La doppia morale di Matteo Renzi

[highlight]Questione Azzollini e alleanza con Verdini. È questa la rottamazione del leader del Partito Democratico?[/highlight]

Uno dei motivi per cui Renzi ha scalato così velocemente le scale del potere è dato dalla sua capacità di comunicazione immediata e dirompente nei toni. Ma il tempo ha dimostrato che, spesso, alle buone intenzioni fanno seguito atteggiamenti e comportamenti non all’altezza. E in quest’anno e mezzo circa di suo governo esempi, in tal senso, non sono mancati.

L’ultimo in ordine di tempo è data dall’alleanza con Verdini e dall’atteggiamento tenuto dal PD sulla questione arresto del senatore Azzollini.
L’alleanza con Verdini sembra dimostrare, senza ombre di dubbio, che ci troviamo di fronte ad un politico, Renzi, capace di un senso pratico al cui cospetto il compianto Andreotti risulterebbe un dilettante.

Come può un politico che si presenta sul proscenio con gli argomenti con cui si è presentato Renzi (rottamazione, velocità di decisione, ecc,) allearsi con un plurindagato come Verdini? Mi si potrà dire che uno dei suoi primi atti fu quello di stipulare un patto, quello del Nazareno, con il condannato e espulso dal Senato Berlusconi. Un patto segreto di cui pochi conoscono i termini.

Il Paese ha bisogno, a mio avviso, di un modo diverso di operare in politica e questa necessità buona parte dell’opinione pubblica ne riconosceva la capacità al buon Renzi. Come i dati, continuamente pubblicati, dimostrano l’attesa della comunità è andata quasi del tutto delusa. Le priorità che Renzi ha voluto imprimere alla sua azione di governo non hanno incontrato il favore dell’elettorato, come le recenti elezioni regionali hanno dimostrato.

Il Paese è attraversato da una crisi economica e morale (come i tanti scandali che toccano, anche, il PD dimostrano) che richiedeva altri tipi di priorità, altro piglio più concreto e, soprattutto, un’attenzione non rivolta preminentemente a persone come Verdini. Nel Paese vi sono energie politiche e professionali che vanno tenute in considerazione ed impegnate per cercare, tutti insieme, di dare una scossa all’economia e all’etica
Nazionale.

Impegnarsi in una politica “dei due forni” da prima repubblica non è un buon segnale da inviare al Paese. Soprattutto accompagnato da un atteggiamento controverso sulla richiesta di arresto del senatore Azzollini. Richiesta che il Pd nell’apposita commissione parlamentare aveva assecondato con il suo voto favorevole. Come è noto nella votazione di ieri il voto del Pd è stato diverso ed ha consentito al senatore Azzollini di salvarsi dall’arresto chiesto dalla magistratura. L’impressione avuta è che ci troviamo di fronte ad un opportunistico atteggiamento dettato dalle necessità del governo e del momento che questo attraversa. Questo doppiopesismo ricorda molto il vecchio Giolittti quando diceva che “la legge si interpreta per gli amici e si applica per i nemici”. Giolittii, come è noto venne tacciato di trasformismo. Il buon Renzi che fa?

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