Il ritorno di Corona… e gli assist di Costanzo

[highlight]Fabrizio Corona torna in tv e Maurizio Costanzo gli spolvera la poltrona che gli fa riconquistare la scena.[/highlight]

Fabrizio Corona è tornato a parlare in televisione dopo aver scontato la pena di tre anni e tre mesi di carcere, in seguito alle vicende giudiziarie che per qualche anno sono riuscite quasi a monopolizzare la cronaca italiana, facendo a spallate con gli innumerevoli scandali che si susseguono di settimana in settimana. Ad ospitare il ritorno dell’ex paparazzo è stato Maurizio Costanzo, nella prima puntata del rinnovato (per modo di dire) “Maurizio Costanzo Show”.

Fabrizio Corona è tornato, quindi. Il “Maurizio Costanzo Show”, pure. Per la serie: le disgrazie non vengono mai da sole. La trasmissione, in onda domenica 8 maggio su Rete4, ha mostrato all’Italia il riflesso del suo profilo più basso e vergognoso. La vicenda di Fabrizio Corona e la sua stessa immagine hanno attraversato un periodo molto delicato della storia recente del nostro Paese, toccando fenomeni politici e sociali quali il berlusconismo e scandali come quello di Vallettopoli. Uno sfondo triste sul quale Corona ha dimostrato di sapersi muovere con grande leggerezza. L’ex modello è diventato, tra la fine del primo decennio del Duemila e i primi anni del secondo, un idolo per un certo target di giovani e un “cattivo esempio” per una parte del pubblico, proprio come ha cercato di dimostrare lo pseudo-dibattito di domenica sul palco di Maurizio Costanzo.

Il ritorno in tv, a prescindere dai tecnicismi processuali e giudiziari, poteva rappresentare quindi una duplice occasione di riscatto: in primis, da parte dello stesso Fabrizio Corona – che a parole ha cercato di convincere la platea del suo cambiamento, per poi smentirsi un secondo dopo aver pronunciato la prima frase retorica che gli veniva in mente; ma l’occasione più grande non riguardava il diretto interessato (il cui destino dovrebbe interessare molto poco all’opinione pubblica italiana) quanto una buona parte del giornalismo nostrano che ormai da troppo tempo sembra voler catalizzare tutta l’attenzione del pubblico su di sé per plasmare lo spettatore/lettore medio, pronto a sposare la causa proposta e difesa dal giornalista-star di turno.

Dispiace ammetterlo, ma Maurizio Costanzo – in questa occasione – ha incarnato perfettamente il lato oscuro e infame del giornalismo che bisogna combattere e limitare il più possibile. L’“Uno contro tutti” organizzato da Costanzo si è presto trasformato in un “One Man Show”, appoggiato e quasi pilotato da… Costanzo. Corona non vedeva l’ora di tornare a fare ciò che gli riesce meglio: il divo. E il veterano della tv italiana ha rappresentato una spalla perfetta in questo caso. A partire dalla prima fila di giornalisti che ha deciso di schierare, alcuni pronti ad attaccare il protagonista della serata – almeno in avvio – altri felici di poterlo difendere e nutrirsi delle briciole degli applausi della platea adorante.

L’evento che poteva chiarire molti retroscena di un fatto di cronaca di rilevante importanza, si è trasformato in uno show da salotto televisivo come tanti altri (e non era certo difficile pronosticarlo, anzi). Uno spettacolo di mediocrità che è inciampato in quasi tutte le domande, spesso futili, dei giornalisti chiamati in causa fino a raggiungere l’inevitabile parossismo nel battibecco tra Corona e Cecchi Paone che ha portato quest’ultimo a lasciare il teatro quasi a metà trasmissione: che colpo di scena! come se qualcuno non fosse stato in grado di prevedere nulla di simile alla sola vista di Cecchi Paone in prima fila. A onor del vero, bisogna anche precisare che lo stesso giornalista fino a quel momento aveva cercato di portare il dibattito sull’importanza degli studi, parlando di interesse per Premi Nobel e scienziati anziché entrare veramente nel merito della questione. Ma questa è un’altra triste storia italiana…

Ciò che conta è che Fabrizio Corona è finalmente tornato sotto i suoi adorati riflettori: la macchina che si era inceppata tre anni fa stava fremendo. Lo stesso Maurizio Costanzo, stanco di tanto moralismo e tanta pochezza, non ha più resistito e ha cominciato a schierarsi presto dalla parte del suo ospite arrivando addirittura a schernire ripetutamente la scrittrice Antonella Boralevi, una delle più decise accusatrici in sala, alla faccia dell’imparzialità. E’ così che l’invectiva ad Coronam è diventata l’apologia di Fabrizio. L’occasione di fare chiarezza si è trasformata, quasi naturalmente, in uno spettacolo di luci e applausi. La prima puntata del nuovo “Maurizio Costanzo Show” si può praticamente distinguere in due parti: nella prima, lo scarso tentativo di sparare su una finta croce rossa da parte di giornalisti che evidentemente non hanno mai preso in mano le carte del processo riguardante il loro bersaglio; nella seconda, lo scontato trionfo dell’ospite d’onore. Tripudio che poi era il vero obiettivo della serata.

