Se anche l’informazione va in ferie

[highlight]In estate anche gli organi d’informazione italiani smettono di affrontare i veri problemi che attanagliano il nostro Paese, e che la politica non è in grado di affrontare.[/highlight]

Il Paese, sia pure distratto dal clima vacanziero, continua a vivere una crisi economica i cui effetti sono ben evidenti, soprattutto nelle tasche dei cittadini. Gli indicatori economici che vengono diffusi, mettono in evidenza l’affanno in cui si trova l’Italia.

Gli stessi recenti dati, pubblicati dallo Svimez, e che hanno fotografato la situazione di grande disagio e difficoltà del nostro Mezzogiorno, tranne qualche generica dichiarazione d’intenti del governo e qualche ipotesi di futuri impegni di spesa, molto generici per la verità, hanno messo in evidenza, in maniera quasi drammatica, la difficoltà della politica, quella dei fatti, di stare sui veri problemi della comunità che si governa.

Il dibattito politico è quasi assente, e quando c’è è tutto interno alla stessa politica. Pensare che le lotte interne al PD, con l’estenuante e stanca polemica tra la sinistra interna (quella della ditta, per intenderci) e la maggioranza renziana, possano scaldare i cuori dei cittadini e degli stessi iscritti la dice lunga sulla difficoltà di questi politici a rapportarsi, seriamente, ai veri problemi del Paese e dei cittadini.

Pensare che ai concittadini possa interessare, in questo momento, la differenza di idee sul Senato, piuttosto che la soluzione al problema della disoccupazione giovanile, dà la cifra della qualità che questa classe politica mette in campo. Pensare, altresì, che ai cittadini possa interessare cosa voglia fare il plurindagato Verdini, con la sua variegata schiera di supporter, e quanto questa vicenda incida sulle sorti di Forza Italia e sui numeri che il governo potrà contare al Senato, è altrettanto lunare.

La stessa informazione, tra l’altro, sembra assecondare questo atteggiamento narcisistico di buona parte della politica italiana, dedicando poco spazio ai temi importanti per la comunità. Spostare l’attenzione, ad esempio, dai temi economici a quello dell’emigrazione, e della relativa polemica, tra l’altro montante, tra le posizioni di una parte del clero e quelle espresse dalla destra becera di Salvini, mi sembra un modo capzioso di parlare d’altro per distogliere l’attenzione da temi, altrettanto importanti, su cui la politica non ha soluzioni o, peggio, arranca nel vuoto.

Una informazione seria, responsabile e libera dovrebbe stanare la politica, invitarla a parlare, in maniera semplice, di temi importanti (non che l’emigrazione, con le sue conseguenze, non lo sia) allo scopo di tenere desta l’attenzione e propugnare soluzioni. Invece, mi pare di poter affermare, l’informazione tutta, tranne qualche eccezione, assecondando una politica sciatta e sonnolente viene meno ad uno dei suoi compiti principali, cioè quello di stimolare un dibattito serio ed articolato sui problemi del Paese, con al centro l’interesse generale della comunità.

Venir meno a questo importante compito fa apparire la nostra informazione al servizio del potere, e questo non fa onore e crea grossi problemi alla comunità che si dovrebbe servire con lealtà e trasparenza. 

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