The Book Thief: due pagine bianche per raccontare l’Olocausto

[highlight]Due pagine bianche: la geniale campagna di marketing per promuovere l’uscita del film “The Book Thief”[/highlight]


Un’immagine vale più di mille parole. Si può sostenere, con ragionevole certezza, che questo concetto sia uno dei perni su cui si fondano il marketing e la pubblicità.

Ci sono casi in cui, però, una pagina bianca può risultare più efficace. È quello che è successo pochi giorni fa sul New York Times, che ha ospitato due pagine interamente bianche con su scritto solo un indirizzo web: wordsarelife.com. Inserendo questa url nel browser si giunge, però, al sito www.thebookthief.com, con l’avvio automatico del trailer dell’omonimo film.

Un’originale campagna di marketing per pubblicizzare un film, “The book Thief” appunto, che uscirà nelle sale USA il prossimo 15 novembre mentre in Italia il 13 febbraio 2014.

L’opera, diretta dal pluripremiato regista della serie tv “Downton Abbey” Brian Percival, ha come protagonisti l’attore premio Oscar Geoffrey Rush ed Emily Watson, che hanno già recitato insieme nel biopic su Peter Sellers “Tu Chiamami Peter”.

La pellicola è la trasposizione cinematografica del romanzo “La bambina che salvava i libri” di Markus Zusak, pubblicato nel 2005. Ambientato durante la Seconda Guerra Mondiale, il film narra le vicende della piccola Liesel Meminger, interpretata da Sophie Nélisse, affidata dalla madre incapace di mantenerla ai coniugi Max (Geoffrey Rush) e Rosa (Emily Watson). Liesel non ha frequentato la scuola, ma attraverso gli insegnamenti del suo nuovo papà impara ben presto a leggere. Ed è grazie all’amore per la lettura che supera l’iniziale diffidenza verso Max, un ebreo tedesco che i suoi genitori nascondono nel sottoscala della loro cantina.

Insieme a lui legge i romanzi che salva dai roghi nazisti o ruba dalle biblioteche, e rifugiandosi nella fantasia riescono a superare gli orrori dell’Olocausto.

Un film già lanciato verso i prossimi Academy Awards, considerato dai bookmaker come favorito per i premi più ambiti.

Pubblicizzare una pellicola di questo genere non è facile, perché si rischia di cadere nella banalità. Invece, mostrando due pagine bianche, il team marketing di “The Book Thief” è riuscito a trasferire degli elementi fondanti della storia che altrimenti sarebbero stati difficili da veicolare. Due pagine bianche, vuote, a simboleggiare le parole perdute nei roghi dei libri proibiti dai nazisti, ma anche la difficoltà di raccontare in maniera efficace la perdita di tutto, le persone amate, la dignità, la speranza.

E l’immaginazione, che può salvarci da un mondo nel quale non ci riconosciamo più.

Due pagine bianche, per una tragedia che non bisognerebbe mai smettere di raccontare.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.

Torna in alto