Scuola, per l’Ocse italiani migliorano in matematica

[highlight]Una fotografia sul mondo della scuola in Italia: migliorano le performance, ma il Paese resta sotto la media Ocse[/highlight]


Qualche luce e sprazzo di ottimismo, ma anche numerose ombre, che continuano a persistere. È la fotografia scattata dall’indagine Ocse-Pisa 2012 sulle competenze degli studenti quindicenni in Italia, presentata oggi a Roma.
La buona notizia è che migliorano le performance degli alunni nostrani in matematica e scienze: dal 2003 al 2012, i risultati dei test Pisa sono aumentati rispettivamente di 20 e 18 punti. Nessun grido di trionfo, però: nonostante questo, infatti, siamo ancora al di sotto della media Ocse, anche se – parziale consolazione – l‘Italia è tra i Paesi che hanno registrato un miglioramento “più marcato” in matematica (485 punti contro 494 media Ocse) e in scienze (494 contro 501), in particolare tra il 2006 e il 2009.
Dal 2003 al 2012 sono diminuiti di 7 punti percentuali gli studenti italiani con competenze molto basse in matematica, anche se sono ancora il 25% del totale contro una media Ocse del 23%. La Germania si ferma al 17%, la Svizzera al 12% e Shanghai al 4%. Nello stesso periodo, però, sono aumentati del 2,9% gli alunni con competenze alte: oggi sono il 10% del totale. A Shanghai sono il 55%, in Svizzera il 21%.

La quota di studenti a basso rendimento nella scienza (18,7%) è superiore alla media Ocse, ma si è ridotta di 6,6 punti percentuali tra il 2006 e il 2012. La quota delle performance ”top” invece è pari al 6,1%: è sempre inferiore alla media Ocse ma è aumentata di 1,5 punti percentuali negli ultimi sei anni. Per quanto riguarda la lettura, l’Italia rimane, per punteggio (490), sotto la media Ocse (496), ma si registra stabile ai livelli del 2000, dopo un declino registrato tra il 2000 e il 2003. In questa competenza, le ragazze ottengono risultati migliori dei ragazzi.

[quote]Non possiamo trascurare il fatto che l’Italia registri risultati inferiori alla media Ocse, tuttavia l’indagine rivela che siamo uno dei paesi che ha registrato i maggiori progressi in matematica e scienze e questo deve essere da stimolo per continuare a lavorare per migliorare le performance dei nostri studenti[/quote]

ha detto il Ministro dell’Istruzione, Maria Chiara Carrozza.
L’Ocse ha analizzato le cause che concorrono a determinare un basso risultato nei test: tra queste, oltre il non aver frequentato la scuola per l’infanzia, anche la mancanza di puntualità a scuola e le assenze ingiustificate. In Italia, il 35% e il 48% degli studenti hanno riferito di aver rispettivamente saltato almeno un’ora o almeno un giorno di scuola nelle due settimane prima del test Pisa:
[quote]la più alta percentuale registrata tra i grandi Paesi dell’Ocse.[/quote]
In generale, si legge nell’indagine, il sistema scolastico del nostro Paese non ha avuto negli ultimi 10 anni un aumento delle risorse, anzi ha perso “l’otto per cento”, ma spendere di più, sottolinea l’Ocse, non significa andare meglio. L’Italia ha migliorato le sue prestazioni nonostante tutto e senza sacrificare l’equità nell’istruzione. Le differenze di livello socio economico incidono meno sulle prestazioni degli studenti rispetto a quanto avviene negli altri Paesi Ocse: in media, il 15% della variazione di risultati è attribuita alle condizioni socio economiche delle famiglia, mentre in Italia il dato scende al 10%.
E c’è poi un’altra questione: tra il 2003 e il 2012 in Italia è aumentata di 5 punti percentuali la presenza di studenti stranieri: oggi sono quasi il 7,5% del totale, contro una media Ocse del 12%. Ma non c’è ancora integrazione, così come in altri settori della nostra vita. E questo si riflette ovviamente in un divario tra le competenze tra chi è nato in Italia e chi invece è immigrato.
Questi ultimi, infatti, hanno ottenuto 48 punti in meno dei loro colleghi italiani nei test Pisa di matematica. In media, nei paesi Ocse questa differenza di risultati si ferma a 34 punti. Se la performance dei ragazzi italiani è comunque migliorata negli ultimi anni, quella degli immigrati è rimasta stabile. Inoltre, tra i nuovi arrivati si aggiunge l’ostacolo della lingua: gli stranieri già integrati, che parlano l’italiano anche a casa, hanno ottenuto un risultato migliore nelle prove (19 punti in più) rispetto a chi è arrivato nel nostro paese da poco. L‘Italia, osserva l’Ocse, non ha tradizionalmente esperienza di studenti immigrati e anche per questo motivo il fenomeno è più problematico rispetto che in altri Paesi. Spesso accade, poi, che gli stranieri siano concentrati in determinate aree geografiche, accentuando così le difficoltà degli insegnanti.

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