La scuola secondo Renzo Piano, come realizzarla

[highlight]Il noto architetto genovese ha detto la sua su come andrebbe costruita una scuola oggi. Ecco il suo piano.[/highlight]

Lo scorso mese di ottobre, la nota testata giornalistica Il Sole 24 Ore ha ospitato il pensiero di Renzo Piano e di come dovrebbe essere progettato e realizzato un edificio scolastico.

Riprendendo la fonte, ecco un piccolo stralcio della scuola secondo Renzo Piano:

[quote]Se dobbiamo costruire nuove scuole, meglio farle in periferia e lo stesso vale per gli ospedali e per gli auditorium. Questa è la scommessa dei prossimi decenni: trasformare le periferie in pezzi di città felice. Come fare? Disseminandole di luoghi per la gente, punti di incontro e aggregazione, dove si celebra il rito dell’urbanità La città che funziona è quella in cui si dorme, si lavora, ci si diverte e soprattutto si va a scuola.[/quote]

Sono sufficienti queste poche righe per avere un’idea della visione di Renzo Piano che vede la scuola come dovrebbe essere, un punto di riferimento e di arricchimento culturale adeguato alle giovani menti da formare ed educare. Nello specifico, si parla di sostenibilità della struttura che, oltre a rispettare il contesto ambientale nella quale verrebbe costruita, darebbe un impulso non indifferente al recupero delle periferie, riqualificandole.

In seguito, la scuola secondo Renzo Piano predispone gli spazi che vanno dal piano terra al tetto, in cui architettura, interior design e sostenibilità si fondono alla perfezione. Facciamone un piccolo riassunto.

Il pianoterra

Il pianoterra si presenta leggermente rialzato da terra, le vetrate sono ampie per permettere a chi accede, attraverso l’ampio ingresso, di intravedere il giardino interno al cui centro sorgerà un albero, metafora della vita ma anche della conoscenza.
Se ci pensi, le radici dell’albero possono ricordare la prima istruzione dell’alunno che avviene all’interno del nucleo familiare, il tronco è l’istituzione scolastica e i rami le sue discipline. Infine, la chioma è la conoscenza che sempre si rinnova tramite l’esperienza che si acquisisce sia dentro sia al di fuori della scuola.
Sempre al pianoterra, andranno predisposte la biblioteca, la mensa e le cucine, la palestra e i laboratori perché è qui che si concentreranno la maggior parte delle pratiche quotidiane e dove gli studenti trascorreranno la maggior parte del tempo. È bene quindi che queste zone siano predisposte in modo tale che siano il più possibile vivibili.

Il primo piano

Salendo al primo piano si prosegue, di conseguenza, verso il mondo delle idee e della creatività. Per questo le aule immaginate da Renzo Piano dovranno essere ampie, spaziose e con le pareti in compensato dove poter appendere, alla maniera di Pinterest, tutti i lavoretti degli alunni dai 3 ai 14 anni.
Non ci sono corridoi al primo piano della scuola che sta andando definendosi, solo ampi spazi liberamente accessibili per favorire la condivisione, anche tra ragazzi di età diverse e, comunque, non mancherà un piccolo giardino ad uso e consumo dei più piccoli, liberi di sporcarsi e sperimentare con gli elementi naturali.

Il tetto

Per ultimo ma, certamente non meno importante, il tetto della scuola è il luogo dello svago ma questo non vuol dire che non vi sarà comunque un intento didattico. È qua che Renzo Piano allestirebbe un orto da far coltivare i ragazzi, un telescopio per guardare il cielo e tutta una serie di laboratori dove imparare a conoscere l’energia rinnovabile e ad usarla, nel rispetto dei cicli naturali e della vita in generale, rappresentata dall’albero piantato nel giardino principale, visibile da ogni punto della scuola.

Questa è quindi la scuola secondo Renzo Piano e non è un sogno perché, negli ultimi anni, sempre più si sta investendo nel realizzare case costruite con materiali eco sostenibili (basti pensare ai pannelli fotovoltaici o ai cappotti per l’isolamento) rispettose dell’ambiente e delle persone che lo vivono. La scuola sarebbe un bel passo in avanti per un progresso sano ed equilibrato della società.

Anche tu la progetteresti così?

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