Campionato, Napoli e Roma ancora a braccetto dopo la quarta giornata

[highlight]Le squadre di Benitez e Garcia a punteggio pieno dopo quattro turni di campionato. Trionfo Inter, bene anche Fiorentina e Juventus. In coda è sempre più dura per Catania e Sassuolo[/highlight]


La quarta giornata di campionato regala ancora grandi soddisfazioni a Napoli e Roma. E, soprattutto, ai loro tecnici, accolti forse con qualche diffidenza solo qualche mese fa. Per motivi differenti, Garcia e Benitez non avevano (e non hanno, siamo sempre solo agli inizi) un compito semplice: se l’ex allenatore del Lille ha dovuto ricostruire una squadra dalle “macerie” degli scorsi anni, gettando le basi per un progetto vincente, lo spagnolo partenopeo ha raccolto l’eredità pesante di Mazzarri e fronteggiato l’addio di Cavani, che ha spezzato i cuori dei tifosi azzurri. Però, le prestazioni dei nuovi arrivi hanno dato subito buoni frutti e Higuain sembra essere davvero in grado di trascinare la squadra al successo anche in Europa.

Due stranieri sugli scudi, insomma. Ma a seguire c’è la truppa di tecnici nostrani, guidati da Conte, Mazzarri e Montella, ancora vincenti a testimonianza di un campionato spaccato tra big e “piccole”. E laggiù in fondo alla classifica resta  mestamente il Sassuolo, travolto per 0-7 dall’Inter. Pericolo anche a Catania, dove Maran ha raccolto solo un punto in 4 gare, e in casa Samp, Parma e Bologna, appena a 2 punti.

CAGLIARI–SAMPDORIA 2-2 (26’ Ekdal, 91’ Conti; 89’, 93’ Gabbiadini)

Il Cagliari si fa rimontare nella maniera più incredibile possibile: in vantaggio sin dal primo tempo grazie all’eccellente spunto di Albin Ekdal, che conclude con un bel tiro di potenza una triangolazione con Pinilla, i sardi subiscono la rete del pareggio ospite all’89’, a causa di un tiro senza troppe pretese di Gabbiadini sul quale Agazzi compie una papera (lasciando passare il pallone tra le gambe). Finita qui? Nemmeno per sogno: i rossoblù ci provano ancora e un minuto dopo, su punizione, capitan Conti segna ancora. I sorrisi in tribuna si trasformano però in smorfie quando, sull’azione successiva, è ancora Gabbiadini con un tocco fortunoso a deviare il tiro di De Silvestri e spiazzare ancora Agazzi. Finisce così, 2-2, con tanti rimpianti per il Cagliari, che comunque arriva a quota 5 punti, mentre la Samp continua ad attendere una vittoria che manca ormai dalla scorsa stagione.

[hr]

CHIEVO-UDINESE 2-1 (13′ Pellissier, 40′ L. Rigoni; 1′ Maicosuel)

Tutto nel primo tempo: pronti e via, rete dell’Udinese, con la difesa dei clivensi che si dimentica completamente di Maicosuel che, grazie all’assist di Muriel, si ritrova solo davanti a Puggioni e segna il gol del vantaggio. Ma gli uomini di Sannino sono bravi a ricompattarsi e non perdere il filo del gioco, e già al 13’ trovano il pari grazie a una bella girata di Sergio Pellissier, che dimostra così di meritare la maglia da titolare conquistata a scapito di Thereau, finora apparso fuori forma e forse demotivato dopo le voci estive che lo vedevano destinato ad altri lidi. Il Chievo ci crede ancora e riesce, dopo alcuni tentativi sventati da Kelava, a trovare il gol vittoria: merito di una intuizione geniale di Luca Rigoni, che un pallonetto morbido e preciso supera il portiere bianconero. Nel secondo tempo Guidolin prova a raddrizzare l’incontro, ma neanche l’ingresso di Di Natale, tenuto inizialmente in panchina, cambia lo stato delle cose. Finisce così con la prima vittoria in campionato del Chievo, mentre l’Udinese continua a non riuscire a far punti in trasferta.

