Jesus Christ Superstar debutta a Napoli, con qualche difetto

[highlight]Lo spettacolo firmato Massimo Romeo Piparo è giunto a Napoli, al Teatro Augusteo, il 29 gennaio scorso, per la prima volta in Europa[/highlight]

Jesus Christ Superstar è la più grande opera rock di tutti i tempi. Nacque come incisione discografica con Ian Gillan nella parte di Gesù. L’album, uscito nel 1970, ebbe un grosso successo di vendite. La produzione teatrale di Tim Rice, autore dei testi, e Andrew Llyod Webber, autore della musica, debuttò a Broadway nel 1971 e l’anno successivo a Londra, dove rimase in scena consecutivamente per otto anni.

Dal quel enorme successo nacque l’idea di farne la trasposizione sul grande schermo del musical omonimo, che fu diretto nel 1973  da Norman Jewison.

Lo spettacolo firmato Massimo Romeo Piparo è giunto a Napoli, al Teatro Augusteo, il 29 gennaio scorso, per la prima volta in Europa, con un interprete d’eccezione per il 20° anniversario: Ted Neeley, il Gesù “originale” del celebre film. 

[quote]Essere invitato a recitare in Italia per questo festeggiamento del 20° Anniversario di «Jesus Christ Superstar», è la realizzazione del sogno di una vita. Sono onorato dall’opportunità di collaborare in questa nuova esperienza teatrale italiana, prodotta e diretta dal regista visionario Massimo Romeo Piparo, che ringrazio insieme a tutto lo staff e la crew, ogni membro del cast e i musicisti, per questa avventura straordinaria[/quote]

Questa la dichiarazione del celebre attore americano.

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L’opera narra gli ultimi sette giorni della vita di Gesù, Ted Neeley, che sono messi in scena da un gruppo di hippie. Tutto ciò sotto forma di musical, ma a differenza di altre trasposizioni cinematografiche di teatro musicale, Jesus Christ Superstar è interamente cantato, senza alcun dialogo parlato.

La prospettiva del racconto è totalmente originale, in quanto segue il punto di vista di Giuda, Feysal Bonciani, allontanandosi così dalla solita versione dei fatti di Gesù.

Il cast

Direttamente dal film giunge sui i palchi dei teatri italiani ed europei il co-protagonista, Gesù, interpretato da Ted Neeley. Nei panni di Giuda, l’altro protagonista, Feysal Bonciani; classe 1990, nato a Firenze. Feysal è stato scelto da Massimo Romeo Piparo e da Ted Neeley, tra oltre cinquecento candidati arrivati da tutta Italia per le audizioni dello spettacolo.

Gli altri attori in scena altrettanto bravi e degni di lode sono Simona Distefano, che interpreta Maria Maddalena, Emiliano Geppetti, Ponzio Pilato, Paride Acacia, in Hannas, Francesco Mastroianni, in Caifa, Salvador Axel Torrisi, nei panni del Re Erode, Claudio Compagno, in Simonpietro.

Sul palco anche l’Orchestra dal vivo di 12 elementi diretta dal Maestro Emanuele Friello, al pianoforte, l’ensemble di 24 tra acrobati, trampolieri, mangiafuoco e ballerini coreografati da Roberto Croce.

In scena

Le scenografie di Giancarlo Muselli elaborate da Teresa Caruso e i costumi di Cecilia Betona, hanno riprodotto in modo eccezionale quello che era l’idea originale del primo regista.

La scena è divisa a metà. Da una parte una pedana rotante tagliata a metà, a sua volta, da delle colonne: da un lato di queste c’era la band con i loro strumenti, dall’altro si svolgevano varie scene della storia. Le più belle ed emozionanti scene, che si sono svolte su quella pedana, sono state: l’ ascesa al monte di Gesù, il quale, scortato da due guardie, camminava in tondo fino a quando non si trovo davanti Ponzio Pilato e Re Erode, pronti a condannarlo, e quella dell’arrivo in scena di varie maschere, come Colombina, Arlecchino, Pinocchio e tante altre, che raffiguravano le guardie che schernivano Gesù pronto per la crocifissione.

L’altra metà del palco era costituita dalle scale, dove avvenivano la maggior parte delle coreografie e i dialoghi, rigorosamente cantati.

Difetti enormi

Il palco del teatro partenopeo era un po’ troppo piccolo per le coreografie del musical. I ballerini erano costretti a fare le loro acrobazie in uno spazio ristretto per quelle che sono le coreografie progettate. Salti, mangiafuoco, trampolieri si aggiravano sul palco con passi da formica facendo attenzione a dove mettevano i piedi.

Nonostante le difficoltà, il corpo di ballo ha dato grande prova di sé, incantando il pubblico.

La musica in Jesus Christ Superstar è a volte più cupa, in particolare nelle scene della crocifissione, della congiura dei sacerdoti e nel conflitto tra Gesù e Giuda. Lo stile musicale predominante è il rock, non a caso il musical viene spesso indicato come una “opera rock”, con alcuni  riferimenti ai grandi classici e alla musica d’avanguardia.

Oltre al già menzionato problema di spazio, la rappresentazione ha avuto altre falle, l’audio e la mancanza di sottotitoli. I vari stili musicali sono stati rappresentati in modo strepitoso dalla band, ma il problema era un altro: copriva le voci degli attori. Le canzoni di Giuda, ad esempio, essendo molto ritmate e con testi molto veloci, non erano di facile comprensione per tutti, soprattutto per chi non ha un alto livello di conoscenza dell’inglese; a questo si è aggiunto il fatto che la voce di Feysal non era udibile. La stessa situazione si è presentata durante i brani cantati da Ted Neeley, con la musica più alta rispetto alla sua voce, al punto da generare la spiacevole sensazione che la scelta derivasse dal fatto che l’attore stesse cantando in playback. 

Comprendere i testi delle canzoni è stato molto complicato; solo chi aveva un’ottima conoscenza dell’inglese è riuscito ad afferrare il significato della vicenda. Proprio per questo sarebbero stati utili dei sottotitoli sullo schermo alle spalle della scenografia. Purtroppo sono comparsi solo, di tanto in tanto, dei passi del vangelo che aprivano e chiudevano alcune scene; se non fosse stato per quelli non si sarebbe capito a che punto della vicenda si era giunti.

The end

Prima del bis, c’è stato un meraviglioso video-live proiettato su un enorme telo-sipario nel quale si vedeva Giuda che cantava dall’esterno, nei corridoi del teatro, e contemporaneamente si vedevano le scene più dolorose che hanno contraddistinto gli ultimi secoli.

Per citarne alcune: la deportazione degli ebrei, i bambini del terzo mondo e le manifestazioni contro la violenza sulle donne.

Per concludere il video messaggio, Gesù ha attraversato la platea cantando le parole finali della canzone fino a raggiungere il palco accanto al suo co-protagonista, concludendo il tutto con caldo abbraccio.

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Nonostante le numerose pecche, lo spettacolo resta un’opera stupefacente, un concerto rock che tocca gli animi di chi lo guarda.

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