Agcom, un terzo degli italiani non ha mai avuto accesso a Internet

[highlight] Dato allarmante dallo studio Agcom[/highlight]


«La rappresentazione sintetica più brutale della domanda di Internet in Italia è quella che vede il nostro Paese al quarto posto in Europa nella non invidiabile classifica del numero d’individui che non ha mai avuto accesso a Internet (37,2% contro una media EU27 di 22,4%2)». Questo dato allarmante è stato illustrato ieri nella Relazione annuale 2013 sull’attività svolta e sui programmi di lavoro” dell’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni.

In Italia s’investe poco e male sulle nuove tecnologie informatiche, e questo crea grossi squilibri nel confronto con gli altri Paesi Europei; bisogna precisare, però, che le statistiche si basano sull’intera popolazione italiana, nota per l’età media molto elevata, elemento da non sottovalutare quando si parla di utilizzo di Internet.

Gli ultimi rilevamenti disponibili, infatti, attestano la percentuale d’italiani con un’età superiore ai 65 anni al 20%: applicando l’analisi fatta dalla Agcom a un campione con un’età inferiore o uguale ai 65 anni, la media risulterebbe molto più bassa.

La situazione, però, non cambia. Il problema principale in Italia è lo sviluppo in termini di infrastrutture e ammodernamento tecnologico. Nelle prime pagine del Rapporto si fa menzione al fatto che una «fetta di popolazione è ai margini della rete». Nel dettaglio, possiamo leggere che «le nuove reti stentano a svilupparsi in Italia ancor più che in Europa. La realizzazione delle nuove reti LTE prosegue a velocità ridotta rispetto alle previsioni; le reti fisse di nuova generazione sono al palo. Sopra i 10 Mbit/s, la sottoscrizione media al 2012 in Europa è del 59%, da noi ristagna al 14%. Non pervenuta quella per le connessioni sopra i 30 Mbit/s. Non pervenuta la fibra, né la cablatura dei distretti. Non pervenuta la catch-up tv, né il video on demand».

[quote] «L’attendismo dei mercati, le responsabilità della politica e le difficoltà della regolamentazione, ora la crisi: sembra proprio che l’Italia abbia fatto molto per rallentare il suo sviluppo digitale».[/quote]

Unico spiraglio di luce, in questo quadro altrimenti desolante, è rappresentato da giovani e meno giovani, i cosiddetti “nativi digitali”, che con un’età compresa tra i 15 e i 19 anni passano moltissimo tempo connessi a internet e si contraddistinguono in particolare per l’utilizzo, talvolta anche eccessivo, dei principali social network, come Facebook, Twitter e altri, di cui alle volte diventano anche dipendenti.

«Sono loro i più attendibili traghettatori verso la modernità di un Paese che di suo non ha molta voglia di avanzare».

Come sempre si ripongono speranze nei giovani, ma a governare sono sempre gli anziani. Urge un ricambio generazionale per portare, finalmente, il Paese in linea con gli standard Europei.


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