Ugo Riccarelli vince il Premio Campiello 2013 con “L’amore graffia il mondo”

[highlight]Con 102 voti sui 289 pervenuti dalla Giuria Popolare dei Trecento Lettori anonimi, il romanzo di Ugo Riccarelli vince la cinquantunesima edizione del Premio Campiello[/highlight]


l'amore graffia il mondo

“L’amore graffia il mondo”, sfida gli imprevisti e conquista il cuore degli uomini. Per la prima volta nella storia della manifestazione culturale, il noto riconoscimento è stato assegnato a un artista scomparso prima della serata finale della premiazione. Riccarelli, infatti, è venuto a mancare lo scorso 21 luglio, a soli 59 anni. Profonda la commozione della moglie e degli amici.
“L’amore graffia il mondo” è un omaggio alle donne, alla loro forza, al prezzo troppo alto che spesso l’umanità deve pagare per essere felice. È una storia di sacrifici, lotte, rinunce, che va dagli anni ’20 del secolo scorso ai giorni del benessere sociale ed economico.

La protagonista è Signorina, una donna fragile, ma tanto tenace e determinata. Potrebbe essere felice e diventare una grande stilista ma sul suo cammino tanti sono gli ostacoli, le imposizioni, i doveri, mentre la storia, feroce e spietata, fa il suo corso e conosce prima il fascismo, poi la guerra.

Le aspirazioni di una giovane promettente devono così essere sacrificate in nome dell’abnegazione e, anche quando arriveranno l’amore e un figlio prematuro, la lotta sarà dura, bisognerà fare i conti con la malattia e la sofferenza. “L’amore graffia il mondo” è la storia di una delle tante eroine del secolo scorso; una vicenda di amore e dedizione; la forza di un affetto viscerale tra madre e figlio; un bello spaccato di vita in bianco e nero, dove i colori dell’immaginazione sono capaci di piegare anche il vento ostile della storia.
[quote]Sono orgogliosa di essere qui per lui e per tutte le donne che Signorina rappresenta. Sono molto emozionata e capirete i motivi. Ho sempre detto a mio marito che lo avevo sposato perché mi faceva ridere e mi portava il caffè a letto la mattina[/quote]

Così ha commentato la moglie dello scrittore, Roberta Bortone Riccarelli, che sabato sera a Venezia ha ritirato il premio, consegnato dal presidente di Confindustria Veneto e del Campiello, Roberto Zuccato.

I conduttori della serata della premiazione, Geppi Cucciari e Neri Marcorè, hanno letto una serie di brani tratti dal romanzo di Riccarelli, ricordato come un uomo solare, ironico, sempre allegro, mai abbattuto dalla malattia.
Tra i diversi riconoscimenti, Riccarelli aveva vinto il Premio Letterario Chianti con “Le scarpe appese al cuore” nel 1996; nel 1998 il Premio Selezione Campiello con “Un uomo che forse si chiamava Schulz”, che, tradotto in francese, gli era anche valso nel 2001 il Premio WIZO Europeen; nel 2000 vinse il Premio letterario Pisa, sezione Narrativa con “Stramonio”; nel 2002 il Premio Coni con “L’angelo di Coppi”; nel 2004 il Premio Società dei Lettori e il Premio Strega con il romanzo “Il dolore perfetto”, che, tradotto in “El dolor perfecto”, gli valse nel 2007 anche il Premio Campiello Europa.
A poche ore dalla cerimonia al Gran Teatro La Fenice, lo scorso sabato, i finalisti del Campiello avevano espresso il desiderio che la premiazione fosse una gran festa, come avrebbe voluto Riccarelli e così è stato: è stato il suo giorno, la sua festa, il suo ultimo premio, rincorso e acciuffato in calcio d’angolo.

Anche fuori tempo massimo, il suo estro e la sua penna sono stati premiati. Al secondo posto Fabio Stassi, con 82 voti per “L’ultimo ballo di Charlot”(Sellerio), seguito da Giovanni Cocco con “La caduta” (Nutrimenti), 47 voti, e da Beatrice Masini con “Tentativi di botanica degli affetti” (Bompiani), 36 voti. Ultimo Valerio Magrelli con “Geologia di un padre” (Einaudi) che ha ricevuto 21 voti.
Il Campiello Giovani, invece, va al ventiduenne Alberto Alarico Vignati, di Corsico (Milano), con il racconto “Girasole impazzito di luce” che si è aggiudicato la 18esima edizione del concorso letterario dedicato dalla Fondazione Il Campiello ai giovani scrittori tra i 15 e 21 anni.

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