Visti&Scritti. Allo Spazio Tadini arriva Ferdinando Scianna

Visti e Scritti Ferdinando Scianna

[highlight]Presentazione del libro del fotografo siciliano, che raccoglie 350 ritratti realizzati in oltre cinquanta anni di mestiere.[/highlight]

Visti&Scritti è l’ultimo libro pubblicato da Ferdinando Scianna, nella collana In Parole di Contrasto. Si tratta di un libro che chiude un ciclo personale, che si potrebbe definire il ciclo della memoria, che comprende tre volumi. Prima di quest’ultimo ci sono stati, Ti mangio con gli occhi (2013, Contrasto) e nel 2001 Quelli di Bagheria. Ciclo della memoria perché rievoca l’infanzia e la prima giovinezza di Scianna in Sicilia, ma anche perché si avvale del tema del cibo come innesco del racconto.

Ferdinando Scianna Visti&Scritti

Nell’ultimo libro il fotografo siciliano raccoglie 350 ritratti realizzati in oltre cinquanta anni di mestiere. Per ogni ritratto Scianna ha scritto un testo che lo accompagna, tentando quindi un grande affresco autobiografico. Libro memoria, libro specchio anche Visti&Scritti dunque.

Ma i tre titoli insieme propongono anche un nuovo percorso narrativo per Ferdinando Scianna. L’autore, infatti, sperimenta e propone dei libri nei quali le fotografie si coniugano in maniera stretta e inscindibile con la scrittura. Ha sempre dichiarato che l’obbiettivo centrale della sua idea di fotografia sono i libri. Ne ha pubblicati oltre quaranta e sono stati sempre al centro della sua riflessione su come finalizzare il proprio racconto fotografico. Ma una cosa è comporre un album di fotografie, altra cosa è scrivere un romanzo o un saggio, altro ancora concepire dei libri in cui questi due linguaggi ambiscano a un nuovo, diverso tipo di racconto, che non è possibile leggere prescindendo dalle immagini, né – guardando le immagini – prescindendo dalle parole che vi scorrono insieme (e non accanto).

Per progettare libri di questo tipo, a cominciare da Quelli di Bagheria, Scianna ha capito di avere bisogno di una relazione importante e diversa con un art director con il quale stabilire un rapporto dialettico, profondo e molto complice per organizzare la vera e propria architettura del libro. L’incontro con Alberto Bianda è stato in questo senso fondamentale. Scianna concepisce i propri libri autonomamente, ma rispetto ai tre succitati (come anche, per esempio, per la grande monografia La Geometria e la Passione, pure realizzata insieme) considera Bianda alla stregua di un coautore. Nel senso che il contributo dell’art director alla realizzazione non è stato semplicemente grafico e formale, ma molto più profondo, essendo entrato nello spirito stesso del libro contribuendo in maniera molto rilevante al risultato finale.

Dopo aver raccontato il suo rapporto con il cibo e i piaceri della tavola in Ti mangio con gli occhi, con Visti&Scritti Scianna torna a confrontarsi di nuovo con la scrittura raccontando – con parole e immagini – gli innumerevoli incontri avuti nel corso della sua vita e i ritratti che ne sono scaturiti. Così, come in una enorme piazza virtuale, sfogliando il libro abbiamo il privilegio di imbatterci, uno dopo l’altro, nei volti di grandi personaggi (attori, scrittori, registi, colleghi fotografi, artisti, cantanti, grandi stilisti e così via), dei suoi amici e dei familiari più cari, ma anche di gente comune che ha colpito lo sguardo del fotografo per un momento.

Ecco quindi i ritratti di Giuseppe Tornatore e Mario Monicelli, ma anche della madre di Scianna e delle figlie, di Paolo Pellegrin, Henri Cartier-Bresson, e poi Ken Follett, Toni Servillo, José Saramago, Karl Lagerfeld, Gianfranco Ferré, Alberto Moravia e molti altri ancora.

Una lunga carrellata di icone, di sguardi, di pose, di istantanee in bianco e nero che tessono il percorso personale e professionale dell’autore e per i quali il fotografo ha sentito il bisogno raccontare una storia. Ogni ritratto, infatti, è accompagnato da un testo in cui Scianna presenta il personaggio, definendone le peculiarità anche caratteriali (oltre che estetiche), in cui racconta il momento dello scatto, il suo rapporto con la persona fotografata, ma anche semplicemente le emozioni suscitate da quell’incontro. Il volume presenta oltre 350 volti dei quali il fotografo siciliano è riuscito a cogliere l’essenza e la personalità nel brevissimo e fugace istante di uno scatto, con la bravura e l’attenzione di un vero maestro e con l’acume e la sensibilità di un grande intellettuale.

Appuntamento con Ferdinando Scianna il 23 settembre alle ore 21.00 presso lo Spazio Tadini

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