Quattro chiacchiere con Gianpaolo Quarta, il sergente di ferro dal cuore tenero

[highlight]Una chiacchierata davanti a un buon caffè con Gianpaolo Quarta, preparatore atletico nella trasmissione di Sky “Aiuto, stiamo ingrassando”[/highlight]


L’apparenza spesso inganna, a volte distrae.  È il caso di Gianpaolo Quarta, karateka di rilievo mondiale, preparatore atletico delle fiamme gialle ed  ex modello, che tutt’ora  non disdegna qualche incursione nel mondo dello spettacolo.

Nella scorsa stagione è stato tra i protagonisti del programma televisivo “Aiuto, stiamo Ingrassando”, in onda sul canale Fox Life del bouquet di Sky, dove veniva presentato come il sergente di ferro per la fermezza, il rigore e l’intransigenza che lo contraddistinguono e che pretende da chi si affida alla sua professionalità per riconquistare, ancor prima della forma fisica, un rapporto sano con il proprio corpo.
Gianpaolo ha accettato di raccogliere la sfida che gli abbiamo lanciato e di rilasciarci un’intervista semi-seria, che si è trasformata in una simpatica chiacchierata davanti a un caffè.

Non tutti sanno che sei dottore in Economia e Management dell’ Audiovisivo, titolo conseguito presso l’ Università la Sapienza di Roma. Vuoi raccontarci di cosa trattava la tua tesi?

Il tema trattato era l’invio telematico del modello 730 e le implicazioni in termini di privacy. A dire il vero il titolo esatto non lo ricordo, però non ho dimenticato che mi è stata negata la lode. Oggi ci sorrido, ma all’epoca l’ho vissuta come un’ ingiustizia.

Facciamo qualche passo indietro:qual’era il tuo sogno da piccolo? Cosa avresti voluto fare da grande?

Lo chef sulle navi da crociera, senza dubbio. Non sapevo che esisteva un Comandante Schettino (sorride, nda) e mi sembrava la professione ideale per coniugare due tra le mie principali passioni, quella  per il cibo, che mi ha anche avvicinato ai fornelli, e quella per i viaggi.

Economista, mancato chef e viaggiatore. La tua è una personalità poliedrica. Come ci si rapportano i tuoi amici? Chi è il tuo migliore amico?

Me stesso, da sempre. Ho degli amici cari, un’amica in particolare alla quale mi lega un affetto profondo, ma devo ammettere che a nessuno concedo me stesso senza riserve. Tendo, per carattere, ad avere dei momenti no, durante i quali preferisco isolarmi e frapporre tra me e gli altri un vetro. Lo faccio perché non amo essere compatito e perché ho la presunzione di credere che non potrebbero capire.

E il tuo primo amore invece? Cosa puoi raccontarci?

Le ragazze mi sono piaciute da sempre e quindi non ricordo periodo durante il quale non sia stato fidanzato.  Se parliamo di primo amore però devo ricordare Alessandra, romana, più grande di me. A lei ho dato il mio primo bacio, in una cornice da film, sulla spiaggia con la luna che si specchiava nel mare. Peccato che dopo poco mi abbia mollato, rivelandomi che per lei ero stato un ripiego, una sorta di chiodo scaccia chiodo.

Qual è l’ ultimo libro che hai  letto?

“La cena della vigilia”, una storia davvero straziante. I miei due libri preferiti però restano “Il nome della rosa” e la biografia di Andre Agassi.

Una fonte molto attendibile ci parla di un’inaspettata passione per la musica romantica degli anni 60/70. Confermi?

(Ride, nda) Si, non posso negarlo. Più di tutte amo Emozioni di Battisti

Possiamo quindi concludere che il sergente di ferro ha il cuore tenero?

È fin troppo chiaro a chi sa vedere oltre. Vorrei però aggiungere che se sono arrivato dove sono è solo perché mi sono concesso di sbagliare, e me lo concedo ancora. Ma ho saputo imparare dai miei stessi errori.

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