A S.Vitaliano l’amministrazione si mobilita contro l’inquinamento

[highlight]UN’ORDINANZA OPPORTUNA MA SUPERFICIALMENTE STRUMENTALIZZATA [/highlight]

Ha fatto molto scalpore, nei giorni scorsi, l’ordinanza n. 20 del comune di San Vitaliano, in provincia di Napoli. L’ordinanza, a firma del sindaco Dr. Antonio Falcone, è nata in conseguenza dei dati sull’inquinamento registrati nel corso dell’anno 2015. I dati sono figli dei rilevamenti effettuati attraverso la postazione di rilevamento della qualità dell’aria, sita nel comune nei pressi della scuola Marconi.

La gestione di questa postazione è affidata all’Arpac e. malgrado i controlli, non si è riusciti a capire ed individuare la causa dell’inquinamento. Soprattutto, i valori che destano preoccupazioni sono quelli relativi al PM 10, che hanno superato, in molte occasioni, le soglie previste dalle norme. L’ordinanza mira a tutelare la salute della comunità intera, in attesa di ulteriori indagini e monitoraggi. Lo scopo è, anche, quello di regolamentare le attività produttive ricadenti nel territorio comunale, siano esse industriali, artigianali, commerciali, agricole.

Le misure previste avranno durata fino al 30 giugno 2016 e dovranno essere rispettate in tutti i giorni della settimana. L’obiettivo primario è quello di ottenere la riduzione delle emissioni di fattori inquinanti almeno del 10% al di sotto di quelli autorizzati. Riguardo le attività di produzione di panificazione e pizzerie, si fa divieto di utilizzare biomasse solide (legna, pellet, carbonella, ecc) a meno che le apparecchiature abbiano sistemi idonei che eliminano almeno l’80% delle polveri sottili PM10.

Le aziende hanno la possibilità di mettersi in regola, installando due sistemi di abbattimento, entro il 29 febbraio e il 31 maggio 2016. Tra le suddette date sarà tollerato che il requisito di abbattimento non venga soddisfatto per intero. I titolari delle suddette attività, devono comunicare al Comune, entro il 29 febbraio 2016, mediante autocertificazione, informazioni relative alla ragione sociale, indirizzo, tipo di materiale utilizzato per la combustione, tipo di filtro installato in attuazione dell’ordinanza, la ditta che ha effettuato l’installazione , copia delle fatture da cui si evince fornitura ed installazione.

Insomma, come si vede, non si sono chiuse le attività di panificazione e pizzeria, come un’informazione superficiale ha fatto capire fino ad amplificarne in maniera indecorosa gli effetti. L’ordinanza, chiaramente, regolamenta anche le altre attività, non tralasciando di emanare misure per il riscaldamento degli edifici pubblici e privati. Insomma, mi sembra di poter dire, ci troviamo di fronte ad un provvedimento da rispettare al fine di salvaguardare, senza ipocrisia, la qualità della vita, attraverso il controllo dei fattori inquinanti.

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