[hr]

GENOA-LIVORNO 0-0

Il Genoa era chiamato a confermare le ottime impressioni destate dopo il trionfo nel derby, mentre il Livorno voleva continuare la sua marcia tranquilla verso la salvezza. Il pareggio finale accontenta maggiormente gli ospiti, dunque, e tiene ancora sulla graticola Liverani. Nel primo tempo da segnalare solo qualche occasione per i labronici, che da lontano hanno provato a impensierire Perin: poca cosa i padroni di casa, anche perché Lodi e Gilardino sono sembrati fuori dal gioco. Il motivo cambia solo nel finale, quando nel Genoa fa il suo ingresso Stoian, che accende i suoi e tenta di trascinarli: è Bardi così a diventare l’eroe della serata, con un paio di parate su Calaiò che blindano lo 0-0. Poi, è la trasversa a dire di no a Manfredini. Un punticino a testa, che porta i grifoni a 4 in totale e il Livorno a 7.

[hr]

SASSUOLO-INTER 0-7 (8′ Palacio , 23′, 34′ Taider, 53′ Alvarez, 64′, 83′ Milito, 75′ Cambiasso)

Tutto troppo facile per Mazzarri e i suoi uomini, che annientano un Sassuolo apparso debole e con una difesa disastrosa, che non ha saputo mai contrastare le azioni offensive degli avversari. La prima rete arriva già all’ottavo minuto, con Palacio libero di concludere sotto porta un’azione dalla sinistra. Un refrain che si ripeterà negli altri gol. Poco più che un allenamento, per l’Inter, che festeggia i primi gol nerazzurri di Taider ma soprattutto il ritorno in campo e alla rete del “Principe” Milito dopo il grave infortunio dello scorso anno. Un’arma in più per il tecnico di San Vincenzo, che sta riuscendo a rigenerare la squadra milanese nonostante l’ombra di Thohir. Giornata da dimenticare in casa Sassuolo (anche se passerà alla storia come peggior sconfitta di sempre del club): Di Francesco sembra ormai all’ultima spiaggia, ma la sensazione è che la squadra sia poco attrezzata per competere nel campionato italiano. E giornata da dimenticare anche per i cori che arrivano dagli spalti, con i supporter dell’Inter che hanno regalato “perle” verso i napoletani, definiti “…colerosi, terremotati… che col sapone non vi siete mai lavati”. La scorsa settimana l’ignoranza di questi pseudo-tifosi nerazzurri fu indirizzata contro i giocatori di colore della Juventus, tanto da portare alla squalifica della Curva Nord: si attendono ora decisioni per capire se c’è differenza nel razzismo.

[hr]

ATALANTA-FIORENTINA 0-2 (41’ Mati Fernandez, 70’ Rossi)

La Fiorentina era chiamata al riscatto, dopo il pareggio interno con coda polemica e la partita settimanale europea a toglier forze. La squadra di Montella supera anche l’Atalanta e conferma di essere seriamente candidata a un posto d’onore in classifica. Il due a zero finale forse non rende merito a una buona Atalanta, punita dal cinismo dei gigliati e da un gran gol di Giuseppe Rossi: chi aveva dubbi sulla sua ripresa non può che ricredersi. L’ex Vilarreal è decisamente un “top player” e può guidare questa Fiorentina a importanti traguardi. Tra i viola da segnalare la sorpresa Wolski, giovane polacco che si è messo in luce e ha “provocato” il primo gol di Mati Fernandez, con un tiro infranto sulla traversa ribadito in rete dal centrocampista cileno. L’Atalanta resta a 3 punti: Colantuono deve invertire presto la rotta se vuole  evitare che la sua squadra resti invischiata nella lotta salvezza.

