Nozze gay, anche la Regina Elisabetta dice sì

[highlight]Nozze gay: ora sono sono legali anche nel Regno Unito[/highlight]


Dopo tante attese, ecco che anche nel Regno Unito si apre un nuovo orizzonte per le coppie omosessuali. La regina Elisabetta si convince a dire il proprio  alla nuova legge che consente i matrimoni tra persone dello stesso sesso.

Hanno centrato il loro obiettivo, quindi, le pressioni esercitate in questi mesi dal Governo per convincere la Regina ad approvare il nuovo provvedimento.

Il 17 luglio 2013 sarà una data da ricordare nella battaglia sulla parità dei diritti: il royal assent di Elisabetta, giunto dopo l’approvazione della Camera dei Comuni a Londra, dà il via libera ai matrimoni tra persone dello stesso sesso sul territorio britannico. Il testo della legge, 532 pagine in tutto, esordisce con queste parole:

[quote]Il matrimonio di coppie dello stesso sesso è legale[/quote]

Sul piano pratico, è prevista una serie di garanzie per i gruppi religiosi. In particolare, le nozze non potranno essere celebrate dalla Chiesa dell’Inghilterra né da quella del Galles. Le altre religioni possono invece scegliere, senza divieti, se consentire o meno l’unione in matrimonio di due persone gay.

I sudditi di Sua Maestà la Regina dovranno comunque attendere almeno il 2014 per la celebrazione dei primi matrimoni, come previsto dal provvedimento: questi mesi saranno utili per familiarizzare con la novità e accettarne la portata con tranquillità.

L’iter burocratico che ha portato a questa piccola rivoluzione è iniziato a gennaio. La legge ha avuto l’appoggio sia del partito laborista, i Labour, che dei Liberaldemocratici, ma durante il dibattito si era notata una certa divisione all’interno dei Tories di David Cameron.

Lo stesso primo ministro, leader dei conservatori, era intervenuto per spingere i suoi al voto a favore della norma, scontrandosi però con la resistenza di una frangia consistente, che si è opposta in nome dei propri valori religiosi cristiani.

Le polemiche dei conservatori hanno provocato non poche agitazioni sia all’interno della Camera dei Comuni che in quella dei Lord, tanto che si iniziava a temere che il provvedimento sarebbe stato ritardato o addirittura affossato.

Poi, invece, è arrivata la fumata bianca grazie a una netta maggioranza sia alla Camera Alta (390 voti contro 148) che a quella dei Comuni.

Il polverone di polemiche alzato dall’opposizione di alcuni conservatori non ha cambiato le sorti del progetto, e soprattutto non ha influenzato l’opinione della maggioranza dei parlamentari.

D’altra parte, verso questo tema sembra esserci una confluenza generale: negli scorsi mesi fu infatti lanciato un sondaggio via web, al quale parteciparono ben 228 mila utenti, che decretarono il sostegno ai matrimoni gay con una maggioranza del 53%.

Un punto in più per David Cameron, il leader conservatore riformista, che circa un anno fa, durante il quarantennale del primo «Gay pride» nella capitale inglese, aveva promesso ai suoi concittadini l’intervento normativo.


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