San Valentino, dalla fede religiosa al consumismo sfrenato

[highlight]Dalle leggende a sfondo religioso alla ricerca del regalo perfetto. L’evoluzione della festa degli innamorati…anzi, di chi ama[/highlight]

Il giorno degli innamorati è alle porte, e cioccolatini e rose rosse sono un must intramontabile. Ma il 14 febbraio è solo l’ennesima festa consumistica o c’è qualcosa di più profondo?

La storia ricorda che la festività di San Valentino venne istituita da papa Gelasio I, che sostituì la festa pagana della lupercalia, che onorava il dio Fauno, ed era caratterizzata da riti dedicati alla fertilità più che all’amore. I nomi degli uomini e delle donne che adoravano il dio Lupercus venivano messi in un’urna e mescolati: un bambino (una sorta di Cupido) sceglieva a caso alcune coppie, che per un anno avrebbero vissuto insieme. L’anno successivo, poi, sarebbe ricominciato il rito per altre coppie.

La storia che tutti gli innamorati (o quasi) conoscono è, senza dubbio, la leggenda del Santo Vescovo di Terni, Valentino: condannato a morte per aver cercato di convertire al cristianesimo l’imperatore Claudio II, durante la sua prigionia si invaghì di Giulia, figlia di Asterius, uno dei giudici che lo aveva condannato.

La giovane era cieca dalla nascita e Valentino, celebre ai molti per la sua capacità di compiere miracoli, le donò la vista; grazie a questo gesto, tutta la famiglia di Asterius si convertì al cristianesimo. Questo però non bastò a salvarlo. L’ultimo gesto di Valentino, prima di soccombere al boia, fu dedicato proprio alla sua amata Giulia: lasciò infatti nelle sue mani un biglietto con sopra scritto “Tuo Valentino”.

Un atto che ha ispirato milioni di innamorati, che ripetono questo scambio di lettere e pensieri in occasione della festività.

Altra leggenda tramandata nei secoli narra di come Valentino amasse regalare qualche fiore del suo amato giardino ai ragazzi e alle ragazze che passavano di lì. Pian piano si diffuse la notizia e molte giovani coppie di innamorati iniziarono a recarsi dal Santo per ricevere il fiore simbolo di augurio per la loro unione. L’affluenza era così elevata tanto che il santo fu costretto a fissare un giorno prestabilito – il 14 di ogni mese – per benedire gli amanti in procinto di sposarsi. Da qui l’usanza di scambiarsi dei doni in occasione di San Valentino, anche se questo rito è riconducibile anche al circolo di Geoffrey Chaucer in cui prese forma la tradizione dell’amore cortese.

Nel 1880 un noto editore britannico decise di mettere in vendita cartoline raffiguranti cuori e innamorati, sfruttando quindi a suo beneficio la tradizione.

Oggi questa festività si vive con uno spirito decisamente diverso: gli aspetti religiosi sono stati superati e la Chiesa, nonostante il 14 Febbraio celebri San Valentino nel giorno della sua morte, ha deciso di eliminare dal proprio calendario questa ricorrenza perché ritenuta troppo consumistica e priva di quel profondo senso cattolico che l’accompagnava agli albori.

La diatriba però non ha eliminato dai cuori di tutti il desiderio di voler festeggiare nel giorno di San Valentino l’amore e l’affetto espresso nelle sue diverse forme: che sia l’amore per un marito, per un nipote o tra fratelli e amici.

Ciò che conta davvero è che l’amore andrebbe festeggiato in ogni giorno delle nostre vite.

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