Codacons: Ludopatia, lo Stato italiano istiga al suicidio

[highlight]Denuncia “all’immobilismo statale” dinnanzi al gioco d’azzardo[/highlight]


Fa scalpore la nota del Codacons che, per ogni morte a seguito di perdita al gioco d’azzardo, accusa la Presidenza del Consiglio e il Ministero dell’Economia di istigazione al suicidio e omissione d’atti d’ufficio.

Secondo Carlo Renzi, Presidente del coordinamento delle associazioni, sono evidenti le responsabilità del Ministero e del Governo nell’esplosione del fenomeno della ludopatia.
Alla base dell’esposto c’è la denuncia di abuso e omissione di atti d’ufficio dello Stato che, «omettendo senza alcuna valida ragione di emettere il decreto previsto dalla legge 12 dicembre 2010, n. 220, appare complice delle morti da gioco registrate nel nostro paese».

Il Codacons chiederà quindi al Tar di nominare un commissario che imponga il rispetto della sentenza di accoglimento della class action contro la Pubblica amministrazione, colpevole di non aver ancora emesso il decreto contro le ludopatie e per la prevenzione del gioco compulsivo.

La nota si conclude con la minaccia di denunciare il Ministero dell’Economia e la Presidenza del Consiglio  per istigazione al suicidio e omissione di atti d’ufficio per ogni nuova morte legata al gioco.

Questa presa di posizione ha ancora più importanza in considerazione del drammatico suicidio del giovane ischitano di qualche giorno fa, a causa delle forti perdite di denaro alle slot machine.

Nella sua denuncia, il Presidente del Coordinamento delle associazioni sottolinea ancora di più la gravità sociale della ludopatia, definita  dal Ministero della Salute come l’incapacità di resistere all’impulso di giocare d’azzardo o fare scommesse, nonostante la consapevolezza della gravità delle conseguenze.

Recentemente, attraverso l’articolo 7 del DDL 13/9/2012, è stato raccomandato ai gestori di sale da gioco «di esporre, all’ingresso e all’interno dei locali, il materiale informativo predisposto dalle aziende sanitarie locali, diretto a evidenziare i rischi correlati al gioco e a segnalare la presenza sul territorio dei servizi di assistenza pubblici e del privato dedicati alla cura e al reinserimento sociale delle persone con patologie correlate al Gioco d’azzardo patologico».

La National Gambling Impact Study Commission americana raccomanda di sottoporre ad apposito addestramento il personale dei casinò per riconoscere i sintomi del gioco d’azzardo patologico, così da individuare i clienti patologici, escluderli dal gioco e poter fornire loro, con discrezione, del materiale informativo su programmi di trattamento e recupero.

Ma tutto questo si può considerare sufficiente? È possibile limitare la prevenzione solo ad alcune raccomandazioni, senza un intervento deciso del Legislatore? Un piccolo passo è stato compiuto dalla Regione Emilia Romagna con la legge regionale per la prevenzione del gioco d’azzardo.

Riuscirà la netta presa di posizione del Codacons a scalfire l’immobilismo statale, che appare sempre di più appoggiare la lobby del gioco d’azzardo?


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