Campionato, il Napoli tenta la fuga. Solo pari per Inter, Juve e Milan

[highlight]Alla terza giornata di campionato c’è già un primo snodo: il derby d’Italia finisce in parità, il Milan riacciuffa tra le polemiche la gara col Torino, mentre a Napoli cominciano a sognare.[/highlight]


Si avvicina l’esordio in Champions League per le tre squadre italiane, e dunque il campionato presenta immediatamente il suo piatto forte, sin dall’anticipo delle 18 del sabato.

Inter-Juventus resta  il derby d’Italia, nonostante il periodo completamente opposto dei due team: in via di conferme i bianconeri, alla ricerca del terzo titolo consecutivo (oltre che di gloria europea), mentre i milanesi sono in piena ricostruzione e rifondazione.

INTER-JUVENTUS 1-1 (73’ Icardi; 75’ Vidal)

Il pareggio finale serve a rinforzare entrambi i processi. Mazzarri è probabilmente quello che esce più confortato: la sua Inter cresce e inizia a convincere, applicando bene i suoi dettami e riuscendo a pressare a tutto campo con intensità e forza. Ma anche Conte può sorridere: certo, guadagna un solo punto, ma rimontare immediatamente dopo lo svantaggio non era facile, e il calendario juventino non è stato fin qui agevole, con due trasferte (Genova e Milano, appunto), intervallate dalla sfida interna alla Lazio. La Juve c’è, insomma. E ci sono anche Icardi e Vidal, autori delle due reti. Il giovane attaccante, entrato in campo da appena 5 minuti, sfrutta al meglio l’imbeccata del redivivo Alvarez, che ruba palla a centrocampo a Chiellini e lancia il contropiede, per presentarsi davanti a Buffon e batterlo con un bel tiro. Per lui è la quarta rete in tre partite ai bianconeri, dopo gli exploit con la Sampdoria lo scorso anno. Ma i campioni d’Italia reagiscono subito e, dopo due minuti, una bella azione corale avviata da Asamoah sulla sinistra libera Vidal al centro dell’area: i difensori dell’Inter sono poco reattivi e il cileno ha il tempo di girarsi e mirare all’angolo lontano, dove Handanovic non può arrivare. Ed è proprio il portiere sloveno, poco dopo, a salvare ancora su Vidal, con Isla che non inquadra la porta sul tentativo successivo. Non ci sono altri sussulti di rilievo e le squadre si dividono la posta in palio, conservando entrambe l’imbattibilità in campionato.

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Sull’asse Torino-Milano si gioca anche la sfida serale, che all’Olimpico vede opposti i granata e i rossoneri: anche qui, ambizioni differenti, tra chi vuole un campionato sereno e una salvezza tranquilla e gli uomini di Allegri che, invece, puntano decisamente più in alto, grazie anche al ritorno di Ricardo Kakà. Anche qui termina in pareggio, ma a recriminare di più sono i padroni di casa, raggiunti solo negli istanti finali di un lungo recupero.

TORINO-MILAN 2-2 (46′ D’Ambrosio, 70′ Cerci; 88′ Muntari, 97’ Balotelli)

Difficile stabilire per chi sia mezzo pieno il bicchiere. Sulla carta, il Milan ha perso l’occasione per rosicchiare due punti a Inter e Juventus, e il Torino invece guadagna un punticino utile per il monte-salvezza. Ma a vedere il tabellino all’85’ le carte in tavola cambiano del tutto.

