Addio al test di medicina. Entra in gioco la meritocrazia?

[highlight]Il ministro Stefania Giannini ha dichiarato di volersi ispirare al modello francese, all’insegna del merito [/highlight]

Ricordate le folle oceaniche in coda per partecipare ai test d’ingresso per la facoltà di medicina? Ebbene a breve potrebbe essere un’immagine consegnata alla storia.

Il Ministro dell’Istruzione, Stefania Giannini, ha dato già il suo addio al test di medicina che ha fatto piangere lacrime amare ai partecipanti e che ha creato numerose polemiche relative alla sua regolarità:

[quote]Intendo rivisitare il sistema di selezione prendendo a modello il sistema francese, accesso al primo anno libero e selezione alla fine di esso su base meritocratica. Entro la fine di luglio formulerò la proposta e le nuove regole. [/quote]

Queste le parole in risposta a una domanda comparsa sulla pagina Facebook del suo partito, Scelta Civica.

Ma questa sarà davvero la soluzione adeguata?

Quest’anno gli iscritti al test di ingresso sono stati 64 mila ed è difficile pensare che un numero così elevato possa realmente usufruire dei servizi forniti dalle singole università italiane, dal momento che pochi giorni fa è stato approvato un taglio di 15 milioni di euro proprio nel fondo di sostentamento di ogni singolo Ateneo. Ma questo è solo uno dei tanti tagli che si sono susseguiti dal 2008 ad oggi, tanto che lo stesso Ministro non è riuscito a dare buone notizie a un’altra fetta non meno importante, quella degli specializzandi. Per loro quest’anno sono state erogate ancora meno borse di studio a fronte delle già scarse 4.500 del 2013, cosicché la maggior parte dei neolaureati in medicina non ha potuto continuare nella specializzazione da loro scelta e molti sono andati all’estero.

A riguardo Giannini si è così espressa:

[quote]Ho parlato con il Mef (Ministero dell’Economia e delle Finanze) anche di questo tema. Il Miur ha trovato una quota di fondi per arrivare a un aumento che però non è sufficiente al ripristino delle quote dello scorso anno. Abbiamo chiesto al Mef di aggiungere i fondi mancanti. [/quote]

E inoltre il modello francese ha riscosso qualche malcontento anche in Patria. Se da una parte infatti permette ad ogni singolo studente di partecipare a un concorso a numero chiuso che si tiene alla fine di entrambi i semestri sulle materie studiate durante l’anno, dall’altra è concesso ai giovani accademici di ripetere il primo anno solo una volta. Frederic Dardel, Presidente dell’Università di Parigi “Descartes”, in una intervista a Le Monde si è così espresso:

[quote]Abbiamo 2700 frequentanti per 490 posti, per dare futuro a pochi eletti e produrre migliaia di sconfitti[/quote]

Nel 2012 solo il 15% dei 55.558 ragazzi sono riusciti a superare la prova di fine semestre e per evitare questo il governo francese ha approvato quest’anno una riforma, che dà agli atenei la possibilità di valutare alcune competenze degli studenti già ad ottobre, ritornando a una sorta di test di ingresso. 

Stefania Giannini sembra molto convinta di questo metodo e basterà aspettare il mese di luglio per capire se le nuove regole saranno applicate in via definitiva o si dovrà attendere un nuovo periodo di transizione che condurrà comunque alla riforma.

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