TV di Apple, un oggetto misterioso bocciato dallo stesso Steve Jobs

[highlight]Secondo alcune recenti indiscrezioni, l’azienda di Cupertino avrebbe definitivamente messo da parte il progetto relativo ad un nuovo SmartTV. La “bocciatura” sarebbe arrivata proprio dall’ex CEO, un anno prima della sua morte [/highlight]

La Apple TV vedrà mai la luce? E’ questa la domanda che insistentemente gli utenti dell’azienda di Cupertino e gli analisti di tutto il mondo continuano a porsi senza, però, trovare una risposta concreta. D’altronde si sa, la segretezza legata ai progetti futuri è da sempre uno dei punti fermi su cui si basa il successo di Apple, ma a quanto pare questa volta alla riservatezza degli addetti ai lavori si aggiungono anche dubbi di natura strategica che potrebbero lasciare a bocca asciutta l’intero settore tecnologico per ancora molti anni (o addirittura per sempre) in merito ad un fantomatico SmartTV.

Nonostante, infatti, fosse stato proprio Steve Jobs, attraverso le parole del suo biografo Walter Isaacson, a lasciar intendere l’imminente introduzione sul mercato di un televisore intelligente marchiato Apple – tanto che alcuni analisti del calibro di Gene Munster avevano sancito il nuoto dispositivo come “la più grande novità del settore tecnologico dopo lo smartphone” –  nel corso degli ultimi giorni nuove indiscrezioni avrebbero clamorosamente spazzato via ogni speranza, almeno per quanto riguarda il prossimo futuro.

Secondo quanto riportato dall’ex giornalista del Wall Street Journal Yukari Iwatani Kane all’interno di un nuovo libro suggestivo titolo di “Haunted Empire, Apple After Steve Jobs” (Un impero infestato dagli spiriti, Apple dopo Steve Jobs), sarebbe stato lo stesso ex CEO e fondatore dell’azienda di Cupertino a chiudere definitivamente le porte alla realizzazione di un nuovo televisore circa un anno prima della sua morte.

Kane, infatti, racconta che la “bocciatura” sarebbe avvenuta nel Giugno del 2010 durante il “Top 100”, un summit che l’ex CEO continuava a ripetere ogni anno con i 100 dirigenti e dipendenti che nell’anno, grazie alla loro collaborazione, avevano lasciato un segno con il loro lavoro. In quell’occasione, Jobs presentò ai suoi fedelissimi (con un anticipo di circa 8 mesi rispetto al Keynote ufficiale) l’iPad 2 e la sua rivoluzionaria Smart Cover (entrambi vanno ufficialmente in pensione oggi 18 Marzo 2014 dopo 3 anni di onorato servizio) e, dopo aver mostrato tutte le novità del dispositivo, accettò di rispondere alle domande dei suoi dipendenti. Tra questi, stando alle parole dell’ex giornalista del Wall Street Journal, ve ne sarebbe stato uno tanto “temerario” da chiedere esplicitamente se le voci in merito alla realizzazione di uno SmartTV da parte di Apple fossero fondate.

La risposta di Jobs sarebbe stata, come sempre eloquente:

[quote]No. E’ un business che non ci interessa. Il ricambio è troppo lento e non ci sono margini di guadagno[/quote]

L’affermazione di Jobs, però, nonostante non possa essere ufficialmente confermata, non sembra chiudere le porte all’intrattenimento “da salotto”. Non è una novità, infatti, che l’azienda di Cupertino sia al costante lavoro per migliorare il suo set-top-box (dal poco originale nome di Apple TV). Si tratta di un accessorio compatibile con ogni TV HD capace di riprodurre i contenuti del proprio computer, smartphone o tablet (rigorosamente Apple) sul proprio televisore arrivato già alla sua terza generazione, anche se ufficialmente viene considerato ancora come un “hobby”, ossia una categoria complementare rispetto a quelle portanti come quelle Mac, iPhone, iPod ed iPad, oltre che l’intero ecosistema di iTunes Store.

Ebbene, a distanza di tre anni dalla presunta dichiarazione di Steve Jobs riportata nel libro di Kane, sembra essere ancora questa la strada scelta dall’azienda, escludendo, almeno per il momento, l’introduzione di uno SmartTV che difficilmente potrebbe garantire i margini di guadagno imposti da Apple (i rumors da sempre hanno fatto riferimento a cifre non inferiori ai 2.500/3.000 $ per un ipotetico modello da 50″/60″).

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