Al Palazzo Mediceo arriva Mater Camorra e i suoi figli

Mater Camorra e i suoi figli

[highlight]In scena lo spettacolo teatrale dedicato a Gaetano Montanino, vittima innocente della criminalità[/highlight]

L’Accademia Vesuviana del Teatro di Gianni Sallustro, con sede a Ottaviano, in collaborazione con il  T.I.N. (Teatro Instabile di Napoli)  ha organizzato per i suoi allievi, dal mese di Ottobre 2013 al mese di Marzo 2014, lo stage Il teatro epico di Brecht, finalizzato alla realizzazione dello spettacolo teatrale “Mater Camorra e i suoi figli”, regia di Michele Del Grosso.
Il progetto nato per approfondire la conoscenza del teatro epico di Brecht è stato condotto dal regista teatrale Michele Del Grosso e da Gianni Sallustro, attore e fondatore dell’Accademia Vesuviana del Teatro. Durante il workshop è stato affrontato lo studio dell’attore nell’interpretare il drammaturgo tedesco. Dopo che gli allievi hanno ottenuto  una buona conoscenza di Brecht  si  è passati  alla lettura interpretativa di una tra le sue opere più significative “Madre Courage”. Di questo capolavoro  ne è stata fatta la decodifica del testo, la decodifica dei suoi personaggi per poi passare alla messinscena del testo, rielaborato in dialetto napoletano da Michele Del Grosso, Gianni Sallustro e Nicla Tirozzi.

Perché questo progetto?

L’Accademia Vesuviana del Teatro ha ricevuto nel Maggio del 2012 dalla Polizia di Stato un attestato di benemerenza così motivato: 
[quote]Per l’alto valore sociale e per l’impegno profuso nel diffondere la cultura della legalità attraverso progetti di teatro, musica e danza; centro di aggregazione per i giovani che attraverso l’arte e con la realizzazione di spettacoli, diventano testimoni di una società più giusta e libera dalla violenza, diffondendo i valori di giustizia e coraggio sia nella loro terra, che nei centri di giustizia minorile[/quote]
A tal proposito, in un periodo in cui spirano forti tensioni, l’Accademia Vesuviana del Teatro di Gianni Sallustro ha deciso di realizzare, in collaborazione con il Teatro Instabile Napoli e Michele Del Grosso, il progetto teatrale Mater Camorra e i suoi figli.

Note di regia

Si può pensare che le donne siano in quanto tali contro le guerre solo se si vede la guerra  come fenomeno che appartiene  alla vita pubblica e che perciò ha avuto storicamente come protagonista esclusivo il sesso maschile. Se invece consideriamo come profondamente intrecciati privato e pubblico, individuo e collettivo, femminile e maschile, è chiaro che in guerra la parte sostenuta più o meno consapevolmente dalle donne è sempre stata grande. Sono le donne a garantire solidarietà ed affetti  a chi agisce in un teatro di odio e di distruzione. E ancora, in tempo di guerra, sono  le donne, oltre a decidere  di poter combattere  in prima linea, a sopportare un sovrappiù di violenza: gli stupri, la prostituzione coatta oppure la riduzione alla funzione  di cura ed assistenza. Anna Fierling, la celebre vivandiera di Brecht, diventa in “Mater Camorra e i suoi figli” “Anna ‘a squarciona”, mentre i suoi tre figli, Eilif, Schweizerkas e Kattrin la muta, vengono ribattezzati  Rafele, Tonino e Catarina. Tra gli altri personaggi c’è il Cappellano, personaggio che rappresenta  una casta di persone paurose e false, interessato come tutti gli uomini alla propria sopravvivenza ed interessi. Egli  non si fa problemi a rinunciare all’onore per sopravvivere e rinunciare pure ai voti proponendo un matrimonio a Madre Coraggio. Il cappellano è inquietante e con connotati zoomorfi, come del resto ogni altro personaggio del testo rivisitato. In questa rilettura del drammaturgo di Augusta la vicenda di “Madre Courage” è ambientata nei vicoli di Napoli e nella provincia napoletana e la guerra dei trent’anni si trasforma nello scontro perenne fra i clan, con il surplus  di degrado e  animalità che questo comporta.

