Internet, SeL: “ Nel decreto Irpef ripresenteremo la Web Tax ”

[highlight]Le polemiche sull’introduzione della Web  Tax rischiano di riprendere nuovamente corpo in Italia[/highlight]

Sulla scia di quanto avvenuto in Francia dove ha prevalso il fisco su Google, Sinistra Ecologia e Libertà ha annunciato di voler reinserire la norma all’interno del pacchetto Irpef di prossima approvazione.

[quote]Google si è detta pronta a sanare la sua posizione col fisco francese e chiudere così una procedura aperta dal 2011. La vicenda è nota, Google riuscirebbe a bypassare le tasse, pagandole al minimo grazie a un passaggio di denaro dai Paesi Bassi alla sua sede di Dublino in Irlanda[/quote]

Lo afferma Sergio Boccadutri, deputato di Sel della Commissione Bilancio.

[quote]Il sistema di profit shifting, anche noto come ‘panino olandese o doppio irlandese’ è quello che ha spinto alcuni parlamentari a presentare un emendamento alla legge di stabilità poi denominato ‘webtax’. Il governo ha stoppato tutto rinviando in Europa la questione, dove però rischia di naufragare ancora[/quote]

prosegue il deputato di Sel

[quote]Per questo in sede di conversione del decreto Irpef ripresenterò ancora un emendamento per fare come la Francia, dove a quanto pare Google ha ceduto. Non si capisce perché proprio noi dovremmo subire passivamente queste pratiche di profit shifting[/quote]

Ma cos’è la webtax? In sostanza è una tassa che dovrebbe ricadere sulle imprese che fanno del mondo di internet il loro lavoro e che sfruttando tale piattaforma non sono soggette a un regime di imposizione fiscale equo a detta di molti esperti del settore. A causa del generale disallineamento in favore delle big come Google, l’introduzione di questo strumento potrebbe riequilibrare un sistema non ancora chiaro nel suo perimetro ma, allo stesso tempo, si dovrebbe evitare il pregiudizio  per quei settori del web e per quelle imprese che magari non fatturano o raggiungono i risultati dei grandi. L’unica certezza è che il dibattito per trovare una soluzione comune in Parlamento, anche alla luce delle risposte europee, non troverà presto la parola fine.

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