Morale della favola: Corona, assistito da una valida spalla come quella di Costanzo, è tornato a raccogliere applausi e ammirazione. Quel “cattivo esempio per i giovani” può tornare a ricoprire il ruolo di idolo e sex symbol, a cui si aggiunge la medaglia al valore di aver dovuto subire una pena troppo grande in proporzione ai suoi errori. Ed è vero: Corona non è un mostro, ciò che lo circonda e l’ambiente che lo ha creato sono i veri mostri. Perché non molti notano che in tv, di domenica sera, in prima serata, personaggi autorevoli lanciano messaggi quali: “Guidare senza patente non è grave, se si sa guidare un’auto”. O altre vergognose argomentazioni come la rivendicazione di “due milioni di dollari di tasse pagate mentre ero in carcere” (nell’ambito dell’inappropriato polverone sollevato da Cecchi Paone sull’importanza degli studi) o l’attacco a Gianluigi Nuzzi, autore di un libro sulle carte segrete di Benedetto XVI, e per questo indagato dalla Santa Sede, particolare utilizzato dal furbo Corona per neutralizzare subito le accuse che gli rivolgeva il giornalista ad inizio serata.

Nuovo show, solito Corona e solita tv italiana: alla fine l’arroganza del protagonista ha avuto la meglio su tutto e tutti, tanto che nella seconda parte anche i più accesi accusatori si sono mostrati più docili e mansueti al cospetto del ritorno del re. La missione è stata quindi compiuta ed è solo il primo passo. Fabrizio Corona è tornato al suo posto, seguito da una schiera di fan e giornalisti pronti ad imitarlo e ad accrescere la fama di uno che continua a parlare di sé come di un “personaggio”, anziché di un uomo. Una situazione pazzesca! Come molte domande poste da chi ha partecipato all’incontro. Tra questi, il giornalista Marco Castoro, che ad un certo punto azzarda – molto timidamente – addirittura un paragone tra l’intervista di Costanzo a Corona e quella di Vespa a Casamonica! Un intervento che ha suscitato ilarità e stupore anche nel più distratto telespettatore e che di fatto ha spalancato le vie del trionfo all’ex paparazzo. Oltre a segnare il punto d’inizio della “discesa in campo” di Maurizio Costanzo che, rispondendo alla domanda di Castoro, ha giustamente precisato: “Anche io ho intervistato tanti criminaloni. Il punto è: dipende da come si intervistano…”

Appunto. Corona non è un grande criminale, è solo uno dei tanti possibili risultati perversi di una società in gran parte malata, ignorante e inetta, che continua a preferire il televoto al voto elettorale, il gossip alla politica, la mondanità alla cultura, i falsi idoli ai veri esempi sani. Un prototipo di ciò che può creare la società italiana di oggi, ed è per questo che intervistarlo in maniera imparziale era essenziale.

Perché Corona è uno dei risultati, già. Ma la parte insana del giornalismo e tutta l’industria che ruota intorno a personaggi come lui ne è la causa. Fabrizio Corona, in sé, non conta niente; l’opinione pubblica sì. La prima, e forse unica, occasione che il ritorno di un personaggio del genere sotto la luce dei riflettori poteva offrire era quella di provare a combattere tale sistema. Il salotto di Costanzo, evidentemente, non era il luogo più adatto per farlo. Ed è proprio per questo motivo che è stato scelto.

L’altra occasione, in realtà, non era neanche un’occasione: Corona non ha bisogno di redimersi e non ne ha la minima intenzione. L’unico vero obiettivo della serata era rilanciare la sua immagine, bella maledetta e ora anche perseguitata ingiustamente (perché, ricordiamolo, le sentenze dalla tv valgono più di quelle dei giudici). E non è un caso che, tra una domanda ridicola e l’altra, infondo, sia stato lo stesso Corona a dare una risposta molto eloquente sul suo possibile futuro: un bel programma televisivo da intitolare, perché no, “Fabrizio Corona Show”. Quella dell’8 maggio da Costanzo, potete anche cominciare a considerarla solo un’anteprima.

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