Kiev: che la guerra abbia inizio

[highlight]I manifestanti antigovernativi si sono riversati nelle strade di Kiev scatenando l’inferno[/highlight]

È guerra. A Kiev è guerra. I manifestanti antigovernativi hanno scatenato l’inferno in via Grushevski, dinanzi allo stadio della Dinamo. Per bloccare le strade hanno utilizzato tutto quello che era a porta di mano, come gabinetti pubblici, lamiere metalliche, inferriate. Loro chiedono una sola cosa: l’associazione dell’Ucraina all’Unione Europea.

Nelle ultime settimane la situazione era peggiorata, ma nelle ultime 48 ore si è aggravata notevolmente. I manifestanti lanciano molotov e pietre contro gli agenti antisommossa, che per tutta risposta hanno cominciato a sparare proiettili di gomma sulla folla. Si riversano per strada circa 200.000 ribelli , di cui 3.000 sono i responsabili dei disordini accaduti la scorsa notte.

I poliziotti di tutta l’Ucraina stanno accorrendo a Kiev, anche se molti pullman, che provengono dall’area occidentale del Paese, sono stati bloccati dai manifestanti. Dato che quella zona dell’Ucraina non prova un forte amore verso il presidente Yanukovich, la situazione resta ancora statica. È proprio in queste circostanze che si nota la forte presenza nazionalista.

A incrementare le problematiche sono stati anche i provvedimenti presi dal presidente il 17 gennaio contro le proteste pro-UE, che prevedono sia multe esorbitanti che carcere fino 15 anni. Yanukovich ha anche stilato delle normative che scavalcherebbero addirittura l’immunità dei parlamentari “ribelli”.

Il 19 gennaio i poliziotti hanno posizionato per strada dei gas lacrimogeni per disperdere la massa di ribelli, ed è così che ha avuto inizio la guerra, perché i manifestanti non hanno gettato le armi: circa 10.000 di loro avevano spray urticanti e bastoni, e hanno cominciato ad agire a volto coperto. Per ora ci sarebbero un centinaio di manifestanti feriti, mentre tra i poliziotti si contano 40 feriti, di cui 4 in condizioni gravi.

La cosa più preoccupante è che tutto ciò sta accadendo poco lontano dalla sede del Parlamento: non è da escludere, insomma, un possibile attacco diretto al palazzo dove si trova Yanukovich.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.

Torna in alto