Terra dei fuochi: l’iniziativa di don Maurizio Patriciello

[highlight]Terra dei Fuochi, 45mila cartoline inviate al Papa e al Presidente della Repubblica. E a Giugliano si costruisce l’inceneritore[/highlight]


Il disastro ambientale a Caivano, dovuto allo sversamento illecito di rifiuti tossici, sta stretto ai cittadini e grazie al sacerdote Maurizio Patriciello è partita l’iniziativa Cartoline dalla Terra dei Fuochi.

Su 45mila cartoline sono state stampate le immagini di sette mamme, che mostrano fotografie dei loro piccoli bambini morti a causa di tumori. Metà di questi biglietti, con scritto il messaggio “Padre Santo aiutaci“, sarà indirizzata a Papa Francesco, mentre l’altra metà sarà inviata al Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, con la frase “Presidente, i nostri figli muoiono“.

Don Maurizio Patriciello spiega che:

[quote]L’obiettivo è di superare le 100 mila cartoline che avranno come destinazione anche il Parlamento Europeo. Le mamme si trovano all’interno della cameretta dove vivevano i loro figli uccisi dal tumore. Il nostro è un appello a tutti coloro che ci governano. Questo problema è stato riconosciuto da tutti ma la risposta è sempre blanda, leggera di fronte a quella che è una emergenza. La gente muore, ci vogliono risposte immediate. Vogliamo rivolgere un grande GRAZIE alle mamme che hanno dato la loro disponibilità a farsi fotografare con la foto del figlio morto tra le braccia. Non è facile. Ce ne rendiamo conto. Perciò vogliamo abbracciarle tutte. La morte dei loro bambini non deve essere vana. Loro sanno gridare meglio di noi il dolore e lo sdegno che ci invadono. Grazie, care amiche. Rimaniamo uniti. Facciamoci compagnia. Continuiamo a stimarci e a volerci bene. Abbiamo tutti bisogno di coraggio e di perseveranza. Perciò dobbiamo stare insieme. Insieme per amore della nostra terra e della nostra gente[/quote]

Ma se da un lato c’è chi cerca giustizia, dall’altro ci sono l’incredulità e la rabbia dei cittadini di Giugliano: dopo anni di battaglie e discussioni, è stato deciso che, alla fine, l’inceneritore in quell’area si farà. Il bando di gara, firmato dal commissario straordinario Carotenuto, è stato pubblicato e, come stabilito dalla legge 123/2008 e dal piano regionale dei rifiuti che prevedono nuovi impianti di incenerimento, si procederà dunque alla costruzione del sistema per smaltire le 7 milioni di tonnellate di “eco-balle” accatastate in gran parte a Taverna del Re.

I costi dell’appalto si aggirano intorno ai 450 milioni di euro e l’impianto sarà ultimato nel giro di 3 anni. I cantieri dovrebbero aprire entro dicembre.

Due mesi fa, il Ministro dell’Ambiente Orlando prometteva ai cittadini campani che il Governo sarebbe intervenuto per bloccare la piaga dei roghi tossici e per avviare le procedure di bonifica del territorio. Il via libera all’inceneritore è pertanto sembrato una beffa agli abitanti di Giugliano, e sono diventate inevitabili le loro proteste: su Facebook è già comparso un gruppo ufficiale, che si chiama NO TAVerna del Re.

A Giugliano sono disseminate 45 discariche abusive. L’incidenza di patologie tumorali tra la popolazione è arrivata a livelli talmente alti che la Commissione parlamentare sul ciclo dei rifiuti della scorsa legislatura ha definito la situazione di devastazione ambientale campana “paragonabile alla peste del Seicento”.

Dal punto di vista economico, la scelta dei tempi non è casuale: il bando di gara arriva a pochi giorni dall’approvazione della legge di riconversione del Decreto del Fare, ovvero l’insieme di norme emanate dal governo Letta, che interviene nei settori più disparati della vita italiana.

Ma dal punto di vista ambientale, invece, la scelta appare a dir poco scellerata. Come si evince dalle inchieste giudiziarie che hanno coinvolto la Impregilo, il termo-distruttore di Giugliano andrebbe a bruciare milioni di balle non a norma e, quasi certamente, rifiuti tossici imballati illecitamente.

E non bisogna né si può dimenticare la questione sociale. Di fronte a una popolazione martoriata dai tumori, e dopo le promesse mancate della politica nazionale, spendere centinaia di milioni di fondi pubblici per la costruzione dell’inceneritore, invece di utilizzare gli stessi soldi per le bonifiche e per i piani di monitoraggio dei roghi tossici, costituisce un affronto che difficilmente i cittadini potranno digerire.

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