#PensieriBarbarici: donne in fuorigioco

[highlight]Se dovessero fermarvi per un sondaggio e chiedervi qual è il motore del mondo, non abbiate esitazioni, rispondete senza timore: il calcio[/highlight]

La domenica atavicamente ruota intorno ad un pallone, peggio ancora da quando hanno diluito le partite durante un arco più ampio di giornata; le gite ne sono condizionate, a volte anche i matrimoni ( intesi come cerimonia, praticamente l’inizio)  si posizionano in subordine rispetto all’imprevedibile evento calcistico del momento.

E poi il mercoledì c’è l’Europa League, il giovedì la Champions e il venerdì il calcetto.

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Provate ad andare in giro quando gioca la squadra della vostra città, o la Juventus, che mette tutti d’accordo in termini di contro tifo o tifo contro – fate vobis – e vi godrete città semi desertiche e silenti almeno fino a quando il muro del suono non sarà squarciato dall’ esultanza di turno.

Si, perché esiste il calcio, l’anticalcio e, per molti, il fantacalcio. Quindi si tifa per il club calcistico del cuore, contro quello avversario, contro la Juventus e, a volte, addirittura in controtendenza si esulta o impreca per le prodezze dei componenti della propria fantasquadra.

Tutti (molti) di fronte allo schermo del televisore diventano allenatori consumati, insostituibili CT, infallibili arbitri.

E le donne?

Luogo comune vuole che, oltre a non saper guidare, non capiscano nulla di calcio e impieghino il tempo osando sfidare la sorte cioè provando ad attirare l’attenzione del “proprio” marito, a volte persino avventurandosi a frapporsi tra lui e il televisore.

Le mie amate statistiche per pudore escludono dai femminicidi quelli commessi durante le partite di calcio, perché vengono ritenuti dai giudici (maschi) legittima difesa o, peggio ancora, istigazione alla violenza.

La realtà, invece, ci racconta di tifose appassionate quanto e più dei propri partner, di donne contrarie per principio (leggi snobismo), di una cospicua fetta di popolazione femminile che si organizza un’alternativa e di un silente popolo di fanciulle, poi signore, che visto che proprio “devono” almeno decidono di capire le regole del gioco.

Il web pullula di scontatissime battute sul livello di comprensione del cosiddetto sesso debole degli arcani che regolano i massimi sistemi del calcio, e addirittura di pseudo manuali del tipo “il calcio spiegato alle donne e ai cerebrolesi, ma alle donne di più”.

Suvvia! Chiariamolo una volta per tutte: il fuorigioco è una “scemità”.

Primo perché non c’è niente di così articolato e complesso da capire: se un calciatore vuole passare il pallone ad un compagno di squadra in direzione della porta avversaria, all’atto del passaggio, tra il compagno di squadra e la porta degli antagonisti dovrà esserci, oltre al portiere, un altro giocatore rivale.

Quest’è!!!

Secondo, sebbene ciò avvenga ma l’arbitro ( il titolare, il secondo, l’arbitro di porta, l’amico del guardialinee ecc ecc) non se ne accorge, o non se ne vuole accorgere, non c’è moviola, telecamera, satellite, staff di Sky, pagina di Facebook che tenga, il gioco non verrà fermato e in caso di goal questo verrà assegnato. Stesso dicasi in caso di errore al contrario.

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Eppure quale uomo guarderà la propria donna con lo stesso scintillio negli occhi riservato al goal decisivo del derby, manifesterà verso di lei lo stesso entusiasmo che lo anima quando il proprio portiere para un rigore, nutrirà nei suo confronti un amore sincero, fedele  e appassionato quanto quello che prova per gli 11 mercenari dal sedere sodo che hanno in pugno il suo umore sebbene sia indiscutibilmente etero?

Ribaltiamo con gioia un luogo comune e ripristiniamo la verità: è un pallone che tira più di un carro di buoi.

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