Allattamento al seno: tutto quello che c’è da sapere

Allattamento al seno

Come creare questo legame intenso e profondo fin da subito, senza farsi vincere dalle paranoie.

Dopo tanta attesa, è finalmente arrivato il giorno del primo incontro tra te e il tuo bambino.

Benvenuta nel mondo delle mamme.

No, non sarà sempre semplice, ma sarà sicuramente il momento più bello della tua vita, che creerà una connessione incomparabile col tuo bambino.

Ma ci sono cose che devi sapere, per rendere il tuo allattamento al seno un’esperienza prima di tutto serena.

I benefici dell’allattamento al seno

Spesso ci chiediamo: è davvero necessario che il bambino si nutra col mio latte?

La risposta è SI.

Il ministero della Salute ha definito l’allattamento un investimento per la vita.

In effetti è proprio così, vediamo quali benefici apporta :

Per il bambino

  • riduce il rischio di infezioni respiratorie ed urinarie, diarrea, otiti;
  • riduce il rischio di allergie ed asma
  • riduce il rischio di diabete, obesità, leucemie, malattie cardiovascolari e
  • sindrome della morte in culla (SIDS)
  • favorisce lo sviluppo fisiologico della bocca.

Per la mamma

  • aiuta a perdere il peso accumulato durante la gravidanza;
  • riduce il rischio di sanguinamento post-partum;
  • riduce il rischio di anemia;
  • riduce il rischio di alcune forme di tumore al seno, all’endometrio e all’ovaio;
  • riduce il rischio di malattie cardiocircolatorie;
  • è gratuito,  sempre pronto e alla giusta temperatura.

Come devo posizionare il bambino la prima volta?

Tranquilla, il bambino sa già come si fa a raggiungere il seno.

Mettiti nella posizione che trovi più comoda, che ti fa sentire più sicura e che renda facile al bambino attaccarsi ad  una buona parte di seno, così da deglutire il latte facendo meno fatica, recandoti anche meno dolore.

Può esserti utile un cuscino per allattamento, di quelli attualmente in commercio, dove puoi posizionare al meglio il tuo bambino.

Ricordati di alternare i seni ad ogni poppata, in modo tale da dare il tempo a ciascuno di essi di riprodurre la quantità di latte necessaria al successivo appuntamento.

E se sento dolore?

Un  lieve fastidio è normale, soprattutto nei primi giorni, ma se senti dolore probabilmente il tuo bambino non si attacca bene.

Sperimenta nuove posizioni, cerca in farmacia soluzioni per proteggere i tuoi capezzoli da eventuali ragadi o ferite che si sono create.

Spesso vengono consigliate creme o paracapezzoli in silicone, da usare però solo se necessario e con molta attenzione.

Quando attaccarlo al seno?

Subito!

Ebbene si, ti farà piacere sapere che il latte viene allattando. La suzione del bambino stimola la produzione di prolattina e ossitocina, gli ormoni responsabili della produzione di latte materno.

Il contatto pelle a pelle è fondamentale per il legame intenso che si verrà a creare, e non solo.

Il seno, subito dopo il parto, anche se ancora non è arrivata la famosa montata lattea, (l’inizio della produzione di latte da parte delle ghiandole mammarie), produce già una sostanza di colore giallo chiamata colostro, di cui è bene nutrire il bambino, in quanto favorisce le difese immunitarie e consente l’ottimale sviluppo dell’intestino.

Quando arriva la montata lattea?

Dopo circa 5 giorni dal parto le ghiandole mammarie dovrebbero produrre latte, decisamente più denso e più bianco rispetto al colostro, ma attenzione la montata lattea potrebbe tardare in caso di parto cesareo.

Potrebbe presentarsi senza sintomi significativi oppure con inturgidimento del seno, sensazione di calore, brividi di freddo generici o fastidio alla mammella.

La poppata ogni quante ore?

Piuttosto che guardare l’orologio, osserva il tuo bambino, soprattutto nel primo mese. Se porta le mani al viso, si stiracchia, si gira in cerca del seno oppure apre la bocca, è probabile che abbia fame.

Se piange, si agita e diventa rosso è quasi sicuro!

Col tempo sarà lui stesso a dare una regolarità alle sue esigenze, ciò nonostante spesso capiterà che la sera, avrà bisogno del tuo seno solo per tranquillizzarsi, a prescindere dalla fame.

