Cannabis a scopo terapeutico. Dopo l’Abruzzo si riaccende la discussione

[highlight]L’Abruzzo si aggiunge alle altre regioni italiane nelle quali la cannabis può essere prescritta dai medici. Ma quali sono le proprietà curative della sostanza e perché “perfino Giovanardi è favorevole all’uso medico?” [/highlight]

Puglia, Toscana, Liguria, Veneto, Lombardia, Piemonte e ora anche Abruzzo. È questo l’elenco delle regioni italiane in cui è stato legalizzato l’uso della cannabis a scopo terapeutico. Un tema molto controverso, che ormai da tempo sta facendo discutere nel nostro Paese, in clamoroso ritardo rispetto ad altri sotto questo punto di vista.

Anche Le Iene, lo scorso novembre, hanno realizzato un servizio a riguardo.

http://www.youtube.com/watch?v=wVsvIeq2ZcY

Recentemente, quando è stata discussa in Parlamento, la legge sulla cannabis è sempre stata impugnata dal governo Monti. Ora, come dimostrano le parole del Ministro della Salute Beatrice Lorenzin (“l’uso terapeutico è da tempo legittimo”), sembra esserci un cambio di rotta anche da parte delle istituzioni.

La legge in Abruzzo

La legge che è appena passata in Abruzzo permette ai medici specialistici e ai medici di base di prescrivere farmaci cannabinoidi per varie patologie e malattie, con l’acquisto dei suddetti farmaci che sarà a carico del sistema sanitario regionale.
Le polemiche non si sono fatte attendere nemmeno in questo caso, con politici come Maurizio Gasparri, fieri oppositori del provvedimento in quanto anticostituzionale.

[quote]Questa metodologia contrasta con la Costituzione: un farmaco non può essere tale in Abruzzo e non in Calabria[/quote]

Secondo il vicepresidente del Senato, quindi, la legge approvata in Abruzzo serve esclusivamente a “regalare alla cannabis un’aurea di positività”. Esponenti di sinistra, invece, sono di tutt’altro avviso, come Daniele Farina di Sel, che si augura

[quote]che la Camera approvi la modifica della legge sugli stupefacenti, il cui iter riprende la prossima settimana in Commissione Giustizia, nel più breve tempo possibile consentendo l’uso terapeutico, quello ricreativo, ma soprattutto la possibilità per i malati di coltivarla per uso personale[/quote]

Una divisione netta, che non nasce oggi ma si è protratta nel tempo, impedendo di fatto all’Italia di colmare il suo ritardo cronico rispetto ad altre nazioni.

Ma quali sono, in realtà, le proprietà mediche di questa sostanza? E perché finora ha incontrato così tanti ostacoli la sua legalizzazione?
La risposta alla prima domanda è scientificamente articolata, ma comunque qualcosa si può già evincere dal servizio de Le Iene.

In pratica, la canapa è da sempre utilizzata per scopi medici, ma si è scontrata con una ferrea opposizione, che ha raggiunto la sua massima espressione durante il proibizionismo, precisamente nel 1937 quando il presidente degli USA Roosvelt emanò Marijuana Tax Act, che di fatto ne impediva la coltivazione, indipendentemente dalla destinazione d’uso.

Le ricerche effettuate negli ultimi anni dimostrano che l’uso di cannabinoidi in medicina è molto efficace nel placare dolori neuropatici e spastici (anche quelli legati alla sclerosi multipla), oltre a portare importanti risultati anche nella lotta a dolori tumorali.

E’, inoltre, utilizzata nel trattamento di nausea, vomito, anoressia e cachessia, asma e glaucoma, anche se per queste ultime due patologie non ci sono dati certi relativi ai vantaggi derivanti dall’utilizzo dei derivati della canapa, così come sono incerti i dati per il trattamento di allergie, epilessia, depressione e ansia.

Molti ricercati in tutto il mondo sono al lavoro per verificarne le proprietà antitumorali. 
Al centro degli studi il THC, (o delta-9-tetraidrocannabinolo), uno dei principi attivi più importanti della canapa. E’ una sostanza psicotropa, cioè capace di alterare l’attività mentale e/o in grado di creare assuefazione, ma con livelli di dipendenza molto inferiori rispetto, ad esempio, alla nicotina.

Come dimostrato da una ricerca del National Cancer Institute pubblicata il 12 marzo 2013, proprio grazie a questo principio attivo la cannabis “rallenta o blocca la crescita di alcune cellule tumorali del polmone”.

Ma allora, se ha tutte queste proprietà benefiche, perché in Italia, si fanno tante discussioni sull’uso della cannabis? Il problema nasce nel momento in cui non si riesce a separare l’uso medico da quello ricreativo, fieramente combattuto da esponenti sia di sinistra che di destra, Giovanardi in primis.

Secondo il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Sandro Gozi, comunque, la legge appena passata in Abruzzo

[quote]è un grande passo in avanti, umano, sanitario e giuridico[/quote]

Al punto che, citando il consigliere regionale che ha presentato questa legge, Maurizio Acerbo

[quote]perfino Giovanardi è favorevole all’uso medico di cannabinoidi[/quote]

Forse è il caso di ricordare che la legge Fini-Giovanardi, quella che, per intenderci, ha equiparato le droghe leggere a quelle pesanti, suscitando così l’indignazione di tutte quelle associazioni che da anni cercano di lottare per la legalizzazione della canapa e per il suo utilizzo a scopo terapeutico (qui, trovate uno dei tanti esempi),  è stata bocciata il mese scorso dalla Consulta.

Stavolta, però, anche il senatore del Ncd ha ammesso che

[quote]E’ una legge in sintonia con la legislazione nazionale in vigore. La norma ammette la cannabis per ragioni curative dietro presentazione della ricetta medica. E ha fatto bene il governo a non impugnarla[/quote]

senza, per questo, abbandonare le sue posizioni storiche:

[quote]Il problema è che si continuano a dire cose totalmente false, per cui ad esempio in Italia sarebbe vietata la cannabis a scopi terapeutici. Non è vero, è perfettamente legale. Quel che non si può fare è il consumo di cannabis a scopo ricreativo[/quote]

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