Perchè l’oro è in crisi

[highlight]E il ruolo dell’oro nel mercato globale attuale[/highlight]

“Non è tutto oro quello che luccica” recita quel proverbio che, spogliato della sua portata metaforica, sembra calzare a pennello all’attuale panorama economico internazionale così strettamente legato alle sorti di un altro tipo di oro, quello nero, e sempre più indifferente al metallo simbolo in ogni tempo, ma non in questo, di grande ricchezza. Ciò su cui si concentra generalmente poco l’attenzione, infatti, è il reale ruolo che il metallo prezioso è andato man mano ricoprendo nelle sorti dell’economia mondiale e che è riassumibile nel mantra degli esperti: in tempo di crisi è saggio investire sull’oro. Funge, dunque, inaspettatamente da bene rifugio per eccellenza il metallo giallo più che da vera possibilità di arricchimento. Meglio augurarsi di non doverne accumulare, in caso contrario ci si renderà, infatti, conto di trovarsi in situazioni di instabilità economica.

Ecco così brevemente spiegato il motivo per cui da qualche settimana il valore dell’oro è sceso precipitosamente giungendo a meno di 1.100 dollari l’oncia (un’oncia è circa 31 grammi). Molti analisti si aspettano persino un ulteriore brusco calo in grado di ridurne il valore addirittura al di sotto dei 1.000 dollari. Non si pensi di certo a un calo del prezzo dell’oro come sintomo di una vera e propria ripresa economica, ma quanto meno come indice di miglioramento della situazione strettamente finanziaria. Nello specifico, infatti, accade che proprio quando la situazione finanziaria è incerta si accentua la tendenza ad acquistare il bene rifugio per mettere al sicuro i propri soldi, diventando più rischiosi gli investimenti in titoli e azioni. L’oro è, infatti, un bene fisicamente ben identificabile, non è un titolo; ha un valore intrinseco anche perchè utilizzato nella produzione di svariati oggetti. L’esempio che si può addurre all’importanza dell’oro in tempi di crisi finanziaria è quello dell’aumento improvviso del valore dell’oro verificatosi nel 2011, anno di grave crisi per l’economia mondiale, in seguito al quale il metallo raggiunse un valore massimo di quasi 2.000 dollari l’oncia. Comprare oro si rivelò una buona protezione.

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Perchè è crollato in valore dell’oro

Due i fattori principali che hanno determinato la svalutazione dell’oro. Il primo ha a che fare con il valore del dollaro. Il prezzo dell’oro e il valore del dollaro sono generalmente inversamente proporzionali, ragion per cui quando l’uno sale l’altro scende e viceversa. Grazie al fatto che al momento il dollaro è molto forte un minor numero di persone investe in oro. Inoltre, gli analisti si aspettano a breve un innalzamento dei tassi di interesse della FED, la banca centrale degli Stati Uniti, il che porterà a un ulteriore incremento degli investimenti in titoli di stato statunitensi, considerati più affidabili e vantaggiosi, con consequenziale conversione dei propri soldi in dollari. La differenza essenziale tra il dollaro, dunque tra gli investiimenti in titoli, e l’oro consiste proprio nel fatto che quest’ultimo non produce rendimenti periodici. Il guadagno proviene esclusivamente dalla plusvalenza tra il valore di acquisto e quello di vendita. Per questo motivo, in periodi di crescita sostenuta di mercati azionari europei e americani, l’oro perde tutto il suo fascino agli occhi degli investitori finanziari che mirano ad altro e dimenticano con piacere, quando possono, il metallo prezioso destinato, dunque, a fungere solo da “cuscinetto” nei periodi no.

L’altro aspetto decisivo per il calo del valore dell’oro è l’assenza di inflazione. Quando c’è inflazione l’oro diventa un’ottima soluzione per preservare il proprio potere d’acquisto nel tempo. L’inflazione è, infatti irreversibile. Se la banconota dopo qualche anno potrà valere di meno, se non anche la metà, ma non è valido il contrario (in quanto non potrà riacquistare il suo valore originario o superarlo addirittura), l’oro potrà, invece, scendere ma anche salire nel tempo. Viceversa una ripresa dell’inflazione, da molti ritenuta prbabile in Europa, favorirebbe il riapprezzamento dell’oro.

Eppure esiste un modo attraverso il quale può diventare conveniente effettuare investimenti in oro quando il suo prezzo è in calo. La posizione assunta dai fondi speculativi sull’oro può essere, in questi casi, “short”, ovvesso basata sulle vendite allo scoperto che scommettono, a loro volta, su un ribasso ulteriore del prezzo. Il meccanismo delle vendite short è il seguente: si prende oro in prestito, lo si vende sul mercato e alla scadenza del contratto “short” lo si ricompra sul mercato per restituirlo a chi l’aveva prestato inizialmente. Se nel frattempo il prezzo sarà sceso, chi ha venduto allo scoperto avrà ottenuto un guadagno netto. In ogni caso c’è anche chi opta per ottime alternative di investimento come quelle in zinco e piombo, meno luccicanti ma forse ugualmente vantaggiosi del più o meno prezioso metallo giallo.

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