“Viento ‘e Terra”, per rilanciare i territori degradati della Campania

[highlight]Intervista ai membri dell’Associazione di volontariato indipendente che cerca di salvaguardare le bellezze di terre spesso dimenticate[/highlight]

[quote]Vient tras inde e case | Rumpe e feneste | Nun te fermà | Vient, porta a voce e chi nun po’ alluccà[/quote]

Si apre con questi versi di Pino Daniele, recitate da Alfonso Volpe, attore e regista teatrale, la presentazione ufficiale di “Viento ‘e Terra”, tenutasi domenica nel Palazzo dell’orologio a Pomigliano D’Arco.

Un soffio di vento che alza quella polvere depositatasi da fin troppo tempo su quei luoghi che meritano una seconda chance e una rivalutazione, questo l’obiettivo della neonata associazione “Viento ‘e Terra”.

Associazione di volontariato indipendente, apartitica, aconfessionale, senza scopo di lucro, “Viento ‘e Terra” si colloca in un realtà fin troppo trascurata: la salvaguardia di territori campani e del Sud Italia fin troppo trascurati, ma che hanno molto da offrire. Attraverso itinerari di diverso tipo, storico culturali, naturalistici, enogastronomici e artigianali e spirituali e che copriranno inizialmente le zone campane; laboratori con la partecipazione di professionisti ed esperti ed eventi si propone di rinnovare e divulgare la conoscenza di ogni cittadino per i beni culturali e turistici delle proprie zone.

Erano presenti alla conferenza come interlocutori Rosa Vitanza, presidentessa dell’associazione, Rosa Panico, vice-presidente, Barbara De Sanctis, segretaria, e Florinda Antignani, insieme al giornalista Giuseppe Pesce e al vicedirettore della Caritas Diocesana Raffele Cerciello. Il tutto è stato accompagnato da un breve intervento dell’assessore Caprioli.

viento 'e terra

Le donne di “Viento ‘e Terre” hanno risposto a qualche nostra domanda.

Perché avete deciso di chiamare l’associazione “Viento ‘e Terra”?

Barbara De Sanctis: “Viento ‘e Terra” vuole fare riferimento alla tradizione partendo appunto dalla terra. Vuole chiamare all’attenzione quel vento che spazza via tutte le cose che non servono ma riporta una nuova luce. Abbiamo voluto riprendere anche una canzone di Pino Daniele e soffermarci ancora di più sulla tradizione culturale del nostro territorio. L’associazione nasce con la voglia di divulgare la cultura del nostro territorio e far riscoprire tutti quei posti meno conosciuti e più trascurati.
Rosa Vitanza: In verità a noi piaceva richiamare nel nome sia la Terra che avvolge, che genera e il Vento che è portatore di novità, di pulizia. Noi speriamo di farci accarezzare da questo vento che già tocca la nostra terra e le nostre bellezze.

Com’è nata questa associazione?

Rosa Vitanza: In realtà questo è un cammino che viene da lontano. Ognuna di noi ha una storia professionale diversa. Ci siamo confrontate e ci siamo rese conto che era necessario mettere insieme le competenze per valorizzare ciò che la nostra terra offre.
Rosa Panico: Il nostro obiettivo è di utilizzare la cultura e il nostro territorio come uno strumento. Siamo stati capaci di fondere l’interesse solidale con i saperi più specifici per quanto riguarda il territorio. Ad esempio Barbara lavora alla camera di commercio e si occupa di vari eventi, io sono educatrice e mi occupo da tanto tempo di volontariato, Florinda è un’insegnante e infine Rosa è un architetto. Siamo riuscite ad unire varie sfaccettature per arrivare allo scopo di coesione sociale.

La cultura è un concetto cardine in questo contesto. Qual è la vostra visione di cultura?

Rosa Vitanza: La nostra associazione attua una promozione in larga scala, infatti nel nostro statuto si può trovare un grande interesse per la musica, per la danza, per la poesia o anche per la letteratura. La cultura la generiamo noi, è la nostra identità, le nostre radici. Ad esempio i modi di dire, le canzoni popolari sono espressioni culturali, come anche le opere d’arte. Vogliamo che non sia esclusa dal nostro progetto nessuna espressione culturale. Noi cercheremo attraverso i laboratori e gli eventi di far rivivere la musica, la danza. Non basta solo il ricordo, ma bisogna accertarsi che le tradizioni vengano tramandate.

Avete parlato di itinerari, laboratori ed eventi. Avete già qualche idea di dove si terranno?

Rosa Vitanza: Il nostro elenco può essere incrementato in ogni momento anche in seguito a richieste. Noi abbiamo già preparato degli itinerari che coprono tutta la regione Campania per il momento, privilegiando itinerari non convenzionati, come ad esempio le basiliche paleocristiane di Cimitile o il centro storico di Nola. Cercheremo di fare opera di sensibilizzazione nei confronti delle opere che ora versano in uno stato di degrado. Il nostro territorio di riferimento è il Sud Italia, perché riteniamo che debbano essere rivalorizzate anche zone che hanno un sistema turistico meno avanzato, come la Basilicata o il Molise pur essendo ricche di opere interessanti. Per quanto riguarda gli eventi stiamo cercando di trovare le giuste location tra Pomigliano e Nola. Gli eventi riguardano musica, cinematografia, la riscoperta di poeti e autori della nostra culture. Il Sud Italia ha subito già molte mancanze, più e più volte siamo stati cancellati dai programmi ministeriali ed è proprio in questa circostanza che si colloca l’associazionismo.
Florinda Antignani: Il nostro obiettivo è di coinvolgere anche le persone che sono ai margini della società e che a causa di limitazioni non possono partecipare a certi eventi. Vogliamo rendere questi itinerari più accessibili anche a quelli che fisicamente non possono partecipare, come chi è affetto da disabilità.

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