Diario di viaggio: alla scoperta di Dublino

[highlight]Tra pub storici, parchi, gnomi, elfi, folletti e qualche pinta di Guinness, la capitale irlandese conserva ancora un fascino d’altri tempi[/highlight]

Le aspettative elevate sono spesso la causa delle nostre delusioni. Quelle distorte dai racconti altrui rischiano, invece, di condizionare la nostra visione delle cose.

Sono andata in Irlanda aspettandomi un Paese ricoperto di boschi abitati da elfi intenti a custodire la propria pignatta piena d’oro; immaginavo un cielo dalla bellezza ingombrante, un popolo allegro dedito all’alcolismo.

E invece, niente di tutto ciò. Sono ovviamente rimasta delusa ma, con il senno di poi, dopo aver metabolizzato l’esperienza, mi ritrovo a ricordare con piacere un Paese nel quale non ho lasciato il cuore ma che ricordo con affetto e che consiglio vivamente di visitare.

La primissima impressione è quella di essere arrivati in una qualsiasi città del Regno Unito; l’architettura urbana, l’alternarsi di edifici e spazi verdi, la popolazione multietnica, sono infatti molto simili. Ma basta poco perché la cordialità degli irlandesi rimarchi le differenze. Dublino non è pulitissima, non è ordinatissima, ma è accogliente e cordiale a dispetto del clima uggioso che la caratterizza.

I posti da visitare, i sapori da assaggiare, gli odori di cui inebriarsi sono tanti; meglio, forse, procedere per step.

Il Pub – Il Brazen Head è il più antico pub di Dublino, inaugurato nel 1750. Tra i suoi avventori annovera Robert Emmet, il capo della ribellione del 1803. Nei saloni che trasudano storia si respira un’ atmosfera allegra e gaudente. Rappresenta una tappa obbligata ed è il miglior posto dove sorseggiare la prima (di una lunga serie) Guinness in terra irlandese.

Full Irish Breakfast – Gli irlandesi se la concedono solo la domenica e nei giorni di festa perché la tradizionale colazione irlandese è costituita solo da 2 salsicce, 2 fette di pancetta, 2 fette di Black e White Pudding, uova, 2 pomodori di media grandezza, 2 cucchiai di fagioli o funghi cotti, pane in cassetta bianco o nero tostato. Questa è la versione classica, ma ormai in molti posti ne viene servita in alternativa una versione vegeteriana non meno sostanziosa e a prova di trigliceridi. Deliziosa quella offerta dall’ Hairy Lemon Cafè, condita dalla cortesia del personale.

I parchi –  Non c’è bisogno di allontanarsi dalla città per concedersi un momento di relax, una salutare sessione di jogging o semplicemente una breve pausa ristoratrice.
Passeggiando per le vide di Dublino ci si imbatte nello St Stephen’s Green, estesa area verde che rappresenta un’oasi al centro dell’area urbana. Di facile accesso anche il Merrion Square che si sviluppa all’interno del perimetro dell’omonima piazza georgiana ed ospita, tra le altre, la statua raffigurante l’illustre concittadino Oscar Wilde. A pochi chilometri a nord ovest del centro cittadino ecco poi estendersi il Phoenix Park, sede della residenza del Presidente della Repubblica e del celebre zoo.

La Guinnes – È un legame indissolubile quello che lega Guinness e Dublino. È possibile visitare la fabbrica della nota birra scura, conosciuta in tutto il mondo per la caratteristica schiuma compatta, frutto di una spillatura effettuata con l’azoto invece che con la tradizionale anidride carbonica. Fondata nel 1759, la Guinness ha dato lavoro a svariate generazioni e ha contribuito a scrivere la storia di questo Paese.

La Baia di Howth – In circa 25 minuti con la Dart, il treno urbano che percorre tutta la baia, si approda a Howth, un incantevole centro che si affaccia su un porticciolo diventato meta di turisti perché di frequente è possibile avvistare, a distanza davvero ravvicinata, le foche che la popolano. E a completare l’incanto, le imponenti scogliere che la circondano.

Il fascino del passato che riaffiora – Come non menzionare il Trinity College, luogo dalla immutata suggestione che custodisce il Libro di Kells, pregiata illustrazione dei Vangeli risalente al IX, e ospita la prestigiosa ed affascinante Old Library. Doveroso, infine, un accenno alla storica Distilleria Jameson che, come accade anche alla Guinness, è ben lieta di aprire le porte della sua fabbrica ai visitatori ed accoglierli in un ambiente surreale per raccontargli la sua storia e descrivere le fasi della lavorazione svelando parte dei propri segreti.

Tanti e diversi sono gli itinerari che ognuno potrà percorrere seguendo i propri gusti e le personali inclinazioni, con la certezza di non avvertire mai la sensazione di essere solo o temere di smarrirsi, perché ad ogni angolo ci sarà un irlandese pronto ad offrirti il suo aiuto con garbo e con il sorriso sulle labbra.

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