Appello di Diego Della Valle a Giorgio Napolitano

[highlight]Diego Della Valle reclama libertà di opinione per RCS[/highlight]


[quote]«È in pericolo la libertà di opinione di un pezzo importante della stampa italiana». [/quote]

Inizia così la lettera, pubblicata questa mattina su Repubblica, firmata da Diego Della Valle, proprietario della Tod’s e membro del consiglio d’amministrazione di Rcs, della quale detiene l’8,81%.

Sono note ai più le difficoltà economiche nelle quali versa il Gruppo Rizzoli, a causa di una cattiva gestione, che hanno spinto i soci a ricorrere a un aumento di capitale da 421 milioni di euro. Non esente da tensioni e dissidi interni, la ricapitalizzazione ha costretto i membri del Cda a effettuare un riassetto societario. La situazione è molto semplice: da un lato ci sono FIAT e Della Valle disposti a investire nel Gruppo, dall’altro ci sono tutti gli altri che invece non intendono farlo.

Ma l’azienda di Torino e il proprietario della Fiorentina hanno due idee diverse rispetto alle scelte da compiere. In effetti, per Diego Della Valle la situazione auspicabile, «non essendoci editori puri disponibili, sarebbe quella di trovare un gruppo di investitori privati, liberi, italiani che abbiano come unico obiettivo quello di far tornare la società competitiva», per evitare grosse concentrazioni di potere nella mani di questa o quell’azienda. Condizione, quest’ultima, che avrebbe come conseguenza la nascita di un polo di controllo capace di esercitare una pressione molto forte sulla linea editoriale di Rcs.

Spaventato, a quanto pare, dall’ipotesi di una limitazione della libertà di informazione nel nostro Paese, Della Valle ha chiesto l’intervento del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, perché «c’è bisogno di una voce forte al di sopra delle parti e della massima autorevolezza».

La lettera si chiude con toni più idonei a un capo partito che non a un imprenditore di fama internazionale. Infatti, nelle ultime righe, Diego Della Valle ci tiene a ricordare che «ora è il momento di dimostrare che chi guida il Paese non ha più sudditanze verso nessuno e che si concentrerà invece nel sostenere sempre di più chi è orgoglioso di essere italiano e vive ora momenti difficili e spesso drammatici».

I più critici sottolineano la possibilità che alla base di questa sua posizione ci sia la forte avversità nei confronti di Elkan e della dirigenza FIAT, che considera l’investimento “strategico”, al punto da cercare in ogni modo di ostacolare una loro crescita nel controllo di Rcs.

Vedremo nei prossimi giorni l’evolversi della questione, e l’eventuale intervento del Presidente della Repubblica, nella speranza che il gruppo Rizzoli possa definire una strategia di recupero in termini di utili e di competitività.


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