Salvini a Napoli: una brutta pagina nella storia del nostro Paese

Demagogia e populismo: due micce esplosive.

La vicenda ,che ha visto la presenza a Napoli dell’onorevole Salvini, con i conseguenti scontri tra le forze dell’ordine ed un gruppo di facinorosi e violenti, e che hanno provocato arresti e feriti, soprattutto tra i tutori dell’ordine, e che hanno messo a soqquadro il quartiere napoletano di Fuorigrotta, è l’ennesima dimostrazione di una crisi della politica.

Una crisi che lascia sgomenti per la superficialità, per la pochezza intellettiva che viene fuori, per lo scarso senso del ruolo, e delle istituzioni, che è emerso.

L’onorevole Salvini, leader della Lega Nord, le cui idee ed opinioni ci vengono continuamente presentate, è certamente un simpatico rappresentante del più becero populismo. E’ uno, come è noto, che parla alla pancia delle persone, piuttosto che esprimere concetti e soluzioni credibili ai problemi .

Ha brillato per il passato, anche recente, per le sue intemperanze verbali, spesso offensive dei meridionali, e dei napoletani in particolare. Per cui non si può non immaginare, senza prevenzioni di sorta, che la venuta a Napoli, abbia qualcosa di pretestuoso. Ma, come tutti, ha diritto di esprimere le sue idee, ha diritto di presentarsi dovunque lo ritiene utile ed opportuno, per il movimento di cui è segretario. Chiaramente, con il giusto garbo, e il dovuto rispetto.
Quindi la querelle che è nata, anche per responsabilità istituzionali, è stata sbagliata, nei contenuti, e nei toni.

Il sindaco di una città come Napoli, da sempre capitale della cultura, e della tolleranza, non può usare i toni utilizzati in questa occasione. Non può stabilire chi può entrare o meno nella città di cui è il primo amministratore. Non può, da sindaco, non essere cortese e disponibile verso un ospite, anche se dalle idee un poco colorite, e diverse dalle sue.

Soprattutto un sindaco, tra l’altro ex magistrato, non può non rispettare le leggi dello Stato, di cui è un autorevole rappresentante, e il sindaco della terza città italiana, per popolazione. Tra l’altro, è sbagliato stabilire cosa devono fare il ministero dell’interno, e la prefettura.

Il can can che è venuto fuori ha, tra l’altro, oltre a creare un clima pesante e violento in alcune strade cittadine, ha finito con il dare a Salvini l’aureola del martire, e una visibilità spropositata rispetto all’evento in sé, e alle idee espresse.

Trovare il senso della misura è necessario ed opportuno, se si vuole dare un segnale positivo ad una comunità che è sommersa da problemi, certamente non di facile soluzione, che vanno affrontati con serietà e professionalità. In caso contrario a demagogia si contrappone demagogia producendo soltanto ulteriore confusione e disastri, di cui la città di Napoli, e il Paese intero non hanno bisogno.

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