Quando la matematica diventa un’opinione

[highlight]I numeri sull’occupazione vengono interpretati in modo diverso a seconda della convenienza. I dati, però, non mentono.[/highlight]

Da qualche tempo a questa parte i numeri che vengono snocciolati, ad ogni pie’ sospinto, sulla situazione dell’occupazione nel nostro Paese, danno l’ennesima dimostrazione di come la politica, quella della menzogna a tutti i costi, usa giocare sulla pelle dei cittadini, sulle ansie che ne caratterizzano la quotidianità.

Il problema della disoccupazione nel nostro Paese è uno dei più seri che vi sia. E’ un problema che viene da lontano e che negli ultimi tempi si è aggravato. Le percentuali che ne caratterizzano il fenomeno, fanno dell’Italia uno dei Paesi più drammaticamente segnato, soprattutto riguardo la disoccupazione giovanile che, in alcune zone povere, arriva e supera il 40%.

Ebbene, da qualche tempo, complice anche la capacità comunicativa del nostro presidente del consiglio, i dati che il Ministero del lavoro o l’Istat comunicano diventano occasione per guerre fra i contendenti in campo: Confindustria, Sindacato, forze politiche, governo.

Eppure i numeri sono quelli e non dovrebbero consentire differenti, a volte sostanziali, valutazioni.

E’ uno dei miracoli della politica chiacchierona. Quella che si ferma in superficie, quella che non è capace di entrare nel merito della questione e spiegare, in maniera corretta e trasparente, i dati nella sua complessità. Facendo, ad esempio, come nel caso del dato sulla cassa integrazione, del facile trionfalismo, senza andare alla sostanza del problema, si rende un cattivo servizio alla comunità.

Il fatto, cioè, che si sia ridotto il ricorso alla cassa integrazione in deroga non significa, assolutamente, che è migliorato il dato dell’occupazione, come intende, trionfalisticamente, il nostro Premier.

Ce lo auguriamo. Ma potrebbe anche significare che le aziende, per i cui lavoratori veniva erogato il sussidio, non ce l’hanno fatto ed hanno chiuso. E non ce lo auguriamo. È, questo, un esempio importante di come gli stessi numeri vengono letti, in maniera superficiale e per miseri interessi di bottega, con una visione diversa, rendendo, ad ogni buon conto, un pessimo servizio alla comunità intera, nascondendo la realtà e oscurando i veri dati.

Ed è quello che, a mio modesto avviso, sta facendo la politica, complice qualche scellerata scelta dell’ex presidente della Repubblica, da qualche anno a questa parte. Il Paese aveva ed ha bisogno di un’operazione verità che metta in evidenza la crudezza dei numeri che, checché ne pensi un certo potere e un certo modo di fare politica, non è opinabile.

 

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