Samuele Bersani torna con “Nuvola numero nove”

[highlight]Si intitola “Nuvola numero nove” il nuovo album di Samuele Bersani in uscita oggi, 10 settembre, su etichetta Sony Music[/highlight]


Traduzione letterale dell’inglese “cloud nine”, che in italiano sta per “settimo cielo”, “Nuvola Numero Nove” è un disco introspettivo, sentimentale, sintomatico di un momento di grande serenità ed equilibrio dell’artista, che si riaffaccia sulla scena discografica dopo quattro anni da “Manifesto Abusivo” e dopo la parentesi sanremese che nel 2012 gli è valsa il premio della critica “Mia Martini”.
L’album è stato anticipato dal lancio del video “En e Xanax”, primo brano estratto. In rotazione radiofonica già dal 30 Agosto, è il racconto di una coppia che ritrova insieme la forza e la voglia di vivere, raccontandosi i propri limiti, superando insieme debolezze e fragilità.

Diretto da Nicolò Massazza, del duo di video-artisti Masbedo, fotogramma dopo fotogramma, il video racconta una storia di contrasti, paure, vertigini e passione di due giovani tanto distanti quanto fatalmente destinati a intrecciare le loro vite, catturate dalla poesia di Samuele Bersani (che nel video canta seduto al pianoforte). “En e Xanax” è una delle canzoni più importanti per Bersani, un brano che segna una svolta, un bilancio personale, intimo, particolarmente sentito, al punto da scegliere di tatuarsi il titolo su un braccio.

A tal proposito, su Facebook ha scritto:

[quote]Per essermi tatuato per la prima volta in vita mia, significa che “En e Xanax” è per me una canzone veramente Speciale, come Speciale è la storia che c’è dietro..[/quote]

E speciale lo è davvero, perché è una canzone autobiografica, forse la sua prima vera canzone d’amore, nata da un incontro fortuito, partito da una corrispondenza epistolare sempre più fitta, dalla voglia di vedersi e raccontarsi, mettendo a nudo i propri limiti e i periodi bui, fino all’uso di ansiolitici, per scoprirsi straordinariamente forti insieme e innamorati.

Un brano dolce, dalle note malinconiche ma speranzose. Un ritratto di molti drammi moderni, avvelenati dalla malattia, dagli attacchi di panico, dal fantasma della depressione. Bersani non delude: profondo e geniale; intimista, mai banale, sempre originale.

In questo testo c’è tutto: la solitudine, l’attesa, la fragilità, la sofferenza, la speranza, l’amore, perché, sì, anche la solitudine patologica, se condivisa, diventa più sopportabile, fa meno paura, vince i fantasmi della mente e del cuore. Superare insieme le proprie paure: anche questo è amore. Quando nella vita si accumulano insicurezze e sfiducia, trovare la forza per sconfiggere dipendenze, vizi o malattie è un atto eroico, soprattutto, se a darsi forza si è in due, perché, in fondo, «in due si può lottare come dei giganti contro ogni dolore».
L’amore come la musica può essere un appiglio, un’ancora cui aggrapparsi, un porto sicuro in cui approdare, un campo verde in cui tornare a respirare e rinascere.

E in questo nuovo album Bersani rinasce; è più intimista, più attento alle dinamiche umani, ai sentimenti, alle rivoluzioni personali più che sociali. Se “Chiamami Napoleone” e “D.A.M.S.” tratteggiano i contorni della realtà più contemporanea, canzoni come “Complimenti”, “Desirée”, “Ultima chance”, “Settimo cielo”, “Reazione umana”, “Spia polacca” e “Il re muore” sono testi nuovi di un Bersani inedito, più maturo e consapevole, pronto a scandagliare la sua anima, a far tesoro dei propri limiti, senza aver paura di raccontare le piaghe più difficili da sconfiggere.
Per tre brani, il cantautore ha scelto di avvalersi della collaborazione di giovani musicisti scoperti per caso sul web: Gaetano Civello per “Spia polacca”, Gregorio Salce e Matteo Fortuni per “Desirée”, la band degli Egokid per “Il re muore”.

Un gesto sentito e dovuto, quello di dare una possibilità ad artisti sconosciuti, la stessa che, a soli vent’anni, Samuele ebbe dal maestro Lucio Dalla, sua guida e suo grande amico. La scelta stessa di registrare nello studio di Dalla rivela un grande omaggio al cantautore scomparso, il dono di un allievo al proprio maestro.

La copertina dell’album nasce da una foto fatta con lo smartphone a Cattolica, ispirata ai quadri di Magritte, eppure, così vicina all’artwork dell’album Dalla, una scelta forse non casuale.

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