Bob Dylan e un impegno che si poteva rimandare

L’assegnazione del premio Nobel per la letteratura a Bob Dylan ha prodotto, come è noto, una serie di reazioni, con l’apertura di un dibattito molto articolato. Qualunque siano i pensieri al riguardo, il dato oggettivo è dato dal fatto che la giuria ha così deliberato. Personalmente penso che sia stato il legittimo riconoscimento ad una forma di scrittura, quella delle canzoni, o ballate che dir si voglia, che tanta poesia ha espresso, e continua esprimere, per il piacere degli appassionati.

Pur essendo un buon lettore, da sempre, di letteratura di qualunque etnia, di qualunque cultura, e pur convenendo con taluni che hanno criticato la scelta in quanto ci sono fior di scrittori che pur meritavano l’ambito riconoscimento, ritengo la scelta caduta sul cantautore apprezzabile e condivisibile. Ci troviamo, infatti, di fronte ad un talento che ha deliziato, e fatto riflettere diverse generazioni di giovani di tutte le razze, di tutte le culture. Detto questo mi preme fare alcune considerazioni sull’atteggiamento tenuto, e sull’ultima dichiarazione fatta dal cantautore, per sottolinearne le incongruenze.

Come sappiamo, dopo l’annuncio dell’assegnazione del premio, Bob Dylan è scomparso dalla circolazione, eclissandosi addirittura. Mi è sembrato questo atteggiamento fuori luogo, e poco rispettoso sia della prestigiosa accademia, sia dei tanti fans sparsi per il mondo. Un atteggiamento poco consono ad un esponente così prestigioso del mondo della musica mondiale. Un atteggiamento spocchioso ed irriverente che non fa onore ad un artista della sua levatura. La sua ultima dichiarazione, di queste ore, con la quale afferma di non poter andare a ritirare il Nobel perché ha già un impegno, lascia letteralmente cadere le braccia.

Come può una persona essere così scorretta nei riguardi sia del premio, che della commissione che gli ha assegnato il riconoscimento?

Come può, altresì, il grande poeta essere così spoetizzante nei riguardi dei milioni di fans che hanno sempre creduto alla sua poetica?

Un poeta deve avere, a mio modesto avviso, un altro animo, un altro abito mentale. La sensibilità messa in mostra in tantissime occasioni, attraverso versi straordinari, non può essere compromessa da un comportamento così sciatto, così poco decoroso. Personalmente amo la musica di Bob Dylan da sempre. Da sempre ha accompagnato momenti particolari della mia vita, sia nell’impegno sociale che politico. Ebbene rimango deluso di fronte ad un atteggiamento così grossolano di un talento che ha tracciato la vita di moltissimi giovani, da cinquant’anni a questa parte.

Qualunque sia l’impegno, trovato come scusa, andava rimosso, per consentire al mondo intero, appassionato di poesia, di vedere riconosciuto un talento fuori dal comune, e dai canoni tradizionali. Soprattutto era, la sua presenza, un modo per rappresentare, al meglio, una categoria di poeti spesso sottovaluti, e che nel premio assegnato a Bob Dylan vedono il riconoscimento di una dignità culturale.

Doveva, insomma, andare a Stoccolma anche per il decoro e il rispetto dell’intera categoria dei cantautori mondiali, che finalmente si vedono riconoscere il talento poetico, e non essere considerati solo dei canzonettisti, con tutto il rispetto per questa categoria.

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