Avvocati: troppi in Italia e troppe cause per incidenti

[highlight]In Italia ci sono troppi avvocati, che intasano i Tribunali con troppe cause: al top quelle sugli incidenti stradali[/highlight]


Napoli è l’epicentro dell’anomalia italiana: per ogni due cause relative a incidente stradale intentate in Italia, infatti, una interessa il capoluogo campano.

L’Ania (l’Associazione delle imprese assicuratrici) ha messo online il suo rapporto 2012-2013, nel quale si legge che «delle oltre 240 mila cause civili pendenti davanti a un giudice di pace circa 150 mila sono concentrate in Campania e, di queste, 108 mila nella sola città di Napoli. Di quelle rimanenti, altre 26 mila riguardano la Puglia, mentre 18 mila sono quelle presenti in Sicilia e quasi 10 mila in Calabria. Escludendo il Lazio (e in particolare la città di Roma), con circa 16 mila cause civili pendenti, le rimanenti regioni d’Italia si suddividono in modo uniforme appena 23 mila procedimenti». Insomma, la Campania assorbe da sola il 61% di tutti i processi per i risarcimenti danni da incidente stradale che ingombrano gli uffici dei giudici di pace. E la città capoluogo, da sola, copre il 45% più di tutto il resto d’Italia messo insieme.

Alcuni esempi sono peraltro ridicoli, come il caso di  un tappezziere napoletano che nel 1999 si presentò davanti al giudice per 650 volte: in ognuna di queste era stato testimone di un incidente stradale. In pratica, ogni giorno assisteva a un paio di scontri, tamponamenti, investimenti di pedone.

Dai dati del Cepej (European Commission for the Efficiency of Justice), «ogni 100.000 abitanti ci sono in Europa 127 avvocati.  La media italiana è di 406. Solo la Val d’Aosta (la più virtuosa con 139) si avvicina al resto della Ue. E la sproporzione via via si accentua fino a toccare a Roma e nel Mezzogiorno numeri da brivido: 524 “toghe” nel Lazio, 586 in Puglia, 652 in Campania, 664 in Calabria. Dove c’è un legale ogni 150 abitanti contro la media continentale di uno ogni 787. Cosa vorrà mai dire: che da noi i cittadini sono molto più tutelati?»

L’ordine professionale se ne è già accorto, così come se ne sono accorti gli aspiranti avvocati, che hanno incontrato selezioni più severe negli ultimi esami di Stato: all’ultima prova scritta, infatti, è stato promosso solo un candidato su 4.


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