe andare. Dopo anni di successi e spettacolo, i catalani stanno attraversando un calo fisiologico che, senza dubbio, dipende anche dall’addio di Guardiola. La differenza tra il catalano (e i suoi discepoli) e Martino si vede. Da inizio stagione la squadra non gioca più come prima. Finora, però, l’onda lunga delle recenti vittorie, la grande classe dei giocatori in campo e il timore reverenziale degli avversari, hanno coperto tutte le mancanze. Ma alla distanza  i veri valori di una squadra vengono fuori e la lezione subita in Champions per mano di Simeone è evidente più che mai: la coesione e il gruppo battono l’individualità e la mancanza di organizzazione.

Al Mestalla la classe dei campioni blaugrana non si è mai vista. Tra i non pervenuti, ancora una volta, spicca il nome di MessiDopo le deludenti prove in Champions e a Granada, il campione argentino è scomparso anche tra le maglie bianche degli avversari. Stanco, svogliato, demotivato, darà sicuramente adito alle critiche e alle voci di coloro che credono stia “conservando le energie per il Mondiale“.

Come se non bastasse, piove sul bagnato per il Barcellona. Prestazioni deludenti a parte, fa effetto vedere come l’unico gol dei catalani nelle ultime tre partite sia arrivato da palla inattiva e soprattutto grazie ad un canterano, Bartra.

Qualche chilometri più ad est di questo disastro, un’altra beffa contribuiva ad aumentare il rammarico dei supporter blaugrana: l’amato Pep Guardiola guidava il Bayern Monaco alla finale di Coppa di Germania rifilando una manita al Kaiserslautern.

Stavolta, l’era del Barça sembra davvero giunta al termine. Bisognerà ripartire da un progetto ben avviato, ma bruscamente interrotto. Farlo, però, non sarà semplice. Il gol del 2-1 di Bale racconta tanto della difficile situazione che dovrà affrontare la società catalana per rialzarsi: la fuga del gallese sul canterano Bartra è la vittoria degli acquisti plurimilionari sul progetto giovani. I fiacchi mancini di Di Maria e dello stesso numero 11 sono due frecce per la porta catalana, difesa da un sempre più insicuro e inaffidabile Pinto. Un’insicurezza che, con Valdes in partenza, non potrà neanche essere rimpiazzata a causa del probabile blocco del mercato in entrata.

Infine, il palo di Neymar negli ultimi istanti di partita: il segno che la fortuna (altra “qualità” che spesso si attribuiva al grande Barça dei tempi appena passati) ha davvero voltato l’angolo.

Ci sono voluti “due Madrid”, un cambio di allenatore e un quasi sicuro blocco del mercato, ma stavolta è ufficiale: il Barça dei marziani è tornato sulla Terra.

https://www.youtube.com/watch?v=uNO0f7OFZxc

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.

Torna in alto