La dedica

Lo spettacolo è dedicato alla memoria di Gaetano Montanino, guardia giurata, ucciso il 04/08/2009 all’età di 45 anni durante una sparatoria avvenuta in Piazza Mercato, a Napoli. Montanino e un collega, Fabio De Rosa, 25 anni, sono nella macchina di servizio dell’istituto per cui lavorano, “La Vigilante”, per il loro giro abituale di controllo delle attività commerciali. Tutto sembra in ordine, la zona è quasi deserta. Le due guardie vengono improvvisamente avvicinate da due delinquenti che intimano la consegna delle armi. Gaetano e Fabio resistono. Scoppia il conflitto a fuoco.
Gaetano viene colpito da 8 colpi di pistola, il compagno è più fortunato, i sei proiettili che lo colpiscono non ledono parti vitali. Gaetano Montanino lascia la moglie e una giovane figlia.
La sera stessa dell’omicidio viene fermato uno dei due delinquenti, Davide Cella, rimasto ferito durante la sparatoria. La testimonianza del vigilante De Rosa permette ai poliziotti della Squadra Mobile di ricostruire la dinamica dei fatti.
Successivamente le serrate indagini e la confessione del pentito De Feo, portano al fermo degli altri responsabili, Salvatore Panepinto ed un ragazzo minorenne. Nell’aprile del 2012 la sentenza di secondo grado condanna i responsabili dell’omicidio di Montanino a 20 anni di reclusione. Numerose iniziative si svolgono in memoria di Gaetano Montanino.

 Presentazione  Accademia Vesuviana del Teatro

L’Accademia Vesuviana del Teatro è una scuola di recitazione che  nasce  nel 2007 ad Ottaviano in provincia di Napoli. L’ obiettivo primario è  quello di dare ai giovani e ai meno giovani  del nostro territorio vesuviano  un’occasione per esprimere le loro qualità, coltivare le loro passioni ma soprattutto rappresentare per loro la realizzazione di un sogno. Vivere il teatro, la musica, la danza spesso nel vesuviano diventa un semplice hobby finalizzato al tempo libero, o non valorizzato perché acerbo il concetto di formazione artistica. Con l’Accademia Vesuviana del Teatro vogliamo invece proporre concretamente un’ alta preparazione qualificata, dove gli allievi  vivano il mondo dell’arte a 360° gradi. Nel teatro il corpo, la voce e la mente sono  gli  strumenti  attraverso  i quali si rappresentano le emozioni. Sono queste emozioni che danno  vita a un personaggio sul palcoscenico. Bisogna avere, quindi,  prima un certo controllo su: corpo -mente – voce , per poi passare alla dimensione delle emozioni. Per ultimo bisogna studiare il personaggio attraverso l’analisi dei testi e della vita dello stesso. L’attore che riesce a rappresentare in modo genuino le emozioni del dramma con un corretto allenamento riuscirà ad immedesimarsi e in tal modo creare naturalmente una forte connessione tra pubblico e attore.

“Mater Camorra e i suoi figli”  personaggi ed interpreti:

Anna ‘a squarciona (‘ocamaleonte) – Nicla Tirozzi
Cappellano  (‘o serpente) – Gianni Sallustro
Ciruzzo’a pippa (‘o cigno) – Carlo Verre
Nannina ‘a prostituta (‘a gatta) – Miriam Campaniello
Rafele King Kong (‘o gorilla) – Gianluca  Cangiano
Caterina   (‘a palomma) – Veronica Montanino
Tonino (‘o cacciuttiello) – Alessandro Todisco
Luisa (‘a cana ‘e presa) – Anna Ammaturo
Mario (‘o cane  ‘e presa) – Riccardo Antonio Ruggiero
Pascale (‘o pittbull) – Gianni Annunziata
Carolina (‘o sorece) – Ester Nisi
Maria (‘o sorece) – Giusy Gargano
Rosaria (‘o sorece) – Gaia Rota
Gennarino (‘o cavallo) – Gennaro Lazzari
Nicola (‘o cavallo) – Raffaele Boccia
Gaetano (‘a scigna) – Felice D’Avino
Giggino (‘o lupo) – Tommaso Sepe
 
Regia: Michele Del Grosso
Assistenti alla regia: Gianni Sallustro, Nicla Tirozzi
Scenografie realizzate dalla Sacs
Costumi: Costantino Lombardo

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