[hr]

BOLOGNA-TORINO 1-2 (29′ Natali; 2′ D’Ambrosio, 46’ Cerci)

Continua il buon periodo del Torino, che dopo il pari imposto al Milan (con i rimpianti per la rimonta) riesce a sbancare il Dall’Ara e si gode i confortanti 7 punti in classifica. Sono ancora D’Ambrosio e Cerci a finire sul tabellino marcatori: per l’esterno napoletano il gol arriva dopo solo due minuti, con un colpo di testa da attaccante di rapina in anticipo sul marcatore, mentre l’ex Fiorentina trasforma un rigore su cui i padroni di casa hanno protestato a lungo. L’azione nasce da una punizione da oltre 30 metri, calciata dallo stesso Cerci: il tiro violentissimo e preciso colpisce la traversa; ne nasce un batti e ribatti confuso, El Kaddouri prova a colpire di testa ma è spinto da Della Rocca, con Peruzzo che fischia il penalty. In mezzo, il momentaneo pareggio di Natali, che ribadisce in rete un suo stesso colpo di testa respinto da Padelli. Il difensore si farà poi espellere nell’intervallo, a causa delle ripetute proteste dopo il rigore. Bologna in 10 che non riesce più a pareggiare nonostante ci provi a lungo (annullata una rete per fuorigioco a Kone, decisione comunque giusta), il Toro si difende e porta a casa la vittoria.

[hr]

CATANIA-PARMA 0-0

Il secondo pareggio a reti bianche della giornata di campionato arriva dal Massimino di Catania, complice anche il terreno di gioco appesantito dalla pioggia caduta a poche ore dall’inizio della partita. La squadra di Maran prova a conquistare i primi tre punti della stagione, ma il Parma si difende in modo ordinato e non subisce troppo l’iniziativa avversaria. La malasorte, poi, non abbandona gli etnei, con Bergessio che si infortuna nel primo tempo allungando l’elenco dei rosazzurri indisponibili. Partita comunque noiosa e senza spunti, difficile trovare anche occasioni da raccontare. Lo 0-0 diventa così inevitabile e non risolve i problemi del Catania né della squadra di Donadoni, ancora senza vittorie e pericolosamente sul fondo della classifica.

[hr]

JUVENTUS-VERONA 2-1 (40′ Tévez, 48’ Llorente; 37′ Cacciatore)

Sembrava una giornataccia, per i campioni d’Italia. La classica partita “stregata”, con tante occasioni da rete (tiri sventati sulla linea, pali e traverse) e un pizzico di sfortuna contro un Verona deciso a difendersi anche in 10 nella propria metà campo. E i timori hanno preso corpo al 37’, quando Cacciatore supera Storari e porta clamorosamente in vantaggio i suoi, praticamente alla prima azione offensiva. E invece, qui è uscito fuori il carattere degli uomini di Conte, trascinati da Vidal e soprattutto da Tevez: l’Apache sigla un gol fantastico con un destro su cui Rafael non può nulla, e dopo pochi minuti coglie un doppio palo che ha dell’incredibile. Ma la Juve continua a spingere e proprio alla fine del primo tempo trova il gol decisivo: è Llorente a colpire di testa, da vero ariete d’area di rigore, e la sua esultanza rabbiosa è un messaggio a Conte, “reo” di averlo tenuto scarsamente in considerazione finora. Il catenaccio di Mandorlini viene così spezzato dalla qualità offensiva dei bianconeri e il secondo tempo non offre altri spunti. Da segnalare solo il ritorno in campo di Marchisio, accolto con un boato dai 40mila dello Stadium, subentrato a Pirlo, che non ha accolto bene la decisione del suo tecnico, entrando direttamente negli spogliatoi visibilmente contrariato. Ma è solo una nuvola su un pomeriggio che dà certezze alla Juve: la squadra c’è ed è in forma, e ha un Tevez in più rispetto al passato.

