Primark arriva in Italia

[highlight]La catena di abiti low cost che batte Zara e H&M[/highlight]

Il tempio della moda low cost arriva anche in Italia. Primark, una delle catene di abbigliamento “fast fashon” più famose al mondo, ha annunciato che per l’estate 2016 aprirà il suo primo negozio in Italia, probabilmente ad Arese, poco a nord di Milano e successivamente inaugurerà altri due punti vendita rispettivamente a Roma e a Venezia. Il luogo privilegiato per lo shopping senza limiti ha già riscosso un notevole successo in molti Paesi europei; dopo Inghilterra, Germania, Francia, Olanda, Paesi Bassi, Portogallo e Austra, l’Italia non poteva essere che il passo successivo più logico da compiere, come confermato dalle analisi condotte dal brand che stimano il mercato italiano come quello potenzialmente più produttivo dopo quello tedesco.

Ormai è risaputo che le catene di abiti low cost più in voga degli ultimi anni sono destinate a un’espansione illimitata e, così, anche per Primark è giunto il momento di aprire il suo primo punto vendita, primo di una lunga serie di altri sette già ipotizzati, negli Stati Uniti; è un locale di oltre 21 000 metri quadrati situato a Boston quello che soddisferà le fanatiche dello shopping senza tregua. Il nuovo ingresso in territorio americano previsto per settembre 2015 consentirà a Primark di competere, sicuramente riuscendo a tener testa, con i suoi concorrenti diretti, come Target e Forever 21, ma comporterà anche una serie di problemi da risolvere. Uno tra questi riguarda la vendita online per la quale bisognerà tentare di mantenere i prezzi così bassi, tanto amati dai conoscitori dal brand, nonostante le spese di spedizione più alte in un territorio così vasto. Vediamo brevemente la storia di Primark, tenendo presente che si tratta della catena low cost più low cost di tutte e perciò candidata a collocarsi al primo posto tra i marchi a basso costo che propongono un tipo di abbigliamento quptidiano come Zara e H&M.

Come nasce

Primark è un brand irlandese molto forte nel settore cosiddetto fast fashion; con il suo stile particolare ma allo stesso tempo accessibile a tutti, questa catena si distingue per essere molto più economica delle sue concorrenti a livello internazionale, prime fra tutte Zara e H&M. . Il primo negozio viene aperto aperto nel 1969 a Dublino da Arthur Ryan col nome “Penneys”. Nel 1973 apre per la prima volta nel Regno Unito, a Derby, inaugurando così la sua espansione fuori dalla madrepatria. Attualmente. Nel 2006 Primark inizia ad allargare il proprio business in Europa, aprendo il primo negozio in Spagna. Attualmente conta un totale di circa 296 punti vendita ed è della Associated British Foods (di proprietà al 55% della famiglia Weston), società che si occupa  soprattutto di alimentari. Tra il 2007 e il 2013 i suoi guadagni sono passati da 233 a 514 milioni di sterline, per un giro d’affari che ogni anno tocca i 4,3 miliardi di sterline.

Le ragioni del succsso Primark

L’Economist spiega che tra i motivi del successo di Primark quello decisivo consiste nell’offerta irresistibile di abiti alla moda a prezzi sorprendentemente bassi. Il risultato è una nuova e sempre più veloce tipologia di fast fashion, che incoraggia i consumatori a comprare pile di abiti, gettandoli dopo averli indossati un paio di volte per poi acquistarne subito di nuovi. L’asso nella manica è dunque la strategia che abbatte i prezzi e punta sulla quantità di merce venduta. Basti pensare che in Inghilterra il prezzo medio di un abito da donna di H&M si aggira intorno ai 14,00 euro, mentre da Primark è di circa 5,00 euro, ovvero quasi due volte di meno. A favorire l’utilizzo di prezzi così competitivi sono anche i pochi investimenti fatti nell’ambito del marcketing e della pubblicità tradizionale, televisione e giornali, grazie alla preferenza per i social network. L’azienda punta quindi sul volume, seguendo la teoria secondo la quale più un capo è economico e più i clienti ne acquisteranno. Per avere un’idea meno vaga della cosa basta riportare le parole di Breege O’Donoghue, direttore del business development di Primark: «Vendiamo 300 milioni di paia di calzini l’anno e circa 150 milioni di t-shirt».

I costi bassi sono legati anche alla produzione. Da questo punto di vista, Primark è la sintesi perfetta tra H&M e Zara. Alla stregua di H&M, mantiene prezzi molto bassi, producendo in Asia, e al pari di Zara introduce continuamente nuove collezioni per invogliare i clienti a recarsi più spesso nei punti vendita. In un negozio Primark, infatti, il 10 per cento delle linee è rinnovato ogni settimana. In più, a differenza di H&M, che realizza le collezioni con due anni d’anticipo, Primark produce i capi solo sei mesi prima della messa in vendita, riuscendo a risultare sempre di grande tendenza. La linea basic viene prodotta in Asia e i tempi di produzione sono circa di novanta giorni, mentre le altre linee sono prodotte in Turchia o nell’Europa orientale e sono pronte in due mesi. L’azienda irlandese incarna, insomma, in tutto e per tutto lo spirito del mercato globale attuale; cambiamento, formula usa e getta e prezzi bassi sono le parole d’ordine per il successo assicurato di qualsiasi azienda che voglia affermarsi a livello internazionale, nel campo della moda e non solo. Basti pensare a un colosso come Ikea.

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