Addio al marchio Nokia. Dopo l’acquisizione nasce Microsoft Mobile

[highlight]A distanza di più di sette mesi dall’annuncio dell’acquisizione, il marchio Nokia è prossimo a lasciare definitivamente il posto a quello di Microsoft Mobile all’interno del mercato di smartphone e tablet[/highlight]

Addio Nokia. Era soltanto questione di tempo. Dopo l’annuncio dello scorso Settembre, l’intero mercato della telefonia mobile era in attesa di conoscere il momento esatto in cui sarebbe avvenuto il passaggio del testimone da Nokia a Microsoft.

Secondo una nota destinata esclusivamente ai fornitori diramata del corso delle ultime ore, l’ora “X” potrebbe scoccare il prossimo 25 Aprile: la transazione tra l’azienda finlandese e quella statunitense sancirà la fine dello storico marchio Nokia per dar vita ad un freddo (ma probabilmente inevitabile) Microsoft Mobile.

D’altronde, il comunicato interno non lascia ampi margini di interpretazione:

[quote]Si prega di notare che al momento della chiusura della transazione tra Microsoft e Nokia, il nome di Nokia Corporation / Nokia cambierà in Microsoft Mobile[/quote].

L’acquisizione – Era lo scorso 4 Settembre quando Microsoft e Nokia, in una nota congiunta firmata dai rispettivi amministratori delegati Steve Ballmer e Stephen Elop, annunciarono una delle più importanti fusioni della storia della telefonia mobile. “E’ un passo nel futuro – affermò Ballmer – vantaggioso per i dipendenti, gli azionisti e i clienti di entrambe le società”. L’intera operazione, dal corso di circa 5.44 miliardi di dollari, risulta essere come una delle più dispendiose di sempre all’interno del mercato degli smartphone, considerando la transizione delle attività della sezione Devices & Services dall’azienda finlandese a quella statunitense, comprese quelle dei circa 32.000 dipendenti distribuiti in tutto il mondo (4.700 dei quali soltanto in Finlandia). In particolare, 3.79 miliardi saranno destinati direttamente al controllo sulla progettazione e lo sviluppo della linea Lumia e 1.65 miliardi per la licenza dei brevetti registrati da Nokia nel corso della sua attività.

Il futuro di Microsoft Mobile – Il nuovo brand non prende vita in uno dei momenti più semplici del mercato. La competizione tra i dispositivi (e soprattutto tra le aziende che si contendono il terreno) sembra essere agguerrita come non mai, con una preoccupante svalutazione dei prodotti (basti pensare ai top gamma di Samsung che a poche settimane dal lancio sul mercato sono già soggetti a sconti un po’ ovunque) e la saturazione del mercato. Ci si chiede, dunque, quale sarà la fascia di mercato alla quale Microsoft punterà per la crescita del suo brand. Una cosa è certa: nonostante la recente apertura verso il sistema operativo Android, l’azienda di Redmond punterà alla massima espansione del suo Windows Phone (che proprio in queste ore ha visto la sua versione 8.1 raggiungere il primo milione di dispositivi) come alternativa alla ormai sanguinosa disputa tra Apple e Google.

Cosa resterà di Nokia? Se, dunque, l’azienda finlandese vedrà migrare il suo band verso ovest, almeno per quanto riguarda telefoni cellulari e tablet, a partire dal prossimo 25 Aprile il brand Nokia dovrebbe interessare servizi dell’NSN (Nokia Solutions and Networks), ossia la sezione che si occupa dello sviluppo delle infrastrutture dedicate alla banda larga del settore mobile, oltre che prodotti come le mappe Here e l’Advanced Technology.

Insomma, il conto alla rovescia è ormai partito e di quell’azienda che per decenni è stata sulla cresta dell’onda all’interno del mercato della telefonia mobile presto ci sarà soltanto un ricordo. Negli anni, probabilmente, si continuerà a parlare di Nokia come la prima azienda capace di personalizzare i propri dispositivi, con le cover intercambiabili del 5110. Oppure del primo vero sistema operativo smart legato al progetto Symbian che ha ispirato tutti i telefoni e tablet di nuova generazione. Una cosa è certa: sono molti a pensare che se Nokia avesse adottato il sistema operativo Android anziché quello di Microsoft la storia sarebbe stata diversa. Ma quello che sarebbe davvero successo, non lo sapremo mai.

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