Donald Trump e la vittoria inaspettata

La vittoria schiacciante di Donald Trump alle Presidenziali americane che stupisce

La schiacciante vittoria di Donald Trump, alle lezioni presidenziali americane, ha rappresentato, certamente, una sorpresa, anche per la schiacciante superiorità venuta fuori dai risultati. Una sorpresa in quanto tutti sondaggi, elaborati e diffusi anche nell’immediata vigilia, prevedevano una vittoria della candidata democratica Hillary Clinton. Il mondo intero ha accolto la notizia con un pizzico di disorientamento. Tutti i commentatori, anche quelli più autorevoli, avevano puntato sulla candidata democratica, tra l’altro più avvezza alla politica, più esperta nella comunicazione, più supportata dal potere, e dall’establishment politico, non solo americano. Come è successo che fior di istituti di indagine, autorevoli quotidiani, prestigiose riviste hanno sbagliato così clamorosamente? Le risposte possono essere tante e di diversa natura.

Personalmente penso, così come accade nel nostro Paese, che una certa politica e una certa stampa, hanno perso molti contatti con la realtà sociale a cui pensano di rivolgersi. Il disagio economico, ad esempio, di una classe media, non è sempre percepito nella sua esatta dinamica. La distanza, che sempre più si frappone tra i governati e i governanti, non sempre è percepita nella sua drammatica evidenza. Il cittadino, non solo americano s’intende, si sente sempre più trascurato dalla politica che, sotto ogni latitudine, ha le sue liturgie, le sue dinamiche, che mal si associano con le esigenze dei cittadini.

In America, in otto anni l’ amministrazione Obama, pur aumentando, in maniera decisamente interessante l’occupazione, creando milioni di nuovi posti di lavoro, ha fallito sul piano delle garanzie sociali, aggravando, in diversi casi, le condizioni e i costi della protezione sociale. E questo, certamente, è stato un elemento importante nella scelta del voto. A ciò si aggiunga la capacità di parlare alla pancia degli elettori da parte del nuovo Presidente, suscitando in tanti elettori arrabbiati la voglia di votare contro, per dimostrare il proprio malcontento. Fondamentalmente, e banalmente, è quello che è successo e, in buona parte ha consentito la sorprendente vittoria di Trump.

Quello che emerge, tuttavia, in maniera evidente è l’incapacità da parte dei media di capire cosa succedeva nel Paese, quali erano i veri stati d’animo dei cittadini americani, di quella parte del popolo americano che sta in silenzio, e che spesso ha una propria capacità di pensare e reagire, come si è verificato in questa occasione, in maniera imprevedibile solo perché non analizzata e capita nella maniera adeguata.

Questa vicenda credo dovrà insegnare qualcosa, oltre che ad un certo tipo di politica, e un certo tipo di potere, al mondo dei media, soprattutto a quello della carta stampata. I giornali, forse anche perché subiscono la presenza invadente dei social, sembrano non essere più capaci di percepire cosa bolle nella pancia del Paese, cosa accade in diversi strati della società. Ed è buona cosa per tutti, media e lettori, recuperare un buon rapporto, a cominciare dalla cronaca ad esempio, con i fatti che non sempre, come le elezioni americane hanno dimostrato, sono separati dalle opinioni.

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