Flop iPhone 5c : Tim Cook ammette una domanda inferiore alle aspettative

[highlight]Il CEO dell’azienda di Cupertino interviene durante la conferenza dedicata all’ultimo trimestre finanziario ed ammette per la prima volta una domanda inferiore alle aspettative per la versione “low-cost” di iPhone[/highlight]

Era soltanto questione di tempo: Tim Cook ha finalmente ammesso che iPhone 5c è il primo flop marchiato Apple da quando ha preso le redini dell’azienda. Come da copione, tale affermazione da parte del numero 1 dell’azienda di Cupertino non è stata esplicita, ma comunque chiara agli occhi (e soprattutto alle orecchie) degli investitori che lunedì scorso hanno partecipato alla consueta conference call trimestrale dedicata ai risultati finanziari dell’azienda.

[quote]La domanda di iPhone 5c si è rilevata differente rispetto a quella prevista[/quote]

ha dichiarato Cook prima di annunciare un nuovo record di vendite su base trimestrale per lo smartphone di Apple, che ha raggiunto le 51 milioni di unità (a fronte, però, delle 55 previste).

Secondo il CEO dell’azienda di Cupertino, le ragioni sarebbero da ascrivere non tanto al fatto che gli utenti non fossero interessati allo smartphone in policarbonato, quanto piuttosto al successo del top gamma iPhone 5s.

[quote]Le persone sono state molto incuriosite dal Touch ID, è una caratteristica eccitante e penso che, associata con le altre funzionalità che sono presenti solo su 5s, abbia avuto una maggiore attenzione e ed incidenza sulle vendite.[/quote]

All’appello, dunque, è mancato il tanto acclamato iPhone low cost, quello che gli analisti di tutto il mondo avevano già battezzato come il vero killer di Android. La ragione va, essenzialmente, addebitata alla stessa azienda di Cupertino che, con il lancio del suo smartphone in policarbonato, ha palesemente “riciclato” il suo iPhone 5 per rivenderlo ad un prezzo solo leggermente più basso del modello top gamma (in ogni caso ben lontano dal concetto di prodotto low cost che avrebbe avuto la possibilità di mettere in discussione l’ormai inarrestabile successo del sistema operativo di Google).

Una cosa è certa: con Steve Jobs l’iPhone 5c non sarebbe mai nato. Non si tratta della solita affermazione nostalgica volta ad incrementare il mito del fondatore dell’azienda di Cupertino, quanto piuttosto di una certezza legata alla filosofia aziendale dell’ormai ex CEO ed alle ragioni del suo iniziale allontanamento da Apple verso la metà degli anni ’80 ed il suo conseguente ritorno alla fine dei ’90. Quando nel 1984 il consiglio di amministrazione dell’azienda di Cupertino votò a favore di una espulsione di Steve Jobs, questo accadde essenzialmente a causa della filosofia di quest’ultimo di concentrare le energie su pochi progetti universali (come ad esempio quello del Macintosh) anziché arricchire il catalogo con decine di nuovi modelli.

Secondo Jobs, infatti, una tale strategia avrebbe finito per allontanare l’utente ormai spaesato dal gran numero di prodotti per la sola paura di non riuscire ad acquistare quello più adatto alle sue esigenze. Dopo il suo esilio, durato quasi dieci anni, Apple aveva decine e decine di prodotti in catalogo, alcuni dei quali, per stessa ammissione di alcuni dipendenti, non avevano differenze se non nel nome. Steve Jobs decise, così di fare ordine e proporre soltanto quattro computer, due portatili e due computer desktop, di cui, rispettivamente, uno dedicato all’utenza professionale ed uno all’utenza media. Apple riuscì a recuperare quote di mercato diventando, nel giro di 10 anni, quella con la maggiore capitalizzazione della storia.

Tornando all’iPhone 5c ed all’attuale gestione di Apple, il copione sembra essere lo stesso. Con l’assenza di Steve Jobs, Tim Cook ha ampliato il catalogo dell’azienda introducendo un nuovo iPad mini (accanto ad iPad Air e iPad 2), un nuovo MacBook Pro Retina (accanto ai MacBook Pro e MacBook Air) ed ora anche un nuovo iPhone 5c (accanto ad iPhone 5s, iPhone 4s ed iPhone 5 ancora in circolazione).

Ancora una volta, l’assenza di Steve Jobs sembra aver aperto una valvola di sfogo nella gestione aziendale, la stessa che portò Apple ad un passo dal baratro.

E’ appena il caso di ricordare che questa volta, però, Steve Jobs non potrà tornare per fare ordine

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