[hr]

ROMA-LAZIO 2-0 (63′ Balzaretti, 94′ Ljajic)

“Il derby non si gioca. Si vince”. E Rudi Garcia, che con queste parole aveva caricato i suoi in settimana, ha trionfato. La Roma torna a vincere la stracittadina dopo 4 partite (compresa la finale di Coppa Italia) e resta in testa alla classifica a punteggio pieno dopo 4 giornate (non accadeva dal 1960). Ma, soprattutto, i giallorossi sembrano una vera squadra grazie alla mano del nuovo tecnico, che ha saputo rigenerare a pieno l’ambiente. Sprofonda invece la Lazio, che appare decisamente meno solida rispetto allo scorso anno, continua a incassare gol e a segnarne pochi. Brutti segnali per Petkovic, che però si dice fiducioso dei progressi visti in campo. Il primo tempo scorre via senza troppe emozioni, con molti tatticismi: la Lazio imposta, la Roma prova il contropiede veloce, sfruttando le ripartenze di Gervinho. Nella ripresa sale in cattedra Balzaretti (a cui dedichiamo la copertina di giornata), che prima colpisce la traversa con una conclusione incredibile, poi sigla in diagonale il gol del vantaggio. La Lazio non riesce a reagire, anzi resta anche in 10 per l’espulsione di Dias (fallo su Totti lanciato a rete, forse decisione troppo fiscale dell’arbitro Rocchi) e subisce nel finale il raddoppio di Ljajic dal dischetto. Vola alta la Roma che distanzia i biancocelesti di 6 lunghezza dopo sole 4 giornate di campionato. Difficile immaginare un inizio migliore per Garcia.

[hr]

MILAN-NAPOLI 1-2 (90′ Balotelli; 6′ Britos, 54′ Higuain)

Il primato in solitaria della Roma dura solo poche ore, perché al Napoli riesce l’impresa di vincere a Milano (prima volta dopo 19 incontri e ben 27 anni), raggiungendo così la vetta del campionato. Agli uomini di Benitez bastano due lampi in avvio di partita e secondo tempo per gelare San Siro, affidandosi poi a Reina per spegnere le velleità dei rossoneri e soprattutto di Balotelli. Il Napoli comincia con grande aggressività e per 10 minuti tiene in scacco gli avversari: il gol di Britos conclude un bello schema da calcio piazzato ed è il giusto premio per il gioco espresso. Il Milan si riscalda pian piano e prova ad affondare, approfittando degli spazi lasciati dagli azzurri: ma né Matri né Balotelli impensieriscono troppo il portiere avversario. Episodio dubbio sul finire del primo tempo, con Zuniga che travolge Poli in area: l’arbitro Banti lascia proseguire, ma gli animi dei milanisti iniziano a riscaldarsi. La ripresa parte con lo stesso copione dell’avvio di match e il Napoli trova la seconda rete con un gran tiro di Higuain, sempre più idolo dei tifosi partenopei. Allegri prova il tutto per tutto, gettando nella mischia anche Niang e Robinho, e i suoi avrebbero l’occasione di riaprire il match grazie a un rigore: dal dischetto va il “solito” Balotelli, ma l’esito è diverso per la prima volta dopo 22 tiri. Reina infatti intuisce e respinge il tiro dell’attaccante italiano, che comunque non si demoralizza e prova ancora a trascinare i suoi. Viene premiato solo al 91’, quando una sua conclusione a giro supera Reina (fin lì perfetto); ma serve solo per i tabellini, perché il fischio di Banti sancisce la vittoria del Napoli. Lo stesso Balotelli, poi, viene espulso nel dopo gara per proteste (altro contatto dubbio in area degli ospiti e spallata di Behrami al centro delle motivazioni del numero 45 rossonero). Allegri può essere soddisfatto per la prova dei suoi, nonostante le numerose assenze, ma 4 punti in classifica sono pochini (e il passivo da Inter e Juve è già a -6, senza considerare le due capoliste). Benitez invece gioisce e si gode il primato: 5 vittorie su 5 per l’ex tecnico del Liverpool, un en plein davvero straordinario.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.

Torna in alto