Morto Lou Reed. L’angelo del male è volato via

[highlight]È morto ieri l’ex leader dei “The Velvet Underground” Lou Reed, l'”angelo del male” del rock[/highlight]


[quote]Il mondo ha perso un compositore superbo e un poeta… Io ho perso il mio amico di gioventù[/quote]

Con queste parole John Cale, ex batterista dei “The Velvet Undergound”, ha salutato il suo grande compagno di avventura Lou Reed, morto ieri all’età di 71 anni.

Alcuni lo definiscono cantante, altri musicista, ma queste parole non sono sufficienti: un poeta, ecco cos’era Lou Reed, un poeta maledetto, un “angelo del male”, un pioniere.
Prima di tutti, Reed portò il dolore, la rabbia, la droga, il sesso e la perversione nella musica rock degli anni ’60, dando voce alla sottocultura urbana newyorkese, molto prima del ’68, di Woodstock e delle contestazioni giovanili.

Nel 1964 fonda con John Cale una delle band rock più famose di tutti i tempi, “The Velvet Underground”. Forti del rapporto con e del supporto di Andy Warhol, la band si trovò di colpo a passare dai bassifondi newyorkesi agli ambienti creativi della sua Factory. La reputazione artistica del genio della pop-art aiutò molto la band a farsi un nome nel circuito underground newyorkese, decretandone il successo, supportato comunque da canzoni memorabili e senza tempo.

Dopo lo scioglimento della band, inizia un periodo molto difficile per Lou Reed, fatto di flop e delusioni musicali. Fu David Bowie ad aiutarlo a risollevarsi, producendo il suo secondo album da solista, “The Transformer”. Fu un successo incredibile, trainato da alcune delle canzoni rock più belle di sempre, come “Vicious”, “Perfect Day”, “Walk on the Wild Side”, “Satellite of Love”.

Come si addice ad un artista maledetto e tormentato come lui, gli anni successivi sono un vortice di droga, violenza, flop discografici, liti, divorzi.

Da tempo malato, lo scorso maggio aveva subito un trapianto al fegato, in seguito al quale è andato incontro ad alcune complicazioni; infatti, il primo luglio è stato ricoverato d’urgenza in un ospedale di Long Island per un’acuta forma di disidratazione.

Ma non aveva mai gettato la spugna, come conferma anche il suo medico Charles Miller, il quale ha raccontato di come Reed fosse stato molto combattivo fino alla fine:

[quote]Stava ancora facendo i suoi esercizi di Tai Chi fino a un’ora prima di morire, cercando di tenersi in forma per continuare la sua lotta contro la malattia[/quote]

A dare la notizia della morte è stata la rivista Rolling Stones, che nel 2008 lo aveva inserito a pieno titolo al 62º posto nella lista dei 100 migliori cantanti di tutti i tempi.

Oggi il mondo piange un artista che, con i suoi testi e la sua musica, ha cambiato il corso del rock.

Senza di lui, probabilmente non avremo avuto i Rolling Stones, The Doors, David Bowie, Iggy Pop, la New Wawe, gli U2, i Red Hot Chili Peppers e tanti altri. 

Insomma, il mondo sarebbe stato più povero. Ricordiamo con una delle sue canzoni più belle, “Walk on the wild side”, quel lato selvaggio nel quale ha vissuto tutta la vita. 

http://youtu.be/cAfP5BMKgjc

 

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