Fiat, attesa per il responso della Corte del Delaware sull’acquisto delle quote Veba

[highlight]Marchionne è fiducioso: Possiamo chiudere entro una settimana[/highlight]


È ancora in corso la trattativa della Fiat per l’acquisto di nuove quote in Chrysler, ma, analizzando più a fondo la situazione,  si nota come ci siano già delle novità.

La società torinese è interessata ad acquistare il 3,3% dell’azienda automobilistica made in USA da Veba, il fondo di assistenza sanitaria dei pensionati della casa di Detroit, titolare di una quota del 41,5% di Auburn Hills. Fin qui nessun problema, ma il Tribunale del Delaware non ha ancora deciso a quanto ammonti la cifra in termini di denaro.

La cosa dovrebbe farci riflettere, soprattutto perché questo affare va avanti dall’ormai lontano 2009, quando sono stati siglati i primi accordi. È la loro interpretazione che crea le difficoltà odierne: la Fiat ritiene, infatti, che quel pacchetto richiamato varrebbe 140 milioni di dollari, mentre il fondo Veba dell’Uaw (United Automobile Workers) ne vorrebbe più di 340.

Sergio Marchionne è però fiducioso: anche se fino a questi ultimi istanti non ci siano stati particolari passi in avanti, l’amministratore delegato del gruppo italiano ha la convinzione che, se fosse accettato il pagamento da loro proposto, la trattativa potrebbe essere chiusa entro una settimana.

In un comunicato ufficiale, la Fiat ricorda infatti che «pagherà un prezzo di esercizio determinato secondo gli accordi tra le parti, sulla base di un multiplo di mercato (non eccedente il multiplo di Fiat) applicato all’EBITDA (margine operativo lordo) di Chrysler degli ultimi quattro trimestri pubblicati, meno il debito industriale netto».

Secondo il calcolo di Fiat, l’importo netto da pagare per l’acquisto di questa terza tranche della partecipazione di Veba in Chrysler è di 254,7 milioni di dollari.

Nel frattempo, la stessa nota ricostruisce i fatti fino al giorno d’oggi, spiegando che «il 3 luglio 2012 Fiat ha esercitato l’opzione per l’acquisto di una prima tranche della partecipazione Veba in Chrysler», che corrispondeva a circa il 3,3% del capitale di Chrysler.

Il 26 settembre 2012, l’azienda torinese ha chiesto conferma dinanzi alla Chanchery Court del Delaware del prezzo da pagare per tale partecipazione. Ma la risposta della Corte, come detto, tarda ancora ad arrivare, nonostante sia passato quasi un anno. Il 3 gennaio scorso, il Lingotto ha esercitato l’opzione per l’acquisto di una seconda tranche della partecipazione del Veba in Chrysler, corrispondente di nuovo a circa il 3,3% del capitale di Chrysler.

Se riuscirà a perfezionare anche l’ultimo acquisto, risolvendo questa querelle, Fiat deterrà il 68,49% del capitale di Chrysler.

Sicuramente un ottimo risultato per l’azienda italiana, che sta cercando una via per risollevarsi. Peccato splo che, così facendo, la Fiat si allontani sempre di più dal luogo natio.


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