Il Milex e il rapporto sulla spesa militare

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L’osservatorio sulle spese militari italiane (Milex), nato dalla collaborazione con il Movimento Nonviolento, ha presentato ieri il primo rapporto sulla spesa militare nel nostro Paese.
Il rapporto, nella sua integralità, e che sarà pubblicato a Gennaio del prossimo anno, mette in evidenza, almeno secondo i dati comunicati, la spesa enorme che il nostro governo destina alla Difesa.
I dati, raccolti ed analizzati, mettono in risalto come vengono spesi circa 60 milioni al giorno, per acquistare armamenti.

I due promotori del progetto, il giornalista Enrico Piovesana e il ricercatore Francesco Vignarca, hanno presentato i dati in un incontro pubblico, mettendo in chiaro i veri dati, contrariamene a quelli dichiarati dal Ministero della Difesa, sulle spese che il nostro Paese destina agli armamenti. Si continuano, infatti, ad acquistare F35, qualche portaerei, carri armati ed elicotteri, pagati dal Ministero dello Sviluppo Economico.
L’obiettivo dichiarato del rapporto è quello di ottenere una maggiore trasparenza negli acquisti, e di favorire un controllo democratico, più opportuno, allo scopo di evitare o, quanto meno, diminuire l’influenza da parte di ambienti lobbistici del settore dell’industria militare.

Il rapporto pone all’attenzione anche la questione del costo eccessivo del personale, caratterizzato da una incongruenza, tra l’altro già nota e produttrice di una riforma non rispettata del tutto, che va quanto prima rimossa: un numero maggiore di comandanti rispetto ai comandati. Così come il rapporto mette in evidenza l’aumento considerevole dei costi per il trasporto aereo di Stato, con un aumento del 50%. La maggior parte di questo costo è dovuto al nuovo Airbus A340 della Presidenza del Consiglio.

Il rapporto evidenzia, quindi, in un momento di contrazione della spesa per servizi essenziali per i cittadini, un abnorme e inutile dispendio di energie economiche per una corsa al riarmo inutile ed improduttiva.
Un’attenzione maggiore della politica, e dei media, su problemi come questi evidenziati dal rapporto, consentirebbe un equilibrio più opportuno nella spesa e, forse, un’attenzione doverosa ai problemi, veri e quotidiani, degli italiani.

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