La sanità in Campania e l’Ospedale di Nola

Un coacervo di interessi politici che ne hanno minato la credibilità e l’efficienza.

Le vicende dell’Ospedale di Nola, con le immagini certamente non belle da vedere, e che hanno fatto il giro del mondo, complice la diffusione attraverso i social, hanno sollevato l’attenzione dei più sulle condizioni di quella struttura sanitaria, all’interno di una zona vasta.

La struttura, anche per la chiusura del pronto soccorso dell’Ospedale Apicella di Pollena Trocchia, è diventata di conseguenza punto di riferimento di un bacino di utenza, sempre più vasto. Di conseguenza, anche a causa di una scellerata gestione politica, la struttura, di per sé non grande, è diventata assolutamente inadeguata alle esigenze della collettività.

Le polemiche che si sono innescate, a seguito dell’evento immortalato dalle immagini, hanno prodotto l’ennesima divisione tra chi ha apprezzato, comunque, il diligente lavoro del personale sanitario, e chi, invece, ne ha sottolineato l’aspetto negativo.
Anche in questa occasione la politica ha dimostrato la sua inadeguatezza, con un rimbalzo di responsabilità indecoroso.

Personalmente sono tra coloro che pensano che il lavoro fatto dagli operatori, sia pure in condizioni pietose, sia da rimarcare positivamente. Accogliere, come è stato fatto, malgrado la inadeguatezza della struttura, e delle attrezzature, ammalati bisognosi di assistenza, e di conforto, sia un dovere di chi ha scelto di svolgere una professione così bella come è quella sanitaria.

E bene hanno fatto gli operatori dell’Ospedale di Nola a prestare la loro assistenza. Secondo i detrattori, domando: cosa avrebbero dovuto fare? Sarebbe stato giusto rifiutarsi di prestare soccorso? Io credo che la risposta delle persone savie, e responsabili, non condizionate da ruolo politico, non possono che andare nella direzione del plauso all’intervento.

Non voglio entrare più di tanto nel merito delle polemiche, però mi permetto di far presente che, personalmente, vivo in quella zona e, anche recentemente, ho avuto bisogno di quell’assistenza per me e i miei cari. Ho trovato, tranne in un caso, sempre persone gentili ed efficienti, pur vivendo in un posto di frontiera come lo è, certamente, un presidio di pronto soccorso. La professionalità di tanti medici, e di diversi paramedici, ho avuto modo di apprezzarla, quindi, a più riprese.

Tutto, però, a mio avviso nasce dall’impegno morale e professionale del personale, che svolge la propria missione con senso di responsabilità. Manca, certamente, almeno è la percezione che ho avvertito sempre, l’idea di una organizzazione di una struttura così delicata, e complessa, come è un Pronto Soccorso. E manca perché la gestione politica della sanità ne ha segnato la fisionomia, causa malcelati interessi elettorali, con nomine inopportune e, in qualche caso, poco professionali, e da coperture dal vago sapore clientelare abbastanza evidenti. E, quindi, la responsabilità di quanto successo, e succede spesso in quasi tutte le strutture ospedaliere della nostra comunità, è esclusivamente della cattiva politica che infesta i nostri territori.

E sarebbe ora, prendendo spunto da questa ultima vicenda, che la politica prendesse consapevolezza, dando un segnale diverso, pensando prima, e soprattutto, alla salute dei cittadini.

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