I granata hanno giocato una partita senza troppe remore, affrontando a viso aperto la squadra di Allegri, apparsa ancora impacciata e aggrappata ai numeri dei suoi uomini d’attacco e traballante in difesa. Il primo tempo si chiude in pareggio, ma già al primo della ripresa iniziano le emozioni. È il terzino D’Ambrosio a presentarsi solo davanti ad Abbiati, dopo una bella sgroppata sulla sinistra, e a chiudere l’azione con un tiro preciso sul primo palo, che sorprende il portiere milanista. Allegri prova a recuperare, togliendo un evanescente Robinho per Matri, ma è ancora il Torino a segnare, con un coast-to-coast di Cerci, che supera ancora Abbiati. Partita finita? Per nulla. Perché i padroni di casa hanno il torto di abbassare la guardia e, complici due azioni poco chiare, subiscono una clamorosa rimonta. Prima è Muntari a segnare, con un tiro sporco al termine di un batti e ribatti in area; poi, nonostante Larrondo a terra da oltre un minuto (frattura per lui) e la sostituzione pronta a bordo campo, il Milan batte velocemente una rimessa laterale, il gioco prosegue e Poli viene sgambettato in area da Pasquale. Sul dischetto va Balotelli, che segna (come sempre) e riscatta le occasioni fallite nel match. Grandi polemiche per Ventura e i suoi, ma il verdetto finale dice 2-2. E Kakà? Quasi impalpabile il suo ritorno al Milan, sostituito al 69’ da Birsa. Per lui c’è ancora da lavorare.

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Sornione, il Napoli ha così avuto modo di preparare la prima mini-fuga in classifica. Il tecnico Benitez ha studiato la gara con l’Atalanta con un occhio all’impegno di Champions: via al turnover, dunque, senza però sottovalutare la pericolosità di Denis e compagni. Che, infatti, per oltre 70 minuti hanno tenuto sotto scacco gli azzurri (all’esordio con la maglia camouflage, mentre i bergamaschi hanno presentato un’altrettanto inedita casacca giallo-nera), prima che un guizzo di Higuain indirizzasse la partita su binari più favorevoli. Qualche rimpianto per gli uomini di Colantuono, che però possono ben sperare per il prosieguo della stagione e per la crescita dei talenti di casa: bella la prova di Baselli, giovane centrocampista già nel giro dell’Under 21.

NAPOLI-ATALANTA 2-0 (70′ Higuain, 81′ Callejon)

Sembrava un film già visto, quello del San Paolo: il Napoli che non riesce a superare la difesa degli avversari (anche in 9 nella propria metà campo) e a sfruttare le palle gol a disposizione (con Pandev che per due volte ha fallito occasioni favorevoli), gettando al vento punti preziosi per la classifica.

E, invece, l’ingresso di Callejon e Hamsik, tenuti a riposo in vista della sfida con il Borussia Dortmund, scompagina lo status quo: è proprio il “crestuto” slovacco a favorire il gol di Higuain, con un assist “sporco” dopo un tentativo di dribbling in area. Bello il tocco di interno dell’argentino, che indirizza la palla sul palo più lontano e rende inutile il tentativo del bravo Consigli.

La partita finisce in pratica qui, perché l’Atalanta, che prima si era resa molto pericolosa in contropiede, crolla anche sul piano nervoso e Cigarini si fa espellere per doppia ammonizione (entrambe molto fiscali, c’è da dire). Spazio dunque al gol di Callejon, che conclude una manovra spettacolare fatta di passaggi rapidi e veloci: parte sulla sinistra Armero, che serve Insigne; il napoletano finta e disorienta un avversario per poi verticalizzare su Dzemaili, in piena area di rigore; lo svizzero, pressato da Brivio, è geniale nel colpo di tacco al volo che libera appunto lo spagnolo col numero 7, bravissimo di sinistro a spiazzare ancora Consigli e siglare il suo terzo gol in altrettante partite. La previsione di Benitez (“Il ragazzo può segnare dai 15 ai 20 gol”) non sembra più così azzardata.

E Napoli sogna, dunque, grazie al nuovo corso; e in attesa dell’incontro con il Milan della prossima settimana (e delle gare di Roma e Fiorentina, ancora a punteggio pieno dopo le prime due partite), festeggia il primato in solitaria e scalza la Juventus dalla vetta dopo oltre 500 giorni.

È solo la terza partita, ma il campionato sembra già entrato nel vivo.

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