Altre volte sarai tu a doverlo svegliare o a suscitare il suo interesse, effettuando la compressione del seno per aumentare la quantità di latte e per favorire la suzione.

Come puoi notare non esiste una regola che valga per tutti i bambini.

Come faccio a capire se il mio latte lo sazia?

C’è una serie di cose a cui fare attenzione per vedere se stai sfamando bene il tuo bambino:

  • quantità di urina nel pannolino;
  • colore delle feci;
  • peso (entro le due settimane di vita dovrebbe raggiungere nuovamente il peso di nascita, diminuito in seguito al calo fisiologico);
  • il bambino è soddisfatto e rilassato dopo la poppata;
  • i seni e i capezzoli non fanno male.

Cosa devo mangiare?

Sfatiamo alcuni miti:

  1. non esistono alimenti che favoriscono la produzione di latte;
  2. devi allattare, hai bisogno di un maggiore apporto calorico si, ma non devi mangiare per due;
  3. non devi modificare la tua dieta, il tuo bambino ci è già abituato, sin dall’ultimo trimestre di gravidanza.

Il cibo che mangi modifica il sapore del latte, quindi sperimenta i gusti del tuo piccolo variando la tua dieta e ovviamente bevi tanto.

Ci sono tuttavia cose che devi evitare come ad esempio l’alcool e il fumo

Quali sono i limiti?

Non hai molti limiti.

  • Puoi allattare ovunque;
  • puoi fare attività fisica;
  • riprendere l’attività sessuale;
  • fare tinture ai capelli;
  • sottoporti ad esami medici compatibili tra cui esami radiologici e agoaspirati;
  • assumere farmaci sotto parere medico.

Per quanto tempo è opportuno allattare?

È fondamentale nei primi sei mesi di vita che tuo figlio si nutra del tuo latte, ma altrettanto importante per la sua crescita è che lo faccia per quanto più tempo possibile, anche oltre i due anni di vita.

Qualora il tuo latte non basti e sarai costretta ad integrare la sua alimentazione con latte artificiale, non mettere da parte il seno, fin quando possibile,

Non negargli questa fonte di nutrimento.

Posso tornare al lavoro?

Se sei una lavoratrice dipendente, hai diritto, previa presentazione della domanda per riposi per allattamento al tuo datore di lavoro, a

  • 2 ore di riposo giornaliero se l’orario di lavoro è pari o superiore alle 6 ore;
  • 1 ora di riposo se l’orario di lavoro è inferiore alle 6 ore.

In termini economici, ti spetta comunque un’indennità pari all’ammontare dell’intera retribuzione.

E se dovessi assentarmi per molte ore?

Niente paura!

Esiste un modo per preparare il pasto al tuo piccolino, qualora tu dovessi allontanarti per qualche ora o per facilitare situazioni difficoltose: la spremitura.

Si tratta di una pratica, a cui di solito ci si prepara con una doccia calda e con massaggi al seno, delicati e circolari  rispetto al capezzolo.

Puoi procedere dunque con la spremitura, che puoi fare manualmente o con l’aiuto di un tiralatte (manuale o elettrico). Devi alternare una sequenza di pressione, compressione  e rilascio di alcuni minuti per ciascun seno, e ripeterlo fin quando esce latte, senza ovviamente stringere troppo, non devi sentire dolore!

A questo punto puoi conservarlo a temperatura ambiente se ti serve dopo poche ore, in frigo o in freezer se ti serve dopo uno o più giorni.

Conclusione

Dopo la nascita di un figlio, per una donna non esiste esperienza più forte ed emozionante dell’allattamento, mettici tutta te stessa, vivila intensamente, ma fatti aiutare, che sia con le faccende domestiche, con la spesa o col bambino, il sostegno degli altri è importante.

Durante l’allattamento, puoi acquisire sicurezza richiedendo l’assistenza di operatori socio sanitari presso ambulatori o consultori del tuo comune di residenza, puoi comprare libri che trattano l’argomento o consultare articoli, blog e medici.

Ma ricordati che gioca un ruolo fondamentale l’empatia che si verrà a creare tra te e il tuo piccolo, è lì che troverai gran parte delle risposte ai tuoi